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Italia. Le reazioni alle dichiarazioni di Gianfranco Fini a Vienna
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15 marzo 2002 20:16
 
"Tutto il mondo e' allibito e costernato di fronte agli annunci dell'abbandono della politica di riduzione del danno e del proseguimento di una linea che produrra' piu' morti, piu' malati di Aids e aumentera' il numero di detenuti tossicodipendenti". Cosi' l'ex sottosegretario alla giustizia Franco Corleone commenta l'intervento del vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini alla commissione delle Nazioni Unite per la droga. "Dopo aver mandato in avanscoperta il sottosegretario Mantovano, suo fido mentore, l'on. Fini si e' recato a Vienna a illustrare le linee della nuova via repressiva italiana sulla politica delle droghe. La via di Muccioli non ha alcuna credibilita' in Europa e a Vienna l'Italia ha solo il problema di far dimenticare i guasti di Pino Arlacchi, non certo quello di esaltarli con una politica ultraproibizionista. Fini e' un abile prestidigitatore che vuole cambiare la realta' senza avere il coraggio di cambiare la legge, ma questo gioco non gli riuscira'".
Scontato il plauso di due esponenti di An, Riccardo Pedrizzi ed Enzo Fragala'. Il primo: "quella a cui fa riferimento Fini e' la proposta che An e il sottoscritto avanzano da anni: reintrodurre la 'dose media giornaliera' per evitare che la legislazione sulla droga vanifichi, come avviene ora, gli sforzi e i successi conseguiti dalle forze di polizia. E' necessario ripristinare questa soglia (abolita da un referendum nel 1993), per cui incorre automaticamente nel reato di spaccio chi detiene una quantita' di droga superiore". Fragala' invece: "l'ottima relazione di Fini rappresenta una sonora bocciatura dell'operato di Pino Arlacchi". Quanto agli interventi legislativi annunciati: "non possiamo che essere soddisfatti per la determinazione con cui la Casa delle Liberta' sta procedendo a portare avanti quei programmi di governo identificanti e alternativi alla sinistra, grazie ai quali l'Italia fara' scuola anche sulla lotta alla droga in Europa, come accade in molti altri ambiti".
"Incredibili", secondo la deputata dei Verdi Luana Zanella, le dichiarazioni di Fini, perche' non tengono conto delle raccomandazioni degli organismi europei, ne' delle strategie elaborate ed attuate ormai da anni con successo negli altri Paesi. "Il vice premier insiste sulla necessita' di rivedere in senso restrittivo la politica sulle droghe quando l'osservatorio europeo di Lisbona, nel suo rapporto 2001, dice che il 50% della popolazione carceraria europea fa uso di droghe. Un contrasto che rende ormai evidente come la repressione non aiuti a prevenire e a recuperare, ma sia fine a se stessa. Lo stesso osservatorio di Lisbona sottolinea la necessita' di impostare le linee di contrasto alle droghe sulla base di politiche complessive e di ampio respiro, le uniche che possono combattere le conseguenze piu' terribili dell'uso di droghe: morti, malattie, delinquenza e dipendenza. Con la retoriche del giro di vite, insomma, non andremo purtroppo lontano. Solo ieri un altro rapporto commissionato dal governo britannico, raccomandava la declassificazione della cannabis a sostanza medica di 'classe C', il che equivale a considerare questa sostanza un farmaco ed approvarne il libero consumo".
Gli fa eco Giuliano Pisapia, deputato indipendente di Rifondazione Comunista e presidente del comitato carceri della commissione Giustizia della Camera: "Sono stupefacenti le dichiarazioni di Fini. Dopo la gaffe sulla legge Gozzini richiamata del tutto a sproposito in relazione alla scarcerazione dei killer 'pentiti' di Giovanni Falcone e della sua scorta, l'onorevole Fini non finisce di stupire. Oggi propone una modifica della legge stupefacenti su cui il Paese si e' gia' pronunciato con un referendum e dimentica non solo che il pretore non esiste piu' nel nostro ordinamento (ndr: Fini aveva detto, nella sua dichiarazione originale, che e' il pretore che in Italia decide sulla quantita' di droga da perseguire), ma, e soprattutto, che il giudice non ha nessuna discrezionalita' nel distinguere le ben diverse posizioni degli spacciatori e quelle dei tossicodipendenti e dei consumatori. Lo spacciatore infatti e' gia' oggi punito severamente, mentre la non punibilita', proprio a seguito del risultato del referendum popolare, e' prevista solo per chi detiene sostanze stupefacenti per uso esclusivamente personale. La differenza e il discrimine sono di tale evidenza che non ci si puo' esimere dal dire che, prima di parlare, chi ha un ruolo istituzionale di tale livello, quale il vicepresidente del Consiglio, dovrebbe conoscere le leggi o quantomeno informarsi da chi lo conosce".
 
 
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