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Italia. Vittorio Agnoletto indagato per istigazione all'uso di stupefacenti
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21 novembre 2001 22:09
 
Un opuscolo del 1998 pubblicato dalla Lila (Lega italiana lotta all'aids) e rivolto ai giovani assuntori di ecstasy dove venivano spiegati gli effetti, oltre che i rischi, e' il corpo del reato per cui a distanza di anni Vittorio Agnoletto, consulente scientifico della Lila, e altre 4 persone sempre della Lila, sono oggi indagati per istigazione all'uso della droga, con l'aggravante di averlo fatto nei confronti di minori.
"Drugsbook riduzione dei danni" rivolto ai Sert e distribuito in alcune scuole, era stato stampato a Rimini, ed e' proprio la magistratura romagnola con il pm Francesca Zavaglia che si occupa dell'inchiesta. "Sara' un caso, ma ho ricevuto la comunicazione della denuncia quattro giorni dopo il convegno di San Patrignano", ha detto Vittorio Agnoletto che in occasione del convegno sulle droghe organizzato dalla Cgil oggi a Roma, ha annunciato il fatto definendolo come "un vero e proprio attacco personale".
L'opuscolo era gia' stato al centro di interrogazioni parlamentari nel 1999, da parte di deputati di Alleanza Nazionale, al ministro della Sanita' dell'epoca, Rosy Bindi, oggi ha suscitato una serie di reazioni a catena, con i 'soliti' schieramenti pro e contro le politiche di riduzione del danno, ma questa volta con in piu' il ruolo di Agnoletto nel movimento noglobal.
Cosi', dai Verdi arriva la solidarieta' della deputata Luana Zanella, che definisce l'accaduto come "una criminalizzazione inaccettabile della pratica della riduzione del danno"; Betty Leone, della segreteria confederale della Cgil, denuncia come l'accusa sia grave e pretestuosa e "mira in realta' a delegittimare le politiche di riduzione del danno, che hanno contribuito a ridurre di un terzo i morti per droga". I Giovani Comunisti parlano di un accanimento dei "nazionali alleati" senza limiti e pudori, la denuncia di Agnoletto come istigatore all'uso di droghe "sarebbe ridicola se non venisse da una forza di Governo che si prepara, tra l'altro, ad approvare in materia di droghe una legislazione reazionaria e repressiva".
Dall'altra parte della barricata scendono in campo quelli di Azione studentesca che felici della notizia festeggiano cosi': "Finalmente qualcuno tenta di fare luce sull'operato dei cattivi maestri come Agnoletto. Questi rivoluzionari arricchitisi con commesse e consulenze, oggi si ritengono perseguitati solo perche' in base alle leggi vigenti la libera Magistratura italiana si permette di giudicare il loro operato".
In difesa di Agnoletto arriva Giovanni Russo Spena di Rifondazione Comunista, che tiene a precisare che l'attacco non e' solo personale ma "volto a screditare esponenti del movimento noglobal e a cercare di assimilarli a spacciatori e trafficanti". Dello stesso tenore, oltre che dello stesso partito, e' il responsabile Pace, Alfio Nicotra, che parla di un "partito del narcotraffico" che cerca di "screditare chi, partendo dal proprio impegno civile e sociale, si batte contro la globalizzazione neoliberista e gli orrori da essa prodotti".
A riportare tutti sul pezzo e' infine intervenuto l'avvocato difensore, Giuliano Pisapia: "e' del tutto incredibile che oggi possa rischiare una pena fino a 12 anni di carcere, chi, come Vittorio Agnoletto, si e' sempre impegnato per il recupero dei tossicodipendenti e si e' sempre battuto con il massimo impegno morale e terapeutico contro la droga e l'Aids". Per Pisapia tutto si risolvera' in una rapida archiviazione del caso, non esistendo i presupposti per l'incriminazione del suo assistito, giustificando in parte il magistrato che ha fatto solo un atto dovuto nell'aprire l'indagine viste le molteplici denunce pervenute da esponenti di Alleanza Nazionale.
 
 
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