"Nessuna nazione riuscira' mai ad essere
libera dalle droghe. Quello che possiamo fare e' portare la loro diffusione ad un livello accettabile".
Chi parla non e' un direttore di qualche comunita' di recupero "onesta", e neanche un sostenitore della "riduzione del danno", ma il primo ministro thailandese
Thaksin Shinawatra, un vero e proprio "macellaio antidroga", la cui azione ha portato, nella scorsa primavera,
piu' di 2000 morti "sospetti" da parte della polizia (prima che si fermassero i comunicati ufficiali), che ammette, l'impossibilita' del progetto che il suo Governo si era prefisso: liberare la Thailandia dalle droghe per il
compleanno del re Bhumibol Adulyadej, il prossimo 5 dicembre.
Snocciolando i dati del numero di blitz dell'esercito e degli arresti, e annunciando le "innovazioni", come l'installazione di sensori elettronici al confine con il Myanmar, Thaksin ha aggiunto che il problema droga nel Paese e' stato ridotto, ed il narcotraffico non ha piu' la forza destabilizzante che aveva un tempo.
Giovedi' prossimo (il 4), il Governo annuncera' che la guerra e' stata vinta, e che la Thailandia e' "in larga parte" libera dalle droghe.