Ieri il direttore dell'Agenzia Antidroga, José Manuel Torrecilla, si e' detto soddisfatto dei risultati che sono arrivati dal primo centro sperimentale per cocainomani. A Madrid all'interno dell'Ospedale di La Paz, il Centro de Cocainómanos e' aperto da soli sei mesi, ed ha 25 posti, ma gia' 70 pazienti hanno usufruito di cure mirate. Rispetto alle prestazioni generiche della Sanita' Pubblica il Centro offre un servizio specializzato e personalizzato, oltre ad offrire l'opportunita' di creare un profilo del consumatore di cocaina, sostanza in continua espansione.
Il 65% dei cocainomani ha superato il programma terapeutico, i restanti o sono fuoriusciti dai programmi di disintossicazione o sono stati indirizzati ad altri centri. Torrecilla ha tratteggiato un primo bilancio sul fatto che la meta' dei cocainomani aveva avuto problemi di droga e di alcool in famiglia, mentre le situazioni piu' deteriorate riguardano le persone che sono arrivate alla cocaina dopo essere passati dall'eroina. Questi casi sono quelli in cui i tossicodipendenti si iniettano la droga per via endovenosa, al contrario di chi ha meno di 25 anni, che la sniffa.
I pazienti sono arrivati al Centro con una media di 11 anni di dipendenza e 28 mesi di trattamenti disintossicanti. Tutte le donne consumavano cocaina quotidianamente, mentre il 20% degli uomini ne faceva un uso settimanale. Il profilo sociale tipico e' un uomo di 32 anni, single, con un lavoro nella meta' dei casi, un livello socioeconomico medio, studi base e senza precedenti penali. Questo ritratto non e' comunque valido per quei pazienti che prima consumavano eroina, che anche socialmente hanno situazioni molto piu' degradate. Tra i danni alla salute si rilevano sintomi psicotici, danni neurologici nel 16% dei casi, depressione nel 35%, patologie cardiovascolari nel 7% e sindromi da astinenza grave nel 6%.