La "War on Drugs" dell'amministrazione Bush quest'autunno dovra' concentrarsi piu' che in Asia e in America latina, negli Stati dell'Oregon, dell'Alaska e del Montana.
In questi Stati, infatti, il prossimo due novembre e in coincidenza con le elezioni presidenziali, si voteranno nuove leggi sulle droghe come alternativa a quelle federali, considerate troppo severe e inefficaci.
Se le tre proposte referendarie fossero approvate dagli elettori, il
Montana diventerebbe il decimo Stato con la marijuana terapeutica legalizzata, in
Oregon verrebbe esteso il programma terapeutico della somministrazione della sostanza e l'
Alaska sarebbe il primo Stato a decriminalizzare, per qualsiasi uso, la marijuana.
Il responsabile della politica sulle droghe della Casa Bianca e' intervenuto personalmente contro questi referendum. Soprattutto contro la "Measure 33" dell'Oregon, grazie alle quale i malati saranno autorizzati a possedere 1 pound (450 grammi) di marijuana, rispetto alle 3 once (84 grammi) attuali, e con la quale i coltivatori della sostanza, che ora non possono essere pagati, potranno esserlo.
John Walters ritiene che i sostenitori usino questa proposta come il cavallo di Troia: "I malati sono usati. Si inizia legalizzando la marijuana per poi arrivare alle altre droghe".
In Oregon, ci sono 10 mila pazienti registrati, i quali sono autorizzati a coltivare la sostanza da se' o riceverla, gratuitamente, da persone specificatamente determinate. Per
John Sajo, attivista per l'approvazione della Measure 33 "
molti malati, per la gravita' delle loro condizioni, non sono in grado di coltivare la sostanza, e la coltivazione richiede esperienza, capacita' e denaro".