La Conferenza degli assessori regionali alle politiche sociali, riunitasi oggi a Roma e coordinata dall'assessore veneto, Antonio De Poli, ha approvato all'unanimita' un documento molto duro contro il decreto del Governo che ha istituito il Dipartimento nazionale per le politiche antidroga (Dnpa).
Il senso del documento, che sara' sottoposto domani al vaglio della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, e' di un conflitto tra poteri e irregolarita' che deriverebbero "dalla legislazione in vigore e maggiormente definiti dalle modifiche costituzionali del titolo V". Il documento degli assessori regionali specifica che ''il decreto governativo attribuisce al Dnpa molte competenze regionali che travalicano i livelli essenziali delle prestazioni in materia di lotta alla droga che sarebbero essenziale compito del Governo; riaccentra a livello nazionale la competenza regionale di Piani e programmi e di sorveglianza sull'operato regionale e locale, nonche' di scelte dettagliate quali quelle individuate alla lettera e) dell'articolo 4 del decreto (liberta' di scelta del programma terapeutico e socio-riabilitativo della persona); allarga la competenza dello Stato, anche se apparentemente si fa passare come un riordino della Presidenza del Consiglio dei Ministri a compiti gestionali che debordano largamente l'azione di indirizzo e di coordinamento del Governo peraltro superata dalle modifiche costituzionali''.
Ma ancora il documento rileva che il decreto per l'istituzione del Dnpa non solo "non ha seguito l'iter procedimentale previsto dagli accordi e dalle norme sui rapporti tra Stato-Regioni'', ma che ''non vi e' stata alcuna concertazione preventiva con le Regioni stante la competenza strettamente regionale sulla materia". La richiesta e' che il Governo riesamini il provvedimento e contestualmente sospenda l'iter gia' intrapreso.