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 ARGENTINA - ARGENTINA - Papa Francesco teme la 'messicanizzazione' del Paese
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Notizia 
23 febbraio 2015 16:14
 
Il Papa Francesco ha detto che l'Argentina, suo Paese natale, corre il rischio di una “messicanizzazione” per la crescita del narcotraffico, ed ha ricordato che “siamo ancora in tempo” per evitare che cio' accada.
“Siamo in tempo per evitare la messicanizzazione. Mentre ero a colloquio con alcuni vescovi messicani la cosa mi ha messo paura”, ha scritto Francesco in un messaggio E-mail al suo amico e legislatore di Buenos Aires Gustavo Vera.
Vera e' un dirigente della ONG La Alamaeda, che lotta contro la tratta di persone e il lavoro da schiavi. Francesco e' suo amico personale da diversi anni e sosteneva la sua attivita' quando era arcivescovo di Buenos Aires.
Il messaggio del Papa e' stato inviato sabato 21 febbraio “in risposta ad un'altra mail ricevuta dal legislatore” del raggruppamento Bien Comun e candidato a capo del governo della citta' di Buenos Aires, messaggio in cui Vera “lo informava della crescita senza tregua del narcotraffico e le sue prossime denunce in merito” che sta preparando con la ONG.
L'Argentina sta vivendo in questi ultimi anni un aumento del narcotraffico, anche se molto meno della situazione che attanaglia il Messico.
Il centro principale del traffico di droghe e' nella citta' di Rosario, 300 Km a nord di Buenos Aires. Le statistiche mostrano una crescita della violenza, riportando la media di una morte violenta al giorno relazionata col narcotraffico, un numero sensibilmente minore rispetto al Messico, ma che e' in costante aumento in tutto il Paese.
Nel messaggio, Francesco ha annunciato che “da oggi, per una settimana, vado a fare degli Esercizi Spirituali con la Curia Romana. Una settimana di preghiera e meditazione che mi fara' bene”. “Ti auguro tante cose. Saluti a tua madre. E, per favore, non dimenticate di pregare per me”.
La preoccupazione della Chiesa per il narcotraffico in Argentina non e' nuova. A fine dicembre, i vescovi hanno mostrato le proprie preoccupazioni per l'aumento di questo flagello nel Paese, per la violenza e l'insicurezza. Nel suo messaggio per il Natale, il presidente della Conferenza Episcopale Argentina, José Maria Arancedo, ha avvertito: “quanto siamo lontani dal messaggio di pace e di amore di Natale, quando si parla di questa realtà così vicina che non corrisponde alla dignità dell'uomo”. “Mi riferisco al disprezzo della vita del mio fratello, che si esprime con la violenza e l'insicurezza, il crimine del narcotraffico e la tratta di persone, l'odio che chiude il cammino dell'incontro e della riconciliazione, l'egoismo che isola e debilita i legami fraterni”.

Proteste del Messico
Il Messico manderà una nota di protesta al Vaticano per questo commento di papa Francesco.  Il segretario agli Esteri, José Antonio Meade, ha detto di essersi incontrato con il nunzio vaticano nel paese, Christophe Pierre, per informarlo della nota. "Esprimiamo tristezza e preoccupazione rispetto alle comunicazioni che in apparenza sono state fatte, in riferimento a una lettera privata di papa Francesco" ha detto Meade. Il paese "ha ripetutamente dimostrato il suo impegno a combattere i cartelli, e ci sono cose più produttive da fare che cercare di stigmatizzare il Messico".
Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, non ha confermato né smentito la lettera. Il Vaticano non si pronuncia mai sulle comunicazioni private del papa.

Papa Francesco non voleva "offendere" il Messico quando ha avvertito del pericolo di una "messicanizzazione" dell'Argentina per l'avanzare del traffico di droga. Lo ha assicurato il segretario generale della presidenza argentina, Anibal Fernandez, L'espressione utilizzata da Papa Francesco, ha aggiunto da parte sua Jorge Capitanich, capo di gabinetto argentino, non sembra "una questione rilevante". Il tema del traffico della droga, ha spiegato Capitanich, "è un fenomeno estremamente complesso di natura globale".

 
 
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