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Italia. Veneto: droga e immigrazione
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Notizia 
28 maggio 2002 9:13
 
Nel corso della giornata di studio sul tema "Tossicodipendenti italiani ed extracomunitari in misure alternative e percorsi giudiziari", promossa dall'Assessorato alle politiche sociali della Regione Veneto, dall'Ulss n.12 veneziana e dal CEIS Don Lorenzo Milani di Mestre, l'assessore regionale alle poliche Sociali, Antonio De Poli, ha parlato di "nuovi tragitti regionali" nel campo delle tossicodipendenze. "Tali nuovi tragitti riguardano -ha sottolineato De Poli- la revisione del protocollo d'intesa in tema di dipendenze tra Regione Veneto e Ministero di Grazia e Giustizia (fermo al 1988) e conclusione della verifica che l'Assessore regionale sta compiendo in tutte le Ullss sul funzionamento, negli ultimi tre anni, del sistema dei servizi regionali per le dipendenze, sui punti critici che vanno rivisti, sui punti di eccellenza che vanno mantenuti e sulle nuove sfide che si devono affrontare a partire dalle droghe sintetiche e dalle polidipendenze (alcol-droghe) e dalla capacita' dei servizi di intercettare queste nuove forme di dipendenza. I nuovi tragitti regionali nel settore delle tossicodipendenze si soffermeranno anche sulle realta' dei detenuti dipendenti, sia italiani che stranieri. Tra le problematiche che gli immigrati nel Veneto presentano, si assiste al consumo e abuso di sostanze illecite o lecite (alcol) che riguarda sia gli extracomunitari irregolari che quelli regolari di seconda generazione. Il luogo dove questo fenomeno si sedimenta e si rende visibile e' il carcere che costituisce quindi la cartina di tornasole delle nuove problematiche che stanno avanzando in questo settore".
L'Assessore ha ricordato che la Regione Veneto ha approvato nel 1999 il progetto "Pena: circuiti in rete", finanziato con il fondo lotta alla droga e rivolto al target dei detenuti tossicodipendenti italiani ed extracomunitari: il suo obiettivo e' la definizione dei percorsi di cura e attivazione di una rete sociale. I problemi legati alle tossicodipendenze, sia per gli italiani che per gli stranieri quando si presentino in una situazione di esecuzione della pena, vede la necessità che l'approccio giuridico e quello socio-sanitario trovino una intesa al fine di essere rispettosi della giustizia e delle istanze di cura portate dalle persone. Tale dialogo, e' stato fatto presente, previsto dal testo unico sulle tossicodipendenze n.390 del 1990, non trova sempre fluidita' ed efficacia. La giornata di studi ha inteso pertanto aprire uno spazio di dialogo tra operatori sociosanitari e operatori carcerari e offrire un progetto di formazione e aggiornamento per gli operatori per la presa in cura di persone dipendenti straniere.
 
 
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