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Italia. Moratti: basta con riduzione del danno, e' distruttiva
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Notizia 
20 settembre 2007 13:18
 
Basta con le politiche per la riduzione del danno e fine della distinzione tra droghe leggere e pesanti.
E' questo l'appello lanciato dal sindaco di Milano, Letizia Moratti, al convegno sulle strategie management e comunicazione contro la dipendenza dagli stupefacenti, organizzato da Ecad (European Cities Against Drughs), la rete di circa 300 città europee riunite sotto la bandiera del proibizionismo in materia di politiche di contrasto all'uso e alla diffusione di sostanze stupefacenti.
"Le politiche basate sulla riduzione del danno e del contenimento sociale del fenomeno droga attuate fino ad oggi, anche nel nostro Paese, hanno portato risultati disastrosi.
Dobbiamo dire basta. C'è bisogno di maggiori politiche di prevenzione e di comunicazione che formino personalità forti e motivate", ha affermato il sindaco di Milano che ha poi sottolineato come sia necessario smettere con la distinzione tra droghe leggere e quelle pesanti.
"E' necessario mettere in campo politiche molto chiare che dicano che tutte le droghe sono dannose", ha dichiarato la Moratti, domandandosi retoricamente "perché su tutte le politiche riguardanti la salute ci si basa su ricerche scientifiche e sulla droga no?". Il primo cittadino ha poi citato uno studio della rivista Lancet relativo alla cannabis nel Regno Unito che ha visto moltiplicare esponenzialmente negli ultimi dieci anni le persone in cura per l'uso di cannabis. "Sul tema della droga ci vuole serenità, non ideologia ma soprattutto molta serietà", ha continuato il sindaco di Milano, ricordando che il fenomeno del consumo di stupefacenti "nasce dal disagio e dal vuoto dei giovani, oltre che da un corto circuito educativo, dal mancato confronto con genitori e amici e da modelli e miti talvolta incentrati solo sull'immagine, il successo, la carriera e il potere, trascurando i rapporti fatti di relazioni e di emozioni".
"Le persone si drogano per fuggire da se stessi e dalla realtà sono giovani che non hanno paura di morire ma hanno paura di vivere".
La Moratti ha infine ricordato che ieri, nell'incontro dedicato alla sicurezza, tra i sindaci dell'Anci e il viceministro dell'Interno Marco Minniti, c'è stata la richiesta di tutti i primi cittadini di inserire la prevenzione e il sostegno al reinserimento nei compiti delle amministrazioni locali. La Moratti ha poi fatto un appello a Minniti, presente in sala, perché "ci aiuti a superare quella mentalità di cui non abbiamo bisogno che prevede la distinzione tra le diverse sostanze" e ha chiesto una maggiore differenziazione per legge tra lo spaccio e il consumo, chiedendo maggiore rigore contro chi vende droga e una maggior forza di intervento per il recupero delle persone.

FERRERO: LA COLPA E' DELLA FINI-GIOVANARDI -Il ministro per la Solidarieta' Paolo Ferrero replica a distanza che questa e' la stessa politica gia' praticata dal governo di centrodestra e che ha prodotto un'esplosione del consumo di droga e un forte aumento della microcriminalita' ad esso collegata'.
Ferrero sostiene, invece, d'essere d'accordo 'con chi ha proposto di affrontare questo tema nell'ambito nel pacchetto sulla vivibilita' e la sicurezza nelle citta', questo nella prospettiva di superare definitivamente la Fini-Giovanardi'.
"Il tema della droga non è stato affrontato in maniera adeguata dagli ultimi governi, compreso il nostro". Controreplica così Moratti.
Il ministro della Solidarietà aveva criticato le posizioni "proibizioniste" espresse oggi dalla Moratti sostenendo che "la politica proposta oggi dalla Moratti è la stessa già praticata dal governo di centrodestra, che ha prodotto un'esplosione del consumo di droga e un forte aumento della microcriminalità ad esso collegata".
Credo debbano esserci politiche più oneste che tengano conto dei risultati positivi e negativi e, sulla base delle evidenze, permettano di reimpostarne le politiche".

MILANO E GOVERNO PENSANO A STUDIO SU POLITICHE - Il Comune di Milano e il Ministero della Salute potrebbero lavorare insieme per un progetto di ricerca sull'efficacia delle diverse politiche sul tema della droga. Alla proposta del sindaco Letizia Moratti, alla fine di un convegno organizzato a Milano dall'organizzazione delle Citta' europee contro la droga, il ministro Livia Turco in collegamento telefonico ha dato la disponibilita' 'a costruire una sinergia'.
'Siamo disponibili a continuare la collaborazione. Credo che il tema piu' importante sia investire nella prevenzione e in questo penso che i Comuni possano avere un ruolo importantissimo'. Come importante, secondo il ministro, e' l'integrazione fra comunita' di recupero e servizi e 'l'alleanza fra i servizi sociali e sanitari'.



'Se anche la Moratti, ex ministro del passato governo Berlusconi, ammette di aver sbagliato rispetto alla legge Fini-Giovanardi sulle droghe, allora vuol dire che i danni che sta producendo questa legge sono enormi': lo afferma Francesco Piobbichi, responsabile politiche sociali del Prc. 'Spero - aggiunge - che adesso il governo in carica non perda un solo minuto per buttare via una legge che invece dei narcotrafficanti colpisce i consumatori'.

"E' necessario promuovere campagne che dicano con chiarezza che le droghe fanno male, che pubblicizzino tra i giovani e le famiglie anche i dati crudi relativi alle conseguenze dell'uso della droga, che sottolineino come l'Europa miri a eliminare la dipendenza e non a mantenerla come fanno le politiche di riduzione del danno. Per queste campagne che ne scoraggino l'uso abbiamo stanziato per il prossimo anno 21 milioni di euro". E' quanto ha affermato oggi il vicepresidente della Commissione europea e commissario per la Libertà, la giustizia e la sicurezza Franco Frattini.
Per Frattini alle azioni preventive, vanno però affiancate una maggiore cooperazione transnazionale tra gli organi di polizia dei singoli Stati membri che si occupano specificatamente di droga e rafforzare Europol, la polizia europea. Il commissario propone anche un'unica banca dati europea alimentata dai singoli Stati che contenga tutte le informazioni relative ai componenti delle organizzazioni criminali, questo anche in vista dell'ulteriore caduta delle frontiere (e quindi dei controlli) dei Paesi neocomunitari.
"Si tratta di proposte che non richiedono una politica comune europea - sottolinea Frattini - perché oggi purtroppo non c'è e non ci sarà a breve una normativa comune in materia di droga: ogni Stato fa per se". E proprio di fronte all'assenza di un'azione comune, Frattini promuove il "ruolo centrale dei sindaci che devono gestire le politiche antidroga sul territorio", così come del resto devono fare in tema di immigrazione. In questo senso, Frattini lancia l'idea di un manifesto delle città europee "che può dare un messaggio forte anche ai governi più riluttanti verso una legislazione comune".
A preoccupare maggiormente Frattini c'è la crescita costante della produzione di stupefacenti che avviene nelle regioni del Sud dell'Afghanistan sotto controllo dei talebani. "La comunità internazionale deve essere chiara: le piantagioni devono essere prioritariamente distrutte" ha affermato il commissario europeo, sottolineando come la "sostituzione dell'oppio con culture alternative non ha finora assolutamente funzionato".
L'altro tema di preoccupazione è legato alle rotte africane del traffico internazionale di stupefacenti. "L'enorme povertà, la grande corruzione, l'assenza di istituzioni solide e la presenza di cellule del terrorismo islamico - spiega Frattini - permettono che in alcuni Paesi africani i trafficanti introducano enormi quantità di droga che poi vengono smerciate in Europa".
Così come aveva fatto questa mattina il viceministro dell'Interno Marco Minniti, anche Frattini evidenzia il rischio di "una crescente commistione tra i trafficanti di droga e quelli di uomini". Di certo, secondo il vicepresidente della Commissione europea "lo stupefacente è sempre più a buon mercato e sempre più diffuso", e c'è un sensibile aumento delle droghe chimiche: più facili e meno costose da produrre e distribuire.

"La bontà di quanto afferma la Moratti sulle droghe sta nei risultati pessimi ottenuti dal suo governo nella precedente legislatura". Con questa parole Daniele Farina, vice presidente della commissione Giustizia alla Camera, ha bocciato la richiesta del sindaco di Milano Letizia Moratti di porre fine alle politiche di limitazione del danno, in materia di droghe, avanzata nel corso del convegno 'Against Drugs' in svolgimento nel capoluogo lombardo.
"Il convegno promosso da ECAD si sta rivelando all'altezza delle pessime attese - ha accusato Farina. D'altro canto questo raggruppamento, anche noto come 'adunanza del disastro' è direttamente responsabile, con le proprie politiche e tesi, della catastrofica situazione in materia di droghe. Stupisce inoltre che proprio un sindaco di centrodestra attacchi le politiche di riduzione del danno e del rischio, già assai poco praticate in Italia e ulteriormente ridimensionate nei cinque anni del governo Berlusconi. Per l'assenza di un contraddittorio che pur esiste nell'ambiente scientifico su materie come quello della droga, più che un convegno è un comizio proibizionista".
"Non è un caso - ha concluso Farina - che la Conferenza latina per la riduzione dei rischi correlati al consumo di droghe (CLAT4) si svolga proprio a Milano dal 29 novembre al 1 dicembre. Sarebbe utile che anche il sindaco Moratti ci buttasse un occhio". Dichiarazione di Donatella Poretti (Rnp):
Come rispondere al sindaco di Milano, Letizia Moratti, quando dice che le politiche di riduzione del danno hanno portato risultati disastrosi in Italia? Verrebbe da chiederle in quale Paese stia vivendo e in che citta' stia esercitando la funzione di prima cittadina. Quanto dichiarato nega la realta' dei fatti, affermata scientificamente da piu' parti (1) e confonde sempre piu' le idee ai cittadini.
In questi ultimi tempi si fa un gran parlare di mancanza di sicurezza collegandola al problema della droga. Sono pericolose le parole del sindaco di Milano che pensa di risolvere questa situazione, rendendo ancora piu' aspre le pene e senza politiche di riduzione del danno. La stessa Moratti, il maggio scorso, decise di non distribuire piu' siringhe ai tossicodipendenti. Questa semplice e non costosa misura aveva contribuito a salvare centinaia di migliaia di vite umane, prevenendo il diffondersi di malattie come l'Hiv, ma evidentemente non era stata ritenuta utile dal Sindaco. Dalle sue affermazioni di oggi non mi sembra che una tale decisione abbia portato a qualche risultato positivo. Suggerisco al Sindaco di ritornare sui propri passi e di invertire rotta seguendo l'esempio di Spagna, Canada, Olanda, Svizzera, Australia, Paesi in cui sperimentazione della somministrazione controllata di sostanze illecite, e le "safe injection room" (o narcosale) hanno portato solo effetti positivi.
Sono sicura che al Sindaco di Milano non sfugge che la ricetta proposta e' quella della legge Fini-Giovanardi, approvata dalla precedente maggioranza e, purtroppo, di fatto applicata fino ad oggi da questa. I "risultati disastrosi" di cui parla sono proprio la conseguenza dei principi proibizionistici su cui si basa questa legge. Come, infatti, risulta dall'ultima Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze, i consumi di sostanze stupefacenti sono aumentati e i prezzi al dettaglio al mercato nero sono diminuiti.
Auspico che quanto detto ieri dal ministro della Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, in risposta ad un mio question time, sia vero. Presto il ddl sulle tossicodipendenze per riformare la Fini - Giovanardi dovrebbe arrivare in Parlamento e allo stesso tempo, aggiungo io, come deciso lo scorso 26 giugno, le proposte di legge sulla droga spero siano al piu' presto calendarizzate dalle commissioni riunite Affari Sociali e Giustizia (clicca qui).

Dichiarazione di Bruno Mellano (deputato radicale della Rosa nel Pugno) e Nathalie Pisano (Radicali Milano):
"Il sindaco Letizia Moratti ha letto con convinzione il copione che le aveva scritto Andrea Muccioli: no alla riduzione del danno perché lo dimostrano i dati scientifici (a noi risulta proprio il contrario ma donna Letizia non ammette contraddittorio); una gran confusione tra droghe pesanti e droghe leggere, facendo di tutta l'erba un fascio; più poteri ai sindaci per garantire la mitica parola "sicurezza".
Il problema è che il sottosegretario Minniti ha seguito senza incertezze la scia tracciata dalla Moratti: con la scusa della lotta al narcotraffico ha rilanciato la necessità di politiche proibizioniste a livello internazionale senza considerare che il risultato di decenni di questo approccio non ha recato un grave danno ai trafficanti; infatti, come egli stesso afferma, solo un decimo della droga in circolazione viene intercettata e sequestrata. Nessun accenno alla possibilità di legalizzazione dell'oppio afgano per fini medici. Nessun accenno alla riforma della legge sulla droga annunciata ieri alla Camera dal Ministro Ferrero.
Solo le solite parole d'ordine che ci ripetono da trent'anni i ministri degli Interni di qualsiasi colore.
Il compianto Giorgio Gaber l'aveva già detto: dov'è la destra, dov'è la sinistra?".

Il viceministro dell'Interno Marco Minniti dice no a zone franche di spaccio in Italia.
Proprio ieri l'associazione dei Comuni ha chiesto a Minniti di reinserire il tema della droga (cosi' come quello della prostituzione e dei problemi legati all'immigrazione) nel provvedimento sulla sicurezza voluto dai sindaci. E ai sindaci e agli enti locali il viceministro si e' rivolto oggi ribadendo 'il bisogno di una forte collaborazione fra Stato e enti locali'.
'Nel nostro Paese - ha spiegato - non ci devono essere zone franche di spaccio. E per questo c'e' bisogno di una forte collaborazione. Se vogliamo vincere servono azioni contemporanee'. Non basta liberare una piazza dagli spacciatori, secondo Minniti, serve subito poi l'azione del Comune per recuperarla e metterla a disposizione dei cittadini, o tutto ritorna come prima. 'Sono azioni abbastanza facili - ha concluso - se abbiamo voglia e la possibilita' di sviluppare una leale collaborazione, che ritengo indispensabile per garantire un principio di sicurezza che sia applicabile nel nostro Paese'.

'L'amministrazione di Milano non investe nulla nelle dipendenze e rifiuta sistematicamente il confronto con le organizzazioni milanesi che da trenta anni si occupano di questo fenomeno'. A denunciarlo e' Achille Saletti, responsabile della comunita' Saman che risponde cosi' al sindaco Moratti.
'Tra gli ideologici del fenomeno droga in Italia, oggi - ribadisce Saletti - il Sindaco Moratti rappresenta un elemento centrale. Dunque il richiamo alla non ideologia andrebbe rivolto principalmente a se stessa posto che il Sindaco Moratti oggi, a Milano, fa solo ideologia. Il resto sono solo parole al vento, proiezioni fanatiche che servono solo a riempire il vuoto pneumatico e la mancanza di idee e di iniziative della sua amministrazione'. 'Per non dire che Milano, grande citta' - aggiunge il presidente di Saman - ha il numero piu' alto di consumatori in Italia e a fronte di questo dato nulla fa il comune nelle politiche di prevenzione, di reinserimento di accompagnamento'. 'Invece di richiamarsi alla rivista Lancet - prosegue - sarebbe politicamente piu' onesto che ci chiarisse quale servizi vuole offrire il comune di Milano ai tanti consumatori problematici che popolano questa citta'. O chiarire perche' rispetto alle dimensioni di questo fenomeno si investe solamente un milione di euro cifra piu' da cittadina di provincia che da citta' metropolitana'.
'Ma chiedere di agire politicamente e non con le parole alla Moratti - secondo Saletti - forse e' eccessivo. Preferisce, di sicuro le ideologie e le vuote parole ai fatti, alla fatica di progettare interventi sensati, e alla possibilita' che, non potendo contrastare un fenomeno cosi' diffuso, quanto meno si cerchi di governarlo. Rimangono solo le urla e gli strepiti, inutili e dannosi per i consumatori ma di grande visibilita' politica per la Moratti'.

"E' il caso di recuperare un minimo di decenza e dire che tutte le droghe provocano disastri enormi. Non esiste alcuna evidenza scientifica che ci siano droghe che non provocano danni, sono tutte da combattere". E' quanto ha affermato il responsabile della comunità di San Patrignano, Andrea Muccioli, a margine del convegno sulla lotta alla droga organizzato a Milano dall'Ecad.
"Oggi il 60% dei ragazzi in comunità - ha proseguito Muccioli - non ha mai visto una siringa, ma marijuana, hashish e ecstasy. Si sono distrutti la vita, ma a causa di una martellante comunicazione diseducativa non si considerano tossicodipendenti".
Il figlio del fondatore della nota comunità per il recupero dei tossicodipendenti in provincia di Rimini ha poi attaccato duramente la politica: "Se fossi un parlamentare mi sentirei in dovere di dare garanzie sui miei comportamenti e non avrei problemi a fare un test per dimostrare che non mi drogo o a rinunciare a privilegi che mi sembra invece siano attenti a difendere". "Chi ha la responsabilità di servire gli altri credo abbia il dovere della trasparenza, ma non mi pare di vederne in gran parte del mondo politico", ha concluso Andrea Muccioli, sottolineando che "anche noi dovremmo fare un esame di coscienza sul perché abbiamo eletto tanta fuffa".
Oggi, durante il convegno della rete "European cities against drugs" viene presentato anche il nuovo master internazionale dal titolo "Comunicazione e strategie d'intervento nelle tossicodipendenze: prevenzione, contrasto e recupero sociale" in partership con lo Iulm, l'Università di San Pietroburgo e la comunità di San Patrignano, e con il patrocinio del Comune di Milano.

Sulla droga, Letizia Moratti 'sceglie l'ideologia invece di assumere impegni': il capogruppo e un consigliere dell'Ulivo in Comune, Marilena Adamo e Andrea Fanzago.
E, per affermarlo, denunciano che 'il Comune di Milano non ha rinnovato le convenzioni con il volontariato e il privato sociale, scadute al dicembre 2006 per i progetti di prevenzione e interventi di contrasto alla droga, per un valore complessivo di 798.000 euro'. E' vero che Palazzo Marino ha scritto loro lo scorso luglio dicendo che rinnovera' le convenzioni fino alla fine dell'anno 'ma - sottolineano i due esponenti del centrosinistra - ad oggi non si vedono ancora ne' le convenzioni del 2007 ne' il pagamento per l'attivita' del 2007 gia' svolte'.
La critica del centrosinistra, pero', riguarda anche il convegno di oggi, dove e' presente la Comunita' di San Patrignano ma dove, secondo Fanzago e Adamo, mancano altre esperienze. 'Il confronto sui metodi piu' efficaci e' tecnico e non politico - osservano - A Milano manca una politica programmata sulla lotta alle dipendenze'. E diminuiscono anche i fondi: nel 2003 in bilancio, spiega l'opposizione, c'erano 1 milione 540 mila euro, quest'anno un milione 250 mila.
La loro proposta dunque e' di convocare una conferenza straordinaria dei servizi per scrivere un piano triennale di interventi, coinvolgere scuole, oratori, commercianti, discoteche e associazioni sportive in una campagna di informazione e prevenzione, ma anche di potenziare i punti di ascolto e l'educazione stradale, di rilanciare i centri di aggregazione giovanile e anche i centri di accoglienza temporanea per la tossicodipendenza. E poi ancora propongono di rinegoziare la retta convenzionata per l'accoglienza in comunita' di recupero che ora a 44 euro al giorno considerano 'irrisoria' e chiedono di convocare la commissione Servizi sociali per un'audizione congiunta degli assessori alla Salute Carla De Albertis e alla Famiglia Mariolina Moioli insieme con il coordinamento milanese del privato sociale per trovare gli indirizzi d'azione per affrontare il tema delle dipendenze a Milano.

'La riduzione del danno, come il sindaco Moratti dovrebbe sapere, e' un intervento salvavita e non e' in contrapposizione con le comunita' di recupero: e' il suo attacco a questo approccio ad essere puramente ideologico'.
Cosi' Vittorio Agnoletto, fondatore della Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS, contesta le dichiarazioni di Letizia Moratti.
'In tutto il resto d'Europa e del mondo la cura e riabilitazione, di cui si occupano le comunita', sono considerate sullo stesso piano - in un continuum logico, e non ideologico - degli interventi di riduzione del danno e lotta al narcotraffico. A Milano - aggiunge Agnoletto - come in tutte le grandi citta' italiane, i consumi di droga cambiano: le comunita' non sono piu' l'unica alternativa possibile perche' molti consumatori integrano il consumo di sostanze nella loro vita quotidiana, per un certo periodo di tempo'.
'Inoltre - prosegue - ricordo al sindaco che il Programma dell'UE per il periodo 2007-2013 (votato il 23 luglio scorso) afferma proprio l'importanza della riduzione del danno, intesa come politica mirata alla salute pubblica. Quanto al dibattito sulla pericolosita' delle droghe leggere, si tratta di dati ancora non scientifici, perche' non dimostrati, mentre e' sicuramente dimostrato che le sostanze piu' pericolose sono quelle legali: alcool, tabacco, farmaci'. 'Se l'interesse e' salvare delle vite, - conclude Agnoletto - la Moratti farebbe bene a investire risorse nelle unita' di strada e nelle decine di operatori che ogni giorno evitano morti per overdose, assistono tossicodipendenti in crisi etc. Anzi, suggerisco un intervento semplicissimo, che migliorerebbe le condizioni di vita non solo di chi fa uso di sostanze, ma anche di tutti i milanesi: ripristini subito i distributori di siringhe dislocati in vari punti della citta'. Da qualche tempo non funzionano piu', e questo significa che i tossicodipendenti non possono acquistare siringhe pulite ne' scambiare quelle usate con le nuove (come accadeva appunto con le suddette macchinette).
L'annunciato taglio a questi interventi (unita' di strada, distributori di siringhe) rende oggettivamente corresponsabili l'amministrazione e il sindaco dell'aumento delle infezioni da HIV ed epatite B e C e delle morti correlate'.

L'Universita' Iulm con la collaborazione della Comunita' di San Patrignano e dell'universita' russa di San Pietroburgo ha organizzato un master unico nel suo genere sulla comunicazione e le strategie di intervento nelle tossicodipendenze.
A collaborare all'iniziativa e' anche il Comune di Milano che ha dato alcuni finanziamenti, il patrocinio e la possibilita' di presentare oggi il progetto durante il convegno delle European Cities against Drugs che si e' svolto a Milano.
E proprio il sindaco Moratti ha annunciato di aver avuto dimostrazioni di interesse anche da altre citta'.
'Noi -ha spiegato il rettore dell'universita' milanese Giovanni Puglisi- il sistema della comunicazione sia portante per un messaggio di lotta alla droga'. Lo scopo del master (aperto a un massimo di 25 partecipanti) si rivolge sia a laureati sia a operatori pubblici che intendono specializzarsi in questo settore, in particolare nella formazione e nell'informazione. La maggior parte degli stage previsti si svolgera' a San Patrignano.
 
 
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