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Spagna. Carceri: prima la sicurezza e poi il recupero?
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Notizia 
26 maggio 2002 19:55
 
Il presidente dell'Enlace, la federazione delle associazioni di lotta alla droga, José Sánchez, nell'ambito di due giornate di un convegno sul Lavoro Sociale e Sistema Penale, organizzate dall'Universita' Pablo de Olavide di Siviglia, ha denunciato che le carceri spagnole privilegiano sempre piu' la sicurezza rispetto al trattamento dei tossicodipendenti, anche se "in teoria il suo compito principale" e' proprio il recupero.
La situazione carceraria per Sánchez e' "insostenibile" visto che per la prima volta si sono superati i 50 mila detenuti in tutta la Spagna. "E' un vero sproposito riempire questi istituti di persone tossicodipendenti -piu' dell'80 per cento sono private della liberta' per crimini legati alle droghe-, con una scarsa attenzione sanitaria e una discriminazione sui trattamenti rispetto a chi, nelle stesse condizioni di dipendenza, non e' in prigione". A dimostrazione di questo Sánchez ha portato la situazione delle carcerazioni preventive (piu' del 22% del totale) e di chi e' in attesa di sentenza (quasi il 12%) che non puo' accedere a nessun trattamento prima che venga risolta la sua situazione giudiziaria. Ma anche tra i detenuti che hanno gia' avuto un primo giudizio la situazione non migliora di molto, visto che solo chi ha avuto una sentenza di terzo grado puo' entrare in una comunita' di recupero, mentre il 72% (dei giudicati) ha avuto una sentenza di secondo grado.
Il problema e' nella stessa struttura carceraria, e José Sánchez si chiede "come si pretende di credere nel reinserimento della persona quando alla sicurezza sono destinati il 69% dei funzionari delle carceri e solo il 7,5% sono dedicati al trattamento".
José Sánchez, infine, ha reiterato la necessita' di cercare alternative all'attuale politica penitenziaria, "il cui fallimento evidente pregiudica la possibilita' di reinserire i tossicodipendenti che delinquono".
 
 
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