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Italia. "Coca self-service" a Milano
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Notizia 
24 maggio 2002 20:17
 
Una Milano «che stupisce ma che pure esiste», lo sottolinea il Gip Claudio Castelli, nella motivazione della sentenza con cui ha condannato tre giovani milanesi per violenza sessuale e cessione di stupefacenti nei confronti di Maja. La vicenda risale all'autunno 2000, quando l'aspirante modella, allora quindicenne rimase, coinvolta in un giro di cocaina e sesso.
Sempre nella sentenza viene scritto: una Milano dove «la cocaina circola liberamente in case e locali, tipo self-service» e dove, «anche grazie alla droga e alla circolazione di denaro, sono praticati con disinvoltura e promiscuita' rapporti sessuali, anche plurimi, con l'approfittamento di ragazze anche giovanissime». Il giudice, dopo aver ricostruito la storia della ragazza, assicura che tutti i rapporti sessuali avuti da Maja furono consenzienti, ma avvennero "dopo un'assunzione, spesso abbondante, di sostanze stupefacenti (in particolare cocaina) e a volte di sostanze alcoliche». E a chiedere la droga era la stessa Maja, probabilmente perche' «si era abituata a farne uso smodato dopo il suo arrivo in Italia dalla Slovenia», come risulta dall'audizione della ragazza che ha avuto bisogno - sottolinea il Gip - di oltre un anno di cure per la disintossicazione.
 
 
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