Decisamente smilze e monche le reazione alla nomina di Antonio Maria Costa al posto che fu di Pino Arlacchi alla direzione dell'Undcp. Mentre la stampa italiana si e' limitata a riportare, anche con fior fiore di corrispondenti da New York, cio' che aveva riportato l'agenzia Ansa nella sera di giovedi' 7, le forze politiche e sociali che in qualche modo sono coinvolte nella politica dell'agenzia Onu per la lotta alla droga, con l'eccezione dei Radicali, non sembrano aver raccolto la novita' che, comunque, l'avvicendamento rappresenta.
La reazione ufficiale italiana e' quella del ministero degli Affari Esteri che, ovviamente, esprime soddisfazione per il riconoscimento del ruolo e dell'impegno dell'Italia in materia, fino a definire un "successo" la nomina della qualificata candidatura italiana. Una soddisfazione che serve al nostro ministero anche per ricordare la forte influenza dell'Italia sullo specifico ufficio: la prima convenzione dell'Onu in materia -ricorda la Farnesina in un comunicato- e' stata sottoscritta nel corso della conferenza Onu contro la criminalita' organizzata transnazionale, che si e' tenuta a Palermo del dicembre del 2000.
Riguardo ai Radicali, l'eurodeputato Maurizio Turco, in una intervista all'emittente italiana del suo partito, ha tra l'altro, detto:
essendo un uomo che si e' dedicato piu' alle questione legate al crimine che non, specificamente, alle droghe, non dovrebbe avere pregiudizi. Ed e' bene ricordare che Costa, pur essendo espressione del Governo italiano, del suo operato ne risponde al segretario generale delle Nazioni Unite, per cui auspico che, piuttosto le politiche dell'attuale Governo italiano, abbia intenzione di seguire l'approccio al problema droga cosi' come e' espresso dall'unanime riconoscimento del mondo scientifico internazionale, con in testa le politiche di Paesi come la Gran Bretagna, la Spagna, l'Olanda, la Germania e la Svizzera. Anche se e' ancora presto per esprimere giudizi, ci sono comunque i problemi di chiarezza rispetto alla vecchia gestione: cosa succedera' per quei funzionari dell'ufficio di Arlacchi che furono espulsi perche' chiedevano un approccio scientifico piuttosto che politico? Ci sara' una trasparenza finanziaria che ci faccia capire cosa e' successo nella vecchia gestione?