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Ue. Relazione EMCDDA: commenti
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Notizia 
25 novembre 2004 15:24
 
In Italia, secondo il capo del Dipartimento per le politiche antidroga, Nicola Carlesi, il problema legato al consumo di cannabis appare piu' grave che nel resto d'Europa, in quanto in quella sequestrata negli ultimi anni si registra una tendenza all'aumento del contenuto di principio attivo. "Pur concordando con quanto affermato dal direttore dell'Osservatorio europeo Georges Estievenart -afferma Carlesi- secondo il quale la quota di mercato della cannabis di potenza elevata resta relativamente modesta ma la situazione puo' cambiare e generare gravi problemi in termini di ripercussioni negative sulla salute pubblica, il problema, almeno in Italia, appare piu' grave. Infatti le informazioni in nostro possesso indicano una tendenza generalizzata all'incremento del contenuto di principio attivo (THC) dei campioni di cannabis sequestrati sul territorio nazionale. I dati, sono ancor piu' preoccupanti alla luce dei risultati di una recente ricerca del Laboratorio di Tossicologia forense dell'Istituto di Medicina Legale dell'Universita' di Modena, in corso di pubblicazione. (L'indagine, che ha analizzato nell'arco di tempo di sette anni dal 1997 al 2004 la percentuale di THC in campioni di cannabis sequestrati dalle Forze dell'ordine sul mercato illecito, esaminati per conto dell'autorita' giudiziaria, ha rilevato un aumento percentuale del principio attivo dal 2,5% al 15%). Lo studio assume particolare rilevanza perche' i campioni sono stati analizzati nello stesso laboratorio, con la stessa metodica analitica, con la stessa strumentazione, rendendo i risultati comparabili tra loro".
"L'aumento dell' uso di cannabis nei Paesi dell' Unione europea - ha aggiunto poi Carlesi- non puo' essere sottovalutato. Studi basati sull'evidenza scientifica dimostrano come i derivati della cannabis possano indurre dipendenza in quanto lasciano, soprattutto nei consumatori abituali, una traccia biochimica nel cervello, sensibilizzando i circuiti neurotrasmettitoriali della dopamina e della serotonina. Trasmettitori che, se alterati nella loro funzione, non solo sensibilizzano alla dipendenza da eroina e da amfetamine, ma provocano anche gravi disturbi psicopatologici. Quindi avere un atteggiamento di sottovalutazione o, addirittura, di incentivazione all' uso della cannabis appare assolutamente irresponsabile".

Per l'eurodeputato Giusto Catania (Prc) "i dati forniti oggi dall'Osservatorio europeo dimostrano in modo inequivocabile che la strategia repressiva, adottata dalla maggior parte degli stati Ue, non produce effetti positivi. La relazione dell'Osservatorio e' la dimostrazione piu' evidente che la criminalizzazione del consumo di droga non produce un effetto deterrente sui giovani, pertanto diventa sempre piu' necessario cambiare radicalmente la strategia antidroga nei paesi dell'Unione europea, valorizzando le esperienze positive sulla riduzione del danno e sulla depenalizzazione del consumo. Il dibattito sulle droghe deve uscire dall'alveo ideologico per svilupparsi con un approccio scintifico".

I dati del rapporto annuale dell'Osservatorio europeo sull'uso di sostanze stupefacenti tra i giovani, per Giorgia Meloni, presidente di Azione Giovani "e' allarmante e dovrebbe far riflettere quei paesi che non hanno ancora preso una posizione netta su quello che sembra essere diventati uno tra i piu' grandi problemi dei nostri tempi. Lo studio dimostra chiaramente che il passaggio dalla cannabis alla cocaina e l'eroina non e' poi cosi' lungo come molti vogliono farci credere".
"Per molti la cannabis non produce alcun effetto, mentre accurati test clinici e studi medici hanno comprovato il suo risultato devastante sulle cellule nervose. Medicina a parte, la tossicodipendenza e' un problema anche sociale. Le istituzioni dovrebbero preoccuparsi di capire cosa conduce un ragazzo a far uso di droga, perche' quando si parla di sostanze stupefacenti non possono e non devono esistere differenziazioni: nessuna di queste puo' essere definita leggera o pesante. La droga e' droga".
Per Meloni, "da tempo il Governo ha attuato un sistema rigido per debellare il fenomeno. Sarebbe pero' importante combattere il problema a 360 gradi pensando ad offrire a questa che sara' la classe dirigente del futuro spazi alternativi a quei centri sociali, che sul caso droghe assumono sempre piu' la fisionomia di zone franche dove tutto e' concesso e niente e' vietato. Dei luoghi di ritrovo che consentano una crescita inevitabile frutto di un confronto e di uno scambio di idee e non di spinelli o bottiglie di alcol. Rilanciamo percio' l'idea delle comunita' giovanili e ci appelliamo all'esecutivo e all'Ue perche' possano contribuire a questa rivoluzione sociale".
 
 
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