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Campagna anti-droga nelle Filippine. Incoraggiamento per i poliziotti corrotti
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Articolo di Redazione
29 gennaio 2017 16:04
 
Rapine, estorsioni, assassinii… la lunga lista dei crimini imputati ai poliziotti corrotti della polizia filippina, non e’ altro che il corollario della sanguinosa “guerra contro la droga” del presidente Rodrigo Duterte.
L’avvocato populista e’ stato eletto in primavera con la promessa di eradicare il traffico degli stupefacenti uccidendo, se necessario, migliaia di drogati, e facendo sapere ai poliziotti che non sarebbero mai stati perseguiti per aver ucciso un sospettato.
Otto mesi dopo, la polizia -conosciuta per essere una delle istituzioni piu’ corrotte dell’arcipelago- e’ messa in causa in numerose questioni spregevoli, senza alcun legame con la lotta contro gli stupefacenti.
“Sara’ difficile cantare vittoria sulla guerra contro la droga perche’ abbiamo un problema con le forze di polizia che ne approfittano”, ha detto questa settimana il senatore Panfilo Lacson, ex-capo della polizia nazionale (PNP) e membro della coalizione al potere.
“Si sa che il presidente si e’ galvanizzato nella lotta contro il traffico di droga, e i poliziotti in linea di massima si sono sentiti piu’ al sicuro sentendo che avrebbero avuto il suo perdono”.
Conosciuto per il suo parlare schietto e il suo linguaggio crudo, Rodrigo Duterte ha anche affermato che sarebbe felice di massacrare tre milioni di tossicodipendenti se questo permetterebbe di rimediare ad uno dei flagelli della societa’ filippina.
Dal suo arrivo al potere a fine giugno, i poliziotti hanno ucciso piu’ di 2.500 “sospetti” di traffico di droga.
Nello stesso tempo, circa 4.000 persone sono morte in circostanze che non sono chiare, essendo che spesso le loro spoglie sono state trovate abbandonate nella strada, con un cartello di cartone che accusava la vittima di essere un tossicodipendente o un trafficante.
Malgrado la sua violenza, questa campagna e’ molto popolare presso l’opinione pubblica. Ma le rivelazioni su dei misfatti di alcuni poliziotti corrotti potrebbero compromettere questo entusiasmo.
Il capo della polizia nazionale ha ammesso che un uomo d’affari sud-coreano era stato assassinato da alcuni appartenenti alla brigata degli stupefacenti, confermando le ipotesi sull’esistenza di numerosi elementi incontrollati nel corpo della polizia. Jee Ick-joo e’ stato prelevato da casa sua ad ottobre, condotto negli uffici della PNP dove e’ stato strangolato in una automobile, non lontano dalla residenza del capo della polizia, secondo un’inchiesta ufficiale. La sua donna, che aveva versato un riscatto di cinque milioni di pesos (93.000 euro), seppe che suo marito era stato ucciso il giorno del suo rapimento.
“Camp Crame” la sede della polizia a Quezon City, a nord di Manila, e’ ormai soprannominata “Camp Crime”.
La morte di Jee ha provocato l’apertura di una inchiesta del Senato. Lo scorso 26 gennaio i parlamentari hanno ricordato una decina di episodi e fatti tragici e illeciti di polizia. Le autorita’ hanno annunciato che dei poliziotti corrotti avevano estorto del denaro a tre giocatori di golf sud-coreani nello scorso dicembre.
Il senatore Lacson ha, lui stesso, diffuso delle immagini di videosorveglianza che facevano vedere degli agenti che pestavano dei civili in un ufficio ad ottobre, colpendoli con le loro armi prima di nascondere della metamfetamina nei loro cassetti. Questo finto rilevamento di stupefacenti era stato un vero affare d’estorsione, che avrebbe fruttato 180.000 dollari ai poliziotti.
Il capo della polizia di Manila, Oscar Albayalde, ha detto lo scorso 27 gennaio all’agenzia France Press che almeno otto poliziotti identificati sono stati sollevati dalle loro funzioni e si attende il risultato di un’inchiesta.
In un altro dossier, tre agenti in servizio a Manila accusato di furto ed estorsione sono stati questa settimana riassegnati, ma non sanzionati.
Diverse settimane fa, un Sindaco, Rolando Espinosa, era stato assassinato nel suo Comune da dei poliziotti dopo che Duterte l’aveva apertamente accusato di traffico di droga.
“Io sono il presidente e i poliziotti sono miei subordinati, per questo io credo loro”, ha riaffermato il presidente a dicembre, dando il suo contributo alla certezza di impunita’ da parte della polizia.
Lo stato maggiore della polizia afferma che i poliziotti corrotti esistevano anche prima della “guerra contro la droga”.
La senatrice Risa Hontiveros stima pertanto che “calpestando lo Stato di diritto e incoraggiando gli assassinii extragiudiziali” questa campagna e’ uno stimolo per il crimine.
“Ha aperto il vaso di Pandora e liberato il male assoluto”, ha detto la senatrice riferendosi al presidente Duterte.

(da un lancio dell’agenzia France Press – AFP del 29/01/2017)
 
 
 
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