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Cannabis terapeutica in Emilia Romagna, lettera al consigliere Franco Grillini
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Articolo di Giorgio Gatti *
28 gennaio 2013 12:04
 
Alla cortese attenzione di Franco Grillini,
Le scrivo questa lettera aperta a seguito della notizia apparsa sui giornali della volontà di portare avanti il progetto di legge sulla cannabis terapeutica presso l' Assemblea legislativa dell' Emilia Romagna.
Le scrivo perchè possa prendere in considerazione alcune modifiche o aggiunte al disegno di legge originale, in un ottica di pieno riconoscimento delle proprietà terapeutiche della cannabis e per rendere questo medicinale disponibile a chiunque il proprio medico sia disponibile a prescriverla, con gli enormi vantaggi che questa politica sulla salute potrebbe portare a tutte le comunità Emiliano Romagnole che decidessero di distribuire la cannabis terapeutica attraverso le farmacie comunali, oltre che attraverso le farmacie ospedaliere come previsto già dai numerosi pdl approvati in altre regioni.

Vorrei approfittare del Suo impegno, per portare alla Sua attenzione, alcune considerazioni che, alla luce delle politiche internazionali sulla cannabis, potrebbero portare nuova linfa al disgno di legge che porta il Suo nome. Le considerazioni riguardano l' impatto che una politica tollerante sulla cannabis terapeutica potrebbe avere sulla sicurezza pubblica e sulla salute, sulle risorse economiche della regione e dei comuni, sulla copertura del costo di questa nuova politica.

Sotto un punto di vista di sicurezza pubblica, rendere la cannabis disponibile sotto prescrizione medica, come permesso dal Testo unico sulle sostanze stupefacenti, permetterebbe di sottrarre il mercato illegale più grande del mondo alla criminalità organizzata. Il modello di vendita sotto prescrizione medica al quale faccio riferimento è quello che già avviene in 19 degli stati dell' unione del nord america, ossia rendere disponibile cannabis terapeutica a chiunque sia fornito di regolare prescrizione medica.

Negli Stati Uniti, questa politica, ha permesso di concentrare gli sforzi delle forze dell' ordine sugli spacciatori illegali e i narcotrafficanti, piuttosto che i dispensari di cannabis terapeutica o i regolari pazienti di questi. In Italia però, la creazione di dispensari legali è di difficile, se non di impossibile attuazione. Quello che è possibile in Italia, è vendere cannabis terapeutica attraverso le farmacie (Titolo II art.17 comma 2 "Delle autorizzazioni", Testo unico sulle sostanze stupefacenti). Vendere la cannabis e i suoi derivati attraverso farmacie comunali sarebbe la soluzione definitiva a vincoli di bilancio delle aziende sanitarie locali e ad una effettiva applicabilità del progetto di legge presentato. Sopra ho citato le farmacie comunali; perchè? Perchè il profitto derivante dalla vendita del medicinale rientrerebbe nelle casse dei comuni e non di privati e quindi disponibile ai cittadini. Il profitto da queste vendite garantirebbe la copertura dei costi per la politica di distribuzione gratuita per i malati di patologie gravemente debilitanti come la SLA, i tumori, e le tutte le altre che la medicina riconosce come trattabili con cannabis terapeutica e per le quali serve una copertura economica.

La regione Emilia Romagna, può essere la nuova frontiera di una politica economicamente sostenibile e sensibile. Infatti, i riferimenti nelle leggi regionali approvati in questi mesi alla sostenibilità economica di questa politica, alla luce dei tagli sulla sanità e della spending review, possono essere una seria minaccia alla reale applicabilità di queste leggi.
Sarei lieto di potere apprendere di modifiche alla legge regionale in queste direzioni e come cittadino felice di assistere ad una politica economicamente sostenibile, come si sta affermando nel resto del mondo, che garantisca autonomia agli enti pubblici all' interno della regione.

* Dott. Giorgio Gatti, consulente in economia della sicurezza pubblica e dello sviluppo economico
 
 
 
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