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Italia. Sindacati polizia penitenziaria contro il ministro di Giustizia: 30% tossicodipendenti
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1 luglio 2002 20:40
 
Sovraffollamento nelle carceri aumentato; meno risorse per il lavoro e la sanita' nei penitenziari e sicurezza 'a rischio'. E' il bilancio che fanno a un anno dall'insediamento del ministro della Giustizia Castelli i sindacati della polizia penitenziaria.
E' contenuto in un documento siglato da Osapp, Cisl Giustizia, Cgil-Fp, Uilpa Penitenziari, Sinappe Fsa, Sag Unsa e Sialpe Asia, che affermano di rappresentare oltre il 72 per cento della polizia penitenziaria.
"Quando il ministro presento' il suo programma i detenuti ristretti erano circa 57mila; oggi oltre 58mila, di cui piu' del 30 per cento tossicodipendenti e piu' di 16 mila stranieri", sottolineano le organizzazioni sindacali, che ricordano come uno degli impegni assunti dal ministro fosse quello di affrontare la questione del sovraffollamento. E ancora: "il ministro si e' impegnato con determinazione per dare ai detenuti la possibilita' di lavorare", ma "a fronte delle enunciazioni l'unico atto concreto su questo tema e' la diminuzione delle risorse da destinare al lavoro in carcere". E anche rispetto all'impegno di riservare "particolare attenzione" all'assistenza sanitaria in carcere, "il risultato concreto che il ministro puo' vantare e' la riduzione fortissima degli stanziamenti da destinare all'assistenza sanitaria in carcere".
Quanto alla sicurezza degli istituti "e' a rischio; le due recenti evasioni, Ancona e Rebibbia stanno a testimoniare un sistema al collasso dentro il quale i livelli di sicurezza sono ormai compromessi".
Infine i sindacati lamentano la situazione dei poliziotti penitenziaria che "prestano attivita' di lavoro senza certezza di retribuzione. Questo pero' al ministro Castelli e ai vertici dell'Amministrazione penitenziari sembra non interessare; anzi in piu' di un'occasione il ministro ha mostrato fastidio per proteste che ha giudicato strumentali. Come se sfruttare il lavoro dei poliziotti penitenziari fosse normale e legittimo".
 
 
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