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Italia. Marijuana terapeutica: servono ancora sperimentazioni
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Notizia 
4 maggio 2002 19:26
 
Secondo Antonio De Poli, assessore veneto alle Politiche Sociali, intervenuto sulla questione della marijuana terapeutica, "La demagogia di chi tentando di accreditare i farmaci contenenti cannabis, vuole indirettamente ridurre il concetto di pericolosita' sociale e di disvalore che l'uso di tali sostanze hanno nella quotidianita' di molti giovani, non puo' essere accettata. Sbaglia chi utilizzando l'effetto emotivo sull'opinione della gente che si puo' ottenere declamando un presunto uso terapeutico (anche se in gravi patologie) di una sostanza che comunemente viene utilizzata come vera e propria droga, e cerca di accreditarla come sostanza buona e dalle caratteristiche positive in ogni caso, estendendo quindi questa presunta bonta' implicitamente anche per altri usi".
De Poli ricorda comunque che "tutte le sostanze farmacologicamente attive possono essere utilizzate in molti modi e per varie finalita' ed e' proprio il loro uso non controllato e le loro finalita' non terapeutiche che, indipendentemente dalle caratteristiche terapeutiche proprie delle sostanze correttamente utilizzate, le possono rendere pericolose e addirittura controindicate. Un farmaco non e' mai buono di per se' ma lo diventa solo se sicuro, realmente efficace, applicato nel modo giusto (dai professionisti abilitati) e per definite e precise malattie, generando costi che comparati con altre terapie parimenti efficaci e sicure non siano superiori. Per contro questo Assessorato ritiene che qualsiasi sostanza possa curare o aiutare le persone sofferenti a vincere o gestire meglio le proprie malattie debba essere presa in seria considerazione, ma proprio per il valore che diamo alle parole seria considerazione, si ritiene che l'unico modo di procedere sia quello di affidarsi alla ricerca scientifica e non all'ideologia. Sono convinto -conclude De Poli- che come per tutte le sostanze esistenti in natura, anche la cannabis, per poter trovare un uso terapeutico, dovra' sottoporsi ancora ad ulteriori sperimentazioni, controllate e serie che tutti gli Stati tecnologicamente avanzati prevedono per poterne testare quattro fondamentali aspetti delle sostanze destinate all'uso terapeutico sull'uomo: sicurezza, efficacia, identificazione precisa del campo specifico di applicazione e costi".
L'assessore veneto ha infine ricordato due ricerche in questo campo portate avanti da un gruppo di ricercatori svizzeri e inglesi che hanno valutato, attraverso l'esame degli studi clinici sinora realizzati, l'efficacia dei cannabinoidi nella terapia del dolore, riscontrando che, se da un lato essi sono leggermente piu' efficaci degli antiemetici convenzionali, gli effetti indesiderati da essi (sonnolenza, sedazione, euforia, depressione, paranoia, allucinazioni) sono stati piu' frequenti che non nel caso di altri farmaci antiemetici di confronto.
 
 
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