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Peru'. L'ex presidente Fujimori: il narcotraffico e' in crescita
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10 febbraio 2002 22:47
 
Con un testo datato 8 febbraio 2002, diffuso attraverso il suo sito Internet (clicca qui), l'ex presidente peruviano Alberto Fujimori critica molto duramente le attuali politiche antidroga del Paese Andino.
Lo zar antidroga, Ricardo Vega Llona, aveva denunciato che la lotta al narcotraffico non stava raggiungendo i risultati sperati e che i programmi per le coltivazioni alternative "erano un fallimento". Fujimori risponde che queste affermazioni sono molto gravi e creano "preoccupazioni nei funzionari statunitensi". Dopo questo messaggio trasversale, ricorda che durante gli anni '90 il suo Governo aveva lavorato bene contro le coltivazioni illegali: "nel 1995 avevamo 115 mila ettari di piantagioni di coca, ridotte poi a 34 mila".
"Comprendo la preoccupazione dei funzionari statunitensi perche' quando il narcotraffico avanza, lo fa in parallelo con i gruppi terroristi... e il terrorismo oggi, e' una minaccia per tutto il mondo" scrive ancora Fujimori, che dal 2000 e' rifugiato in Giappone, nonostante le richieste di estradizione per processarlo in Peru'. "Non e' assurdo pensare che i rinati Sendero Luminoso e il Movimento Revolucionario Tupac Amaru in probabile compagnia e alleanza delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), possono essere dietro all'aumento delle coltivazioni di foglia di coca e di papavero da oppio".
Conclude Fujimori: questa "minaccia regionale" non puo' essere sconfitta "sperando che i risultati arrivino dal cielo o attraverso gli aiuti stranieri. Non c'e' da aspettare un secondo di piu' nella lotta contro il narcotraffico. Non bisogna cedere neppure un millimetro del territorio peruviano".
 
 
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