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Italia. Livia Turco: "Fini disconosce i risultati ottenuti"
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16 marzo 2002 18:33
 
Per Livia Turco -responsabile del Welfere dei Democratici di Sinistra- "le parole del vice presidente Fini, pronunciate alla commissione Onu di Vienna, confermano tutta la gravita' e la portata della svolta sulla droga operata dal Governo".
In questo modo il Governo "cancella tanti anni di lotta alle droghe" riassumendo tutto in un'unica ricetta: colpire i tossicodipendenti ricorrendo al carcere. Un programma che "disconosce i risultati ottenuti dal lavoro straordinario e generoso di tante comunità e di tanti operatori. Risultati quantificabili -a testimoniarlo- le molte persone uscite dalla tossicodipendenza e le tante che non sono più morte per overdose". Proponendo di ritornare alla dose media giornaliera, oltre alla quale il tossicodipendente va in carcere, "il Governo non solo dimentica che c'e' gia' stato un referendum popolare ma, soprattutto, si ostina a non guardare la realta' che sta di fronte ai nostri occhi. Essa ci parla di una popolazione carceraria composta da quasi un terzo di tossicodipendenti. E la realta' insegna che il carcere non aiuta ad uscire dalla tossicodipendenza". "Ripristinare la modica quantita' giornaliera e superare la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti significherebbe aumentare la presenza di tossicodipendenti in carcere e lasciare soli tanti giovani nel tunnel delle droghe". Il problema c'e', "ma e' di segno opposto a quello indicato dal vice presidente Fini. Lo formulo proponendo un interrogativo: e' giusto che in carcere ci siano, con quasi eguali pene, giovani che detengono droga per piccolo spaccio finalizzato all'uso personale e medi e grandi spacciatori?"
La legge Jervolino-Vassali deve essere modificata "depenalizzando le condotte connesse all'uso individuale di droghe e dunque differenziando le pene tra piccolo, medio e grande spaccio". I Democratici di sinistra presenteranno una modifica della legge Jervolino-Vassalli per emendare la norma che "costringe il tossicodipendente a tornare in carcere per scontare i cosiddetti residui di pena anche quando egli e' gia' uscito dalla droga e si e' inserito nella societa'". I Ds chiedono al Governo "di impegnarsi per potenziare le strutture alternative al carcere e il servizio dell'affidamento in prova ai servizi sociali e alle comunita"'. Per Livia Turco e' "lo sguardo tutto rivolto al passato in materia di droghe cio' che colpisce piu' negativamente della posizione del Governo. Il vice presidente del consiglio insiste su una politica proibizionista basata sul ricorso al carcere, sulla cancellazione di tante forme preziose di presa in carico dimenticando che il fenomeno delle droghe e' cambiato e siamo di fronte ad una diffusione massiccia di nuove droghe e di cocaina che richiedono approcci e servizi nuovi. Soprattutto richiede una politica di prevenzione che concretamente significa attivare la capacita' di ascoltare i giovani, di costruire con loro una vera amicizia, di offrire loro gli strumenti, le opportunita' perche' possano esprimere la loro creativita', i loro talenti e possano stare bene insieme". "Prevenzione -conclude Livia Turco- significa inoltre la capacita' degli adulti di esercitare una guida morale capace di convincere e dissuadere anziche' reprimere.
L'Ulivo dara' vita nei prossimi giorni ad un tavolo permanente di lavoro con gli operatori dei Sert e delle comunita' per portare avanti una battaglia culturale, di sostegno a chi opera ogni giorno contro le droghe e per contrastare questa dannosa politica del Governo".
 
 
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