Sul "Corriere della Sera" di domenica 17 marzo, l'ex direttore dell'Undcp, Pino Arlacchi replica al suo successore, Antonio Maria Costa, per l'intervista che aveva rilasciato allo stesso quotidiano il 15 marzo scorso.
Pino Arlacchi: le parole di Antonio M. Costa
Sono rimasto sconcertato nel leggere l'intervista del mio successore all'Undcp, Antonio Maria Costa, apparsa sul Corriere del 15 marzo. Riferendosi al sottoscritto, e prima ancora di mettere piede a Vienna e rendersi conto direttamente della situazione, il signor Costa sembra avallare la discreta quantita' di calunnie circolate sul mio conto negli ultimi tempi. Con ingiustificabile leggerezza, cita accuse contenute in un non precisato rapporto Onu senza avere letto o capito un bel niente. La realta' e' che dalla lettura dei 4 rapporti interni seguiti alle accuse, in prevalenza anonime, contro la mia gestione, chiunque puo' concludere che non rimane in piedi niente di serio. Tutte le accuse piu' gravi sono risultate inventate. Il resto e' stato distorto o enormemente esagerato. Non e' bello criticare un successore, ma le circostanze mi obbligano a ricordare come dalle dichiarazioni del signor Costa si evince chiaramente come al vertice dell'ufficio di Vienna e' arrivato un signor nessuno, un oscuro burocrate che parla di cose che ignora e che fara' del suo meglio per seppellire nell' anonimato anche l'agenzia di Vienna. Aggiungo che la mia gestione si e' svolta con il pieno appoggio non solo dei paesi donatori, ma anche di quelli che ricevono gli aiuti internazionali. Il budget e la visibilita' del Programma sono aumentati considerevolmente. Tutte le risoluzioni della Commissione sui narcotici, (il Parlamento-governo del programma sulle droghe, cioe' il principale organo di riferimento politico del Direttore esecutivo) dico tutte, hanno sostenuto senza riserve, e lodato, il mio operato. Particolarmente nel corso dell'ultimo anno. Sfido Costa, e chiunque altro, a trovare un solo documento politico di rilievo nel quale siano presenti accuse o anche critiche nei miei confronti.
Pino Arlacchi