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Italia. Rho: spinelli al liceo? Preside indagato!
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Notizia 
10 ottobre 2003 15:01
 
Si spacciava e si fumava "tranquillamente" durante la ricreazione, in cortile e nei bagni, al liceo scientifico Majorana di Rho, grosso centro alle porte di Milano. Ed e' per questo che il Pm milanese Gianluca Bragho' ha messo sotto inchiesta Bruno Dagnini, il preside dell'istituto, per omessa denuncia e favoreggiamento personale, in quanto sarebbe stato troppo permissivo nei confronti degli studenti che facevano uso di hashish.
La notizia dell'indagine aperta nei confronti del dirigente scolastico, che respinge l'accusa, e' riportata oggi dal quotidiano Il Giornale, e si inserisce in un dibattito che si e' ravvivato proprio in questi giorni sull'uso delle droghe leggere fra i giovani e sulla loro diffusione (piu' o meno coperta da omerta' o accondiscendenza da parte di chi non fuma erba) negli istituti scolastici.
Da quanto si e' appreso, la vicenda e' venuta a galla gia' l'inverno scorso in seguito alla continua attivita' di vigilanza nelle scuole del Comune del milanese da parte dei carabinieri della compagnia di Rho.
Agli stessi carabinieri erano inoltre giunte segnalazioni da parte dei genitori di alcuni studenti, che preoccupati per la diffusione dello spinello a scuola avevano lanciato un 'sos' alle forze dell'ordine, chiedendo di intervenire per mettere fine al 'fumo' nell'istituto.
Cosi' prima della chiusura dello scorso anno scolastico, tra la fine maggio e i primi di giugno, ci fu un blitz dei carabinieri al liceo scientifico Majorana: entrarono una ventina di carabinieri, piu' altri in abiti civili che si erano o mescolati tra i ragazzi, e anche unita' cinofile. L'operazione si concluse con l'arresto di uno studente che aveva in tasca 20 grammi di hashish.
Un'altra ventina di grammi di sostanze stupefacenti vennero trovati nascosta in un vano antincendio della scuola, e si scoprirono anche tracce di cocaina su un davanzale.
Il preside ora indagato, Bruno Dagnini, sottolinea di avere "la coscienza a posto" e di non aver mai tollerato il consumo e la vendita di droga all'interno dell'edificio scolastico, anzi di avere modificato il regolamento interno adottando molte restrizioni. Il dirigente non esclude che vi siano stati episodi fuori controllo, ma non certo per la connivenza del corpo insegnante. "Io e il mio avvocato ci siamo presentati in Procura e abbiamo chiesto al Pm di interrogarmi per poter spiegare le mie ragioni e poter chiarire una vicenda nata, a mio avviso, sulla ritorsione di alcuni nei miei confronti".

Difendono il loro preside, e sono molti gli studenti del liceo che ricordano quella mattina dello scorso mese di maggio quando, durante l'intervallo nella scuola, arrivarono numerosi carabinieri con i cani che setacciarono aule e corridoi e controllarono quel gruppo di studenti che abitualmente si ritrovava dietro l'edificio scolastico per farsi una fumatina a base di hashish o marijuana.
"Avevamo notato piu' volte che alcuni di noi durante l'intervallo si recavano dietro la scuola, dove c'e' la centrale termica, per fumare. Nessuno, pero', neppure il preside poteva sapere che quelle sigarette erano piene di droga", afferma Stefano C., un ragazzo della quarta classe dello scientifico Majorana. "Il prof. Dagnini si e' sempre battuto contro la droga e quando ci vedeva fumare ci riprendeva anche con maniere brusche", aggiunge Alessia, alunna dell'ultimo anno. "Nella scuola si parlava di qualcuno che vendeva il fumo, ma personalmente non ho mai saputo chi fosse. Quando hanno arrestato il nostro compagno non potevo crederci", sostiene la 17enne Luciana A.
 
 
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