Il 7 gennaio scorso un giudice del Tribunale di Washington D.C. ha accolto la denuncia presentata da indigeni e contadini di Sucumbios, zona nord orientale dell'Ecuador alla frontiera con la Colombia, procedendo in giudizio.
La denuncia presentata in settembre riguardava la ditta DynCorp, appaltatrice delle fumigazioni con un contratto da 600 milioni di Usd. Le accuse erano di tortura, crimini contro l'umanita' e genocidio culturale. Secondo i denuncianti la DynCorp avrebbe usato l'erbicida "Round Up Ultra" per distruggere le piantagioni di foglia di coca nella vicina Colombia, producendo come effetti collaterali: "danni alla salute e alle coltivazioni, al 100 per 100 alla popolazione nel raggio di 5 chilometri della frontiera colombiana".
Nel luglio dello scorso anno l'Ambasciata Usa a Quito aveva negato l'uso dell'erbicida in questione. Ma il giudice Richard W. Roberts ha deciso di procedere perche' "l'uso da parte della DynCorp dell'erbicida tossico in forma prolungata e ripetitiva ha causato continuo e duro dolore ai richiedenti, il che costituisce Crimine Contro l'Umanita'".
I contadini e l'associazione Accion Ecologica, che aveva supportato la denuncia con un dossier, cantano una prima vittoria e preannunciano una conferenza stampa per lunedi', mentre la DynCorp chiede al giudice di ritornare sulla sua posizione perche' si tratta di un caso di sicurezza nazionale per gli Usa.
Altre accuse al Plan Colombia arrivano dalla Coica (Coordinadora de las Organizaciones Indigenas de la Cuenca Amazonica) che ha chiesto agli Stati impegnati nel Plan Colombia di interromperlo per gli effetti negativi sulla popolazione. "Effetti ambientali, sociali, culturali, economici, la violazione dei diritti umani e attentato contro la sovranita' dei Paesi amazzonici", spiega la Coica in un comunicato, devono portare ad un indennizzo alle popolazioni.