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Italia. Tossicodipendenti in carcere: per il ministro della Giustizia occorre la terapia unica
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18 febbraio 2002 20:08
 
Per il ministro della Giustizia -Roberto Castelli- le terapie di riabilitazione si dividono in: di sinistra e alla San Patrignano. A conclusione della sua visita al carcere di Bergamo, Castelli, stimolato dai giornalisti, si e' dichiarato convinto della necessita' di "porsi il problema" del recupero dei tossicodipendenti in carcere, pur considerandosi un non-tecnico. La giusta ispirazione potrebbe venire dall'esempio nordamericano: "Li' adottano terapie piuttosto severe, ad esempio, ho appreso che nei penitenziari statunitensi non viene somministrato assolutamente il metadone". La proposta del ministro? "Una terapia piu' legata alla filosofia di San Patrignano che non a quella della sinistra."
Immediata la risposta di Antigone -associazione per i diritti dei detenuti: "I modelli di detenzione per i tossicodipendenti proposti dal ministro Castelli sono folli." Secondo l'associazione, promuovere a modello il sistema carcerario statunitense "e' paradossale", numerose infatti le denuncie -in primis Amnesty International- sulle brutalita' nei penitenziari, ma ancor peggio accostarlo al modello San Patrignano. "La miscela diventa esplosiva", secondo Patrizio Gonnella portavoce di Antigone, il rischio e' quello di "creare luoghi senza speranza, dove lo spirito della Costituzione, secondo cui la detenzione deve mirare alla risocializzazione, non avrebbe spazio ne' possibilita' di attuazione." L'invito rivolto da Antigone al ministro Castelli e' di "orientarsi con coraggio verso politiche di depenalizzazione e decarcerizzazione". Per Gonnella, l'ostilita' di Castelli verso il metadone fa capire la sua scarsa conoscenza della situazione in cui versano i detenuti tossicodipendenti, "altrimenti il suo orientamento sarebbe piu' vicino a quello dei suoi colleghi spagnoli, che hanno avviato una sperimentazione per la somministrazione di eroina controllata nelle carceri."
Interviene anche Giuliano Pisapia, deputato di Rifondazione Comunista, definendo errata l'ipotesi di recupero avanzata dal ministro Castelli: "e' chiaro infatti che le cause che portano all'uso e all'abuso di sostanze stupefacenti possono essere ben diverse, e, dunque, lo Stato ha il dovere, giuridico e morale, di offrire modelli di terapia diversi e diversificati sulla base delle diverse esigenze, dei diversi motivi, del diverso percorso personale che hanno determinato lo stato di tossicodipendenza del singolo detenuto."
 
 
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