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Italia. Roma. Presentato rapporto Osservatorio europeo delle droghe
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27 novembre 2007 15:04
 
E' la cocaina la sostanza stimolante d'elezione in Europa. Il suo consumo e' infatti aumentato nell'ultimo anno facendone la sostanza illegale piu' consumata dopo la cannabis, prima dell'ecstasy e delle anfetamine. A lanciare l'allarme il rapporto annuale dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze presentato oggi a Roma alla presenza del ministro per la Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, da cui emerge, appunto che a fronte di una certa 'stabilizzazione' del consumo di cannabis aumenta, invece il consumo di cocaina.

Le cifre parlano chiaro: sarebbero circa 4,5 milioni gli europei (di eta' compresa tra i 15 e i 64 anni) che hanno presumibilmente fatto uso di cocaina nell'ultimo anno, contro i 3,5 milioni dell'anno precedente. Secondo la relazione del 2007: 'Il quadro generale riferito lo scorso anno, che indicava una situazione in via di stabilizzazione, e' messo in discussione dai nuovi dati (europei), che mostrano un incremento generale del consumo'.

Secondo i dati raccolti dall'Osservatorio sarebbero circa 12 milioni gli europei (il 4% degli adulti) che hanno provato la cocaina almeno una volta nella vita e circa 2 milioni quelli che l'hanno assunta nell'ultimo mese. I livelli, ricorda ancora il rapporto, oscillano tra lo 0,1% in Grecia e il 3% della Spagna, seguita, quest'ultima a ruota da Gran Bretagna e dall'Italia, che denunciano livelli di prevalenza superiori al 2%.

Come accade per altre droghe illecite, prosegue il rapporto, il consumo di cocaina e' piu' diffuso tra i giovani adulti (15-34 anni). Circa 7,5 milioni di giovani adulti, cioe' il 5,3% in media, ammettono di averla provata almeno una volta nella vita". In particolare, prosegue il testo, "cinque paesi riferiscono livelli di prevalenza pari o superiore al 5%: Germania, Italia, Danimarca, Spagna e Regno Unito. Le stime sul consumo di cocaina riferite a periodi piu' brevi, suggeriscono che nell'ultimo anno, sui 3,5 milioni (2,4%) di giovani adulti che hanno fatto uso di questa sostanza, ne denuncia un consumo nell'ultimo mese un milione e mezzo di ragazzi (1%).

Un'indicazione degli effetti prodotti dal consumo di cocaina sulla salute pubblica e' l'aumento della domanda di trattamento collegata alla sostanza. Nel 2005 quasi un quarto (il 22%) di tutte le nuove domande di trattamento in Europa erano collegate alla cocaina, per un totale di 33.027 pazienti, rispetto ai 12.633 del 1999. Spagna e Paesi Bassi segnalano percentuali elevate di consumatori di cocaina tra i pazienti in cura per tossicodipendenza. A questi paesi si deve anche la maggior parte dei dati riportati sul trattamento di disintossicazione dalla cocaina in Europa.

Secondo la relazione, i servizi terapeutici devono offrire una soluzione a un'ampia tipologia di pazienti: consumatori socialmente integrati che fanno un uso ricreativo della sostanza, in associazione a sostanze alcoliche o altri stupefacenti; consumatori con problemi di dipendenza da oppiacei, che assumono la cocaina per via parenterale assieme all'eroina; un piccolo numero di consumatori di cocaina crack altamente emarginati. Nel 2005 in Europa sono stati segnalati circa 400 decessi imputabili al consumo di cocaina. I sistemi di segnalazione attualmente in uso, tuttavia, spesso non individuano opportunamente le conseguenze per la salute del consumo di cocaina.

La cocaina risulta seconda, dopo la cannabis, anche per vendita. A confermare l'importanza crescente della cocaina all'interno del fenomeno 'droga' in Europa, rileva il rapporto, il numero di sequestri e i quantitativi di sostanza intercettati. In Europa, tra il 2000 e il 2005, sono aumentati sia il numero dei sequestri di cocaina sia i quantitativi di sostanza intercettati. Si calcola che nel 2005 siano stati effettuati 70.000 sequestri di cocaina, per un quantitativo record di 107 tonnellate, oltre il 45% in piu' dei quantitativi sequestrati nel 2004.

Il principale punto di ingresso della cocaina in Europa rimane la penisola iberica, e in Spagna e Portogallo si e' registrato un incremento marcato dei sequestri di cocaina e dei quantitativi sequestrati. Alla Spagna si deve circa la meta' del totale dei sequestri e il maggior volume di sostanza intercettato (48,4 tonnellate nel 2005 rispetto alle 33,1 tonnellate nel 2004). Il Portogallo, inoltre, ha superato i Paesi Bassi come secondo paese responsabile del maggior quantitativo di cocaina sequestrato (18,1 tonnellate nel 2005 rispetto alle 7,4 tonnellate del 2004).

La maggior parte della cocaina sequestrata in Europa raggiunge il continente dall'America latina oppure attraverso l'America centrale e i Caraibi, mentre i paesi dell'Africa occidentale vengono utilizzati sempre piu' spesso come rotte di transito. L'UE reagisce al cambiamento delle rotte di traffico con il potenziamento del coordinamento e della collaborazione tra gli Stati membri. A titolo di esempio, nel settembre 2007 in Portogallo e' stato istituito il Maritime Analysis and Operations Centre-Narcotics (MAOC-N), nato dalla collaborazione tra sette Stati membri dell'UE (Spagna, Irlanda, Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito) con la partecipazione dell'Europol. Nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005 i reati per droga riguardanti la cocaina sono aumentati in tutti i paesi europei, a eccezione della Germania, dove il dato e' rimasto relativamente stabile. In questo periodo la media comunitaria e' aumentata del 62%.

In aumento anche le richieste di trattamento, in ascesa soprattutto in Spagna e Paesi Bassi. In generale, dopo la cannabis la cocaina e' la droga citata piu' di frequente in Europa per l'avvio di un trattamento, il 13% delle domande, cioe' 48 mila casi nel 2005. Di questi, 85% riguardano consumatori di polvere, il 15% di crack. In testa rimane comunque la cannabis, secondo il rapporto "quasi un quarto di tutti gli adulti (circa 70 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni) ha provato la cannabis almeno una volta nella vita e il 7% (pari a circa 23 mln) ne ha fatto uso nell'ultimo anno".

Ma, mentre la cannabis rimane la sostanza illecita piu' frequentemente utilizzata in Europa e il suo consumo ha toccato livelli storicamente alti, i dati relativi alle nuove tendenze, secondo la relazione, giustificano un "cauto ottimismo". Dopo un'escalation del consumo di cannabis nel corso degli anni 1990 e un aumento, piu' modesto, osservato dopo il 2000, le statistiche piu' recenti rivelano che, al momento, il consumo di cannabis si sta stabilizzando o sta diminuendo, in particolare nei paesi ad alta prevalenza. In alcuni Stati membri, inoltre si raccolgono segnali di un calo di popolarita' di questra sostanza tra i giovani.

Secondo la relazione, in media il 13% dei giovani europei (tra i 15 e i 34 anni) ha fatto uso di cannabis negli ultimi 12 mesi. Le percentuali piu' elevate sono state riferite da Spagna (20%), Repubblica ceca (19,3%), Francia (16,7%), Italia (16,5%) e Regno Unito (16,3%). Tra i paesi che si collocano in testa alla classifica dei consumi, i dati relativi alle tendenze recenti indicano che le percentuali si sono stabilizzate o stanno iniziando a diminuire in Spagna, mentre sono precipitate di circa 3-4 punti percentuali in Repubblica ceca, Francia e Regno Unito.

Le statistiche piu' recenti provenienti dai paesi a meta' classifica mostrano un assestamento dei consumi in Danimarca e Paesi Bassi e una diminuzione in Germania. Tra i consumatori di cannabis piu' giovani del Regno Unito (tra i 16 e i 24 anni), lo scorso anno il consumo e' passato dal 28,2% del 1998 al 21,4% del 2006, a indicare che la sostanza e' diventata meno popolare in questo gruppo di eta'.

Inoltre, secondo un'indagine condotta nelle scuole spagnole, il consumo di cannabis negli ultimi 12 mesi tra i giovani di eta' compresa tra i 14 e i 18 anni e' passato dal 36,6% del 2004 al 29,8% del 2006. Sebbene i livelli di consumo di cannabis appaiano ancora in crescita tra i giovani adulti di Ungheria, Slovacchia e Norvegia, l'aumento osservato e' perlopiu' di modesta entita' e, in generale, meno pronunciato nelle stime piu' recenti.

Fa eccezione l'Italia, dove la percentuale relativa al consumo di cannabis negli ultimi 12 mesi in questo gruppo di eta' e' aumentata dal 12,8% del 2003 al 16,5% del 2005.

Quanto alle altre droghe, il rapporto pubblicato a Bruxelles segnala in Europa 9,5 milioni di adulti che hanno provato una volta l'ecstasy, 3 milioni di consumatori nell'ultimo anno a piu' di un milioni nell'ultimo anno. L'Italia e' grosso modo a meta' della 'classifica'. Per le anfetamine, anche qui l'Italia e nella media si registrano 11 milioni una tantum, 2 milioni nell'ultimo anno e un milione nell'ultimo mese.

Infine per gli oppiacei (anzitutto eroina) il documento indica un "consumo problematico" tra i 1 e 8 casi ogni persona tra i 15 e i 64 anni. Piu' di 7.500 decessi sono legati agli oppiacei. I problemi di sanita' legati al dilagare delle droghe non sono da poco: secondo l'Osservatorio, "potrebbero esserci 200 mila europei con un'infezione da virus Hiv che in passato hanno fatto uso di stupefacenti". A questo si aggiunge quella che il rapporto definisce "l'epidemia nascosta" di epatite C (non curabile).

Altro dato allarmante, tornano a salire i decessi per overdose.
"Dal 2000 - si legge nel documento - molti paesi dell'Ue riferiscono diminuzioni del numero di decessi correlati al consumo di stupefacenti. Questo andamento positivo tuttavia si e' interrotto nel 2004 e nel 2005". In effetti, "particolarmente allarmante e' il fatto che in alcuni paesi e' cresciuta la percentuale dei giovani tra le persone che muoiono a causa della droghe". (Adnkronos)

I dati diffusi oggi dall'Osservatorio europeo sulle droghe sono "agghiaccianti" e "segnalano una crescita del consumo e dimostrano, in presenza di leggi differenti, come il vero problema non sia legislativo ma culturale e sociale". Ne è convinta Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia che ritiene necessario "porre in essere azioni che permettano di combattere la cultura dello sballo".
"Troppi giovani - prosegue la Bertolini - oggi pensano che drogarsi e perdere il controllo delle proprie azioni non sia contrario alle più elementari regole di convivenza civile. La sinistra al Governo si è fatta paladino di tale cultura, tentando in tutti i modi di favorire e depenalizzare il consumo delle droghe leggere. Occorre invece far comprendere ai giovani che drogarsi fa male ed è pericolosissimo per sé e per gli altri".

'Altro che questione politica, come giustifica Ferrero: il voluto respingimento della maggioranza al ddl Turco-Ferrero è un evidente segnale di imbarazzo verso dei liberisti post-sessantottini che sognano ancora il folklore del 'sesso droga e rock'n roll' ': commenta cosi' le dichiarazioni del ministro della solidarieta' sociale Gabriella Carlucci (FI), che aggiunge: 'qualcuno informi Ferrero e Turco che Woodstock è terminato quarant'anni fa'.
La parlamentare fa riferimento al rapporto dell'Unodc (Onu) sulle politiche antidroga, che - dice - 'posiziona l'Italia in cima alla lista dei Paesi con piú consumo di droghe pesanti'.
'Non occorre essere votati alla penitenza piú incondizionata - spiega - ma è evidente che le iniziative della Turco, o le celebri dichiarazioni di Ferrero ('uno spinello fa meno male di un bicchiere di vino') hanno evidenziato un'accettazione quasi ineluttabile delle droghe in generale, tale da causare consumi smodati di ogni tipo'.
'Caro Ferrero - aggiunge la Carlucci - birra, vino ed alcolici vari, premesso che ogni eccesso va vietato, appartengono a una filiera produttiva legale, legata a culture e tradizioni antiche. Oggi siamo di fronte una lacerazione dei parametri tradizionali di educazione giovanile, motivo per cui ho anche presentato un emendamento in Finanziaria perch, si finanzino piú campagne di prevenzione nelle scuole. Tutti sanno, inoltre, ad eccezione dei due ministri in causa - conclude - che il confine fra droghe 'leggere' e 'pesanti' è molto labile, e che il passaggio dalla cannabis alla cocaina o eroina è alquanto frequente: lo confermano molti ragazzi di San Patrignano'.

I dati forniti dall'Osservatorio europeo sulle droghe danno vita ad un quadro estremamente preoccupante soprattutto per quanto riguarda l'Italia. "Se l'aumento dell'uso di cocaina è un fenomeno che riguarda tutta Europa - Silvana Mura, deputata di Italia dei valori - l'Italia fa però registrare un incremento relativo agli ultimi 12 mesi ben più netto degli altri paesi".
"Non meno preoccupante - prosegue - è l'aumento in Italia dell'uso di cannabis, mentre diminuisce nel resto d'Europa. Dati inquietanti che mostrano come la droga sia un fenomeno estremamente pericoloso soprattutto per i giovani e che ancora deve essere sconfitto".
"Davanti al fallimento della Fini-Giovanardi, che è la legge attualmente vigente - conclude - mi auguro che il governo possa varare al più presto interventi adeguati di contrasto allo spaccio, di prevenzione e disincentivazione all'uso di sostanze stupefacenti. Una legge che trovi un obbligatorio punto di equilibrio tra la necessità di non criminalizzare chi fa uso di droghe, e quella di considerare comunque illegale ogni tipo di droga".

Il rapporto annuale dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, e' 'sconcertante' per la senatrice di Forza Italia Laura Bianconi, che sottolinea come 'con la politica dell'apertura alle droghe non potevamo che aspettarci dati di questo genere'.
I dati, gia' resi noti la scorsa settimana da Bruxelles e rilanciati oggi a Roma alla presenza del ministro Paolo Ferrero, indicano tra l'altro una stabilizzazione dei consumi di cannabis e un calo della sua popolarita' tra i giovani, un aumento dei consumi di cocaina, un bilancio complessivamente positivo delle infezioni da Hiv legate alla droga e un valore che si mantiene sempre alto dei decessi per overdose.
'L'incremento generale del consumo coinvolge anche l'Italia - continua la senatrice - dove dai parametri europei risulta un incremento dell'uso di sostanze stupefacenti pari al 2% rispetto ai dati precedenti. Mi auguro che il nostro Governo ne prenda immediatamente atto, abbandonando quelle politiche scellerate volte ad aprire la strada a questa ideologia del 'tutto lecito', che porta immancabilmente anche all'uso di queste sostanze, come e' stato fatto con l'aumento della dose detenibile di cannabis per uso personale'.
'La riflessione da fare - conclude - e' molto seria perche' evidenzia un livello di malessere delle persone, sia giovanissime che di una certa eta', al quale ne' le strutture sociali ne' le istituzioni sembra riescono a dare delle risposte concrete'.

La necessita' di modificare l'attuale normativa sulla droga, evidenziata con forza oggi dal ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero, trova una eco nelle parole del vicepresidente dei deputati dell'Udeur, Rocco Pignataro.
'Per i tossicodipendenti servono forme alternative alla detenzione. Dobbiamo quindi rivedere la legge Fini-Giovanardi - afferma Pignataro - per evitare la criminalizzazione di chi usa droga, senza pero' abbassare la guardia verso gli spacciatori, contrastando in modo piu' deciso il commercio di sostanze stupefacenti'. Secondo il parlamentare 'va trovata una via in Parlamento per rivedere il provvedimento adottato durante la scorsa legislatura, perche' i tossicodipendenti non devono finire in carcere ma solo in comunita' di recupero, dove possano seguire un percorso curativo'.
 
 
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