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Ue. Nuovo rapporto dell'Agenzia Antidroga di Lisbona
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Notizia 
25 marzo 2002 17:55
 
L'Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (Oedt) con sede a Lisbona, ha pubblicato il suo rapporto bimestrale con il titolo "Focus sulle droghe. I tossicodipendenti e la legge nell'Ue".
L'assunto di questa edizione del rapporto e' che le leggi sulla droga nell'Ue stanno lentamente cercando un terreno d'incontro tra l'essere liberali e repressive, in un delicato bilanciamento tra punizione e cura. Il rapporto esamina alcuni dei principali trend della legislazione sulle droghe negli ultimi anni, mettendo l'accento su come i diversi Paesi sono obbligati a punire chi viola le leggi sulle droghe, ma nello stesso tempo devono provvedere all'assistenza e alle cure dei tossicodipendenti.
Negli ultimi cinque anni, le leggi all'interno dell'Ue si sono andate spostando verso la non punizione "criminale" del possesso o dell'uso di sostanze stupefacenti. In Spagna, Portogallo e in Italia, per il possesso si applicano soltanto delle sanzioni amministrative, come le multe o il ritiro della patente. In Lussemburgo l'uso di cannabis personale (quando non e' problematico) viene punito con una multa; Belgio, Germania, Danimarca e Austria non prevedono sanzioni per la prima volta in cui si cade nel reato di "possesso" di stupefacenti (piu' che altro nel caso della cannabis); l'Irlanda per le prime due volte, mentre l'Olanda proibisce il possesso di cannabis, ma lo tollera in "particolari circostanze", come i coffee-shop. In Gran Bretagna e' piuttosto vivo un dibattito a livello governativo per "riclassificare" la cannabis a droga di "fascia C", in modo da non renderne il possesso un reato criminale. In Francia una direttiva del 1999 chiede che per il possesso di stupefacenti venga emesso solo un avvertimento.
In pratica, nell'Unione Europea, la proibizione delle droghe viene applicata alla lettera soltanto in Grecia, Svezia e Finlandia.
I dati che ci mostra l'Oedt, ci dicono che l'azione delle polizie contro le sostanze stupefacenti e' in continua crescita, un po' per l'aumento di droghe disponibili, e un po' per il fatto che in molti Paesi, le forze dell'ordine devono comunque stilare un rapporto quando si trovano di fronte agli stupefacenti.
Per Mike Trace, presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Emcdda, "mentre gli arresti per reati di droga sono in aumento -con le risorse delle forze dell'ordine concentrate sui consumatori di cannabis- nella maggior parte dei Paesi i sistemi giudiziari tendono in misura crescente a prosciogliere i tossicodipendenti, a comminare sanzioni "lievi" e a considerare le misure penali come l'ultima spiaggia. Il messaggio che trasmettiamo ai cittadini, e in particolare ai più giovani, e' confuso e spesso contraddittorio. Si avverte l'esigenza di una maggiore coerenza, e quindi di credibilita', nella politica di contrasto alla diffusione del fenomeno".
Le pene "alternative", stanno quindi prendendo piede in tutta Europa, al posto di quelle "criminali", previste fino ad oggi. Le autorita' giudiziarie hanno la possibilita' di scegliere tra un ampio raggio di sanzioni (contrariamente agli Usa, dove le pene minime per droga sono fissate per legge a livello federale), che comprendono, oltre alla condanna penale, le multe, le varie forme di alternativa al carcere, o l'invio ai centri di recupero. Spesso, le autorita' di polizia, di fronte ad una persona trovata per la prima volta con piccole quantita' di cannabis, limitano la propria azione ad un avvertimento.
Secondo Georges Estievenart, direttore dell'Oedt, "il fenomeno della ricaduta nell'abuso di droga e nella criminalita' e' una caratteristica comune dei tossicodipendenti. La prevenzione e la cura della dipendenza, delle sue cause e conseguenze possono essere difficili e richiedere tempo e denaro, ma sono la risposta ovvia per spezzare il dispendioso legame tra droga e criminalita'".
 
 
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