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Italia. Roma, tossicodipendenti di Rebibbia: la terapia c'e' ma non si vede
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Notizia 
6 marzo 2002 19:37
 
Il diritto ad essere curati in comunita' terapeutica gli e' riconosciuto ma alcuni "difficoltosi passaggi di competenze" tra il Sert attuale e quello dell'Asl Roma B, fanno si' che per i tossicodipendenti del carcere non sia possibile uscire dalle celle per recarsi in comunita'.
La denuncia parte dal capogruppo Prc al consiglio regionale, Salvatore Bonadonna: "Adducendo il motivo del passaggio di fondi, oltre che di competenze, la Asl ha sospeso nella quasi totalita' la concessione del nulla osta di idoneita' dei programmi che si stavano svolgendo. Questa situazione, condanna i detenuti che potrebbero andare in comunita' a restare in cella". I detenuti hanno raccolto circa mille firme che saranno consegnate all'assessore Vincenzo Saraceni, mentre sara' chiesta la convocazione di un consiglio regionale straordinario sulle condizioni del carcere.
Per Bonadonna dovrebbe esserci un presidio del Sert proprio dentro Rebibbia (conta 1.600 detenuti), una mancanza inspiegabile, cosi' come risulta inaudito che un detenuto debba aspettare un mese per ottenere il certificato di tossicodipendenza. Questioni alle quali dovra' rispondere Saraceni.
 
 
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