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Italia. Umbria: mozione del PRC per la riduzione del danno
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Notizia 
6 marzo 2002 18:32
 
Riportiamo il testo della mozione del gruppo al Consiglio Regionale di Rifondazione Comunista, presentata dal capogruppo Stefano Vinti e dal consigliere Mauro Tippolotti.

Perugia, 1 marzo 2002

MOZIONE
di iniziativa del Consigliere regionale Stefano Vinti
avente per oggetto: "Interventi innovativi della Regione Umbria in materia di riduzione del danno nella tossicodipendenza"

CONSIDERATO
CHE le proposte avanzate negli ultimi tempi da alcuni governi su come e con quali strumenti affrontare la questione tossicodipendenza rivelano il progetto di fondo di smantellare l'apparato pubblico per favorire la privatizzazione dei servizi, affermando il concetto che la diversità sia un problema da affrontare dal punto di vista repressivo;
CHE in questo contesto il governo Berlusconi ha impostato, coerentemente con il proprio programma neoliberista, un attacco verso tutte le politiche pubbliche in materia sanitaria, a cominciare dalla legge 180 sulla salute mentale riproponendo l'ipotesi dei manicomi, per proseguire con la 194 sull'interruzione di gravidanza e con la politica di smantellamento dei Sert;
CHE la proposta del governo Berlusconi apre un pericoloso precedente , immettendo l'idea della cura selettiva si attacca contemporaneamente il concetto di cura pubblica, dal momento che, per quanto riguarda le risposte al fenomeno della tossicodipendenza, è solo il pubblico che garantisce il pieno rispetto dei diritti degli utenti, anche di quelli che non vogliono, o non possono disintossicarsi, il privato, invece, seleziona la propria utenza, prefigurando pesanti ricadute in tema di diffusione di malattie infettive e morti da overdose;

CONSTATATO
CHE queste proposte sono inserite in una campagna mass-mediatica che ragiona in termini emotivi, non indagando i fattori per cui si diffondono cosi rapidamente le sostanze e le cause scatenanti del fenomeno;
CHE appare evidente invece la correlazione fra l'uso delle sostanze, nuove povertà, ed insicurezza sociale, visto che la frammentazione sociale e il crescente senso d'insicurezza, indotto dallo smantellamento del welfare, sono un mix nel quale l'uso e l'abuso delle sostanze può diventare una via di fuga;

PRESO ATTO
CHE è necessario considerare come questa società basata sui consumi, a volte imposti più o meno indirettamente, crei il presupposto stesso per l'assimilazione identitaria del giovane consumatore/poliassuntore, e come esista un'intera generazione esposta al rischio perché è convinta che la propria identità, lo status simbol, sia strettamente correlato con l'uso di determinate sostanze;
CHE sostanze e modalità di assunzione si muovono e si diversificano a seconda dei nuovi scenari di mercato, ed esistendo, ad esempio, una strategia di fondo che rende la piazza di Perugia una delle più convenienti per quanto riguarda l'acquisto di eroina per il centro Italia, non è risolutivo del problema continuare a perseguire i tossicodipendenti, costringendoli a nascondersi nei punti inaccessibili della città, innalzando il livello di rischio di morte da overdose, e nel contempo ignorando la questione dei grossi traffici di sostanze stupefacenti che si diversificano, si complicano e si articolano diversamente nei territori;
CHE fino a pochi anni fa era impensabile per alcuni nostri paesi della provincia dover parlare di emergenza rispetto alle dipendenze, e oggi invece ci troviamo di fronte a fenomeni, per quanto riguarda l'uso delle sostanze pesanti, di diffusione allargata;
CHE se fino a pochi decenni fa esisteva un controllo sociale del territorio, oggi, per tutti i motivi sopra ricordati, questo controllo è molto più flebile, e questa realtà ci interroga sui modi con i quali dovremo interagire con le nuove figure della povertà, con quali strumenti, a partire dalla considerazione che il vigile di quartiere e la risposta repressiva non sono la soluzione adeguata alle difficoltà delle fasce più deboli della popolazione;

PRESO ATTO ALTRESÌ
CHE queste considerazioni di fondo ci fanno ritenere che in Umbria le politiche di riduzione del danno stanno muovendo incertamente i primi passi e che la strategia proibizionista rivela tuttora la sua inefficacia;
CHE occorre da un lato implementare le strategie previste, introducendo una figura centrale che si occupi stabilmente della gestione e dello sviluppo delle politiche di riduzione del danno all'interno del coordinamento previsto dal piano d'indirizzo regionale del Piano Sanitario Regionale, dall'altro percorrere il sentiero dell'innovazione, individuare nuovi strumenti operativi anche in funzione dei rapidi mutamenti che subisce il mercato delle sostanze;
CHE l'intervento deve comunque superare il fatto che la tossicodipendenza sia uno stato cronico con possibilità di recidiva, ed è quindi necessario considerarla come un'esperienza di vita, a volte ricorrente, ma reversibile e non cronicizzante;
CHE la filosofia verso la quale indirizzarsi deve intendere la promozione della salute come un orientamento che lega politiche di prevenzione, politiche di cambiamento (drug free) - ovvero di uscita dalla dipendenza - e politiche di riduzione dei rischi;
CHE il voler ideologicamente far passare un intervento più efficace rispetto ad un altro in questa materia indica o che esiste una sorta di lobby degli interventi che si serve della politica, o la totale assenza della interventi che si serve della politica, o la totale assenza della conoscenza del problema da parte della politica;

CONSTATATO INOLTRE
CHE nel corso dell'anno 2000 in Umbria ci sono stati 25 morti per overdose, 21 cittadini italiani e 4 stranieri;
CHE sempre nel corso del 2000 tra i tossicodipendenti che si sono sottoposti ai test l'incidenza dell'HIV è risultata del 4,6%, dell'epatite B del 20% e dell'epatite C del 58,9%; CHE nel corso del 2001 al solo policlinico Monteluce di Perugia sono stati un centinaio i casi di overdose con una media di uno ogni 84 ore;

RILEVATO
CHE il piano di indirizzo regionale contenuto nel Piano Sanitario Regionale, sebbene rappresenti uno strumento fondamentale per quanto riguarda l'analisi e le metodologie d'intervento, non prevede innovazioni sostanziali rispetto agli strumenti che in varie parti d'Europa sono stati creati come risposta al problema delle tossicodipendenze;
CHE la sperimentazione di politiche di riduzione del danno, come allargamento del bagaglio di interventi che si potrebbero spendere in una rete di risposte differenziate, sia oggi uno dei compiti di forze politiche che intendono risolvere i problemi partendo dall'analisi dei bisogni reali del territorio e dal dato reale che le morti per overdose sono in continuo aumento;
CHE rispetto agli obiettivi stabiliti dal Piano Sanitario Regionale è insufficiente pensare che per quanto riguarda le forze dell'ordine basti prevedere solo una serie d'incontri quando invece occorre indirizzarsi verso la stipulazione di veri e propri protocolli d'intesa, intendendo una parte del lavoro delle forze dell'ordine a contatto con la rete dei servizi;

CONSIDERATO ALTRESÌ
CHE in altre parti d'Europa si sta sperimentando un approccio innovativo al problema della tossicodipendenza, adeguato al livello della sfida della creazione di nuove risposte da mettere in campo rispetto alla complessità del consumo e dei comportamenti dei soggetti assuntori delle sostanze stupefacenti, con l'introduzione a livello sperimentale, valutando il progetto in itinere, delle cosiddette Save room (stanze salva vita o di iniezione), luoghi nei quali il tossicodipendente può far uso della sostanza e in caso di overdose può essere soccorso prontamente da un operatore;
CHE questo tipo d'intervento oltre a ridurre notevolmente la mortalità ha ridotto il diffondersi di malattie strettamente correlate alla somministrazione per via endovenosa delle sostanze, ed ha ridotto la presenza di siringhe lasciate nel territorio, aumentando la responsabilizzazione dei tossicodipendenti, come è avvenuto, ad esempio in Germania dove, a Francoforte, nell'arco di 5 anni con 600 mila iniezioni sicure la percentuale di overdosi all'interno delle Save room (Dcr) è diminuita passando dallo 0,25% del '95 allo 0,19% del '99, mentre i morti in città sono scesi dai 147 del '92 ai 26 del '99;
CHE oltre a ciò una serie di assuntori che non avevano mai avuto contatti con le unità di strada hanno intrapreso una serie di percorsi che per alcuni hanno voluto significare uscita dalla dipendenza;

SI IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
- a promuovere un ampio dibattito sulle soluzioni innovative e le sperimentazioni, sopra citate, che in Europa si stanno consolidando e attuando prima di definire i nuovi indirizzi e obiettivi del Piano Sanitario Regionale;
- a recepire nell'elaborazione del nuovo Piano Sanitario Regionale un eventuale stipulazione di un protocollo d'intesa tra le forze dell'ordine e i servizi socio-sanitari che abbia come punto centrale la salute del tossicodipendente;

SI IMPEGNA LA III COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE
- ad avviare un percorso partecipativo aperto alle reti formali e informali del territorio per costruire una nuova progettualità in tema di prevenzione e riduzione del danno, come promozione della salute, nella elaborazione del nuovo Piano Sanitario Regionale.


Il Consigliere
Stefano Vinti
 
 
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