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Giovanardi ragiona come un narcotrafficante
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Articolo di Claudia Sterzi *
11 luglio 2012 15:41
 
Mentre si moltiplicano le voci che tentano un approccio ragionevole alla questione delle politiche sulle droghe (ce n'è bisogno, perchè quelle vigenti hanno fallito il loro scopo e creato ex novo una serie infinita di danni e disastri), a Radio 24, una mattina di luglio, va in onda uno pseudodibattito tra un intervistatore esitante, un Giovanardi (PDL) più pestilenziale che mai, un Taradash (PDL) che non riesce ad essere incisivo e non trova argomentazioni valide, che pure ci sono, un proibizionista della società civile che gira tra i giovani a mostrare gli effetti devastanti che la droga ha avuto su sua figlia ... non è dibattito, è un coro di disinformazione.
Giovanardi rilancia sull'assurdo, con la sua logica talmente rozza che ci si chiederebbe dove avesse la testa chi ce l'ha messo, se non si sapesse fin troppo bene; a sentir lui, la legalizzazione aumenta i guadagni delle mafie, per esempio. C'è forse bisogno di dati per dimostrare la falsità dell'affermazione? Diminuì forse il guadagno della mafia americana quando fu revocato il divieto di produzione e vendita di alcolici, dopo essere aumentato in modo spropositato negli anni del proibizionismo? No, furono convertite le fonti, attraverso la vendita di marijuana e la preparazione del mercato a eroina e cocaina (oltre ai mercati paralleli di prostituzione, vendita armi, traffico di esseri umani ecc.), e i divieti di queste sostanze furono seguiti da una ben organizzata e tempestiva strategia di distribuzione e diffusione; di fronte alle dichiarazioni del responsabile delle politiche antidroga per il PDL, le mafie non possono che ringraziare e baciare le mani.
Altro cavallo di battaglia di Giovanardi è la canapa come ponte verso le droghe pesanti, lo stesso argomento che fu di Aslinger, negli anni bui dell'esperimento del Volstead Act, emendato nel 1933, e dell'emanazione di una serie di Narcotic Act. In effetti c'è una ragione che rende conto della coincidenza statistica tra tossicodipendenti e consumatori di cannabis (ma non l'inversa): il narcotraffico ragiona proprio come Giovanardi, e l'indubbio successo commerciale di eroina e cocaina - che dopo un lungo periodo di frequentazioni delle élites fin dai primi del novecento, nel secondo dopoguerra invase Italia, Europa e tutto l'Occidente, diffondesi rapidamente nella popolazione fino a diventare "piaga sociale" - è stato spesso gestito con strategie mirate ai consumatori di cannabis, ai quali si faceva mancare l'offerta per lunghi periodi proponendo in cambio polveri da iniezione e sniffo; così che il fattore principale di aggregazione tra i consumatori di canapa e quelli di eroina è quel mercato illegale diretta conseguenza delle leggi proibizioniste. Le stesse strategie sono state ripetute negli anni successivi, fino a creare un vasto impero dal fatturato plurimiliardario che ha infestato il mondo intero, reinvestendo in corruzione della politica, degli eserciti e delle forze dell'ordine.
Sulla differenza tra droghe pesanti e leggere, visto che l'unico criterio razionale possibile è quello della tossicità della sostanza, non si ricordano mai abbastanza questi numeri: la dose letale della cannabis è da 20000 a 40000 volte la dose normale, mentre per il caffé la dose letale è tra le 100 e le 150 volte la dose normale, per esempio, e il Valium ha una dose letale pari a 7 volte la dose normale. Anche dando credito alla tesi secondo la quale oggi cannabis e derivati sono più "pesanti" di quaranta anni anni fa, che non è verificata, la moltiplicazione fosse anche di venti volte del thc contenuto non sposterebbe di molto il confronto. Le varietà eventualmente tossiche di derivati della canapa sintetici o modificati sono il frutto di un mercato sottratto ai controlli col renderlo illegale; così gli interessi delle narcomafie sono tutelati, oltre che dagli alti prezzi dovuti al richio della clandestinità, dalla totale assenza di verifiche sul prodotto venduto.
E' un significativo paradosso sociale, il fatto che alcuni ragionamenti e logiche dei proibizionisti, anche se mascherati da ideologia, siano gli stessi che sottostanno alle mafie e al narcotraffico.

* segretaria @.r.a. - associazione radicale antiproibizionisti
 
 
 
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