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Italia. Un convegno a Rimini per la cannabis terapeutica
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Notizia 
28 marzo 2002 14:22
 
Martedi' passato, 26 marzo, si e' tenuto a Rimini un Convegno per la sperimentazione della cannabis ad uso terapeutico, organizzato dai Radicali riminesi, dall'associazione Jose' Bleger e dall'associazione sclerosi multipla di Rimini. A seguito della serata Sergio Giordano, dei Radicali riminesi, ha inviato un comunicato per raccontare l'incontro, di cui vi riportiamo ampi stralci.
"La prima testimonianza e' stata quella di Lino Vici, presidente dell'associazione sclerosi multipla, che ha parlato dei suoi miglioramenti nella deambulazione e nella riduzione del dolore, da quando fa uso ogni sera di cannabis, tanto che e' in grado di fare le scale, escludendo l'uso dell'ascensore. Puo' essere un effetto placebo, oppure no, ma la cosa che lui chiede insistentemente e' di non doversi procurare il principio attivo in modo non lecito.
Un'altra relazione e' stata quella di Claudio Capuccino, rappresentante della Associazione Cannabis Terapeutica, che ha raccontato di un paziente che era soggetto ad epilessia di origine traumatica e che si accorse dell'uso terapeutico della cannabis, accidentalmente, utilizzando spinelli con amici a scopo ludico. Ma dopo questa breve introduzione, il relatore ha poi precisato che era sua intenzione parlare solo di cannabis terapeutica, sganciando il problema dal proibizionismo e antiproibizionismo. In medicina, ha affermato, si puo' usare di tutto, sia per promuovere lo studio scientifico sia per facilitare in tutti i modi i pazienti. Sono 20 anni che si parla in Italia dell'uso terapeutico della cannabis e, grazie al ex ministro Veronesi, il problema aveva ricevuto degna attenzione, esiste un Libro bianco su quanto si e' fatto sull'utilizzo terapeutico di questa sostanza.
Le ricerche principali attuali, in campo medico, vertono su sclerosi multipla e artrite reumatoide e in Gran Bretagna si usa un estratto di canapa per via spray, esistono anche dei protocolli di ricerca, ma mancano i soldi per farla, sembra comunque che ci siano dei benefici come antiinfiammatorio e antidolorifico.
Esistono numerosi principi nella pianta, circa 60 cannabinoidi, ma la ricerca purtroppo su di essi viene scoraggiata dalla mancanza di fondi. La pianta e' sicuramente utile nel combattere la nausea, il vomito in pazienti sotto chemioterapia antitumorale, stimola l'appetito in ammalati con Aids e forse puo' essere utilizzata come antidepressivo, visto che riduce sicuramente gli spasmi muscolari nella sclerosi multipla, agisce sul dolore, sul glaucoma e sembra proteggere sull'anossia cerebrale, arteriosclerosi, ipertensione. Infine sembra che certi tumori del cervello e mammella, possono essere contrastati da questa.
Un altro intervento e' stato quello del dr. Gianpaolo Grassi, ricercatore dell'Istituto sperimentale di Bologna sulle proprieta' delle piante, che ha descritto come avvengono le coltivazioni dei diversi tipi di cannabis, raccontando quello che avviene nel suo Istituto sulla Cannabis Colorata, ovvero quella per uso industriale, per la quale si prendono, per coltivarla, contributi europei, e si differenzia da quella che produce la droga.
La canapa ha piu' di 1000 diverse applicazioni e laureandi vanno nel suo Istituto (ISCI) per le loro tesi. Ogni pianta ha una sua individualita' e l'effetto e' sempre diverso. Bisogna conoscere la pianta, di conseguenza procurarsela sulla piazza non offre nessuna garanzia.
Il dr. Leonardo Montecchi, psichiatra operatore Sert e presidente dell'associazione Jose' Bleger, ribadendo che la cannabis ha una potenzialita' terapeutica, che si distingue dal suo uso di droga a scopo ludico, si e' domandato perche' non si possa fare la sperimentazione su Lino Vici per questa sua supposta proprieta'.
Vici la usa e ha dei benefici. E' allora proprio necessario che vada dallo spacciatore? Oppure e' bene che rimanga nella legalita'? Perche' la morfina si puo' usare a scopo terapeutico, mentre la cannabis no! Puo' anche essere che la cannabis non funzioni, ma e' necessaria una sperimentazione. Per fare questo bisogna togliere il blocco del pregiudizio. Spesso un medico si trova di fronte a questo dilemma: non poter fare sperimentazione in base a pre-giudizio. Quale e' la via per arrivare ad un Protocollo di ricerca? Cannabis Sativa?!
Dovrebbe essere fatta una ricerca clinica su pazienti, ottenendo l'autorizzazione con l'aiuto di una forte pressione dell'opinione pubblica, e, unendo gli interessi, arrivare all'autorizzazione legislativa. La conclusione e' quella di far si' che la Usl chieda alla Regione l'autorizzazione. I medici potranno dire se e' follia o no. Piu' consenso dell'opinione pubblica significa piu' praticabilita' del progetto. Per fare questo progetto potrebbero essere sensibilizzati gli assessorati alla salute della Emilia e Romagna e Toscana, e supportare le aziende agricole per la produzione della cannabis terapeutica."
Cosi' si conclude il racconto della serata fatto da Sergio Giordano.
 
 
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