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Italia. Codacons ricorre al Tar per dimezzare quantita' massime di cannabis per uso personale
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17 gennaio 2007 13:51
 
E' la tutela dei giovani tra i 12 e i 18 anni il motivo che ha spinto il Codacons a presentare questa mattina al Tar del Lazio il ricorso contro il decreto voluto dal ministro della Salute, Livia Turco, che ha raddoppiato la dose lecita di cannabis per uso personale. Di seguito, in mattinata, il Collegio presieduto da Mario Di Giuseppe si pronuncera' sul ricorso.

'La nostra non e' una battaglia repressiva -spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons- ma la volonta' di tutelare gli adolescenti che si possono accostare facilmente alla cannabis per presunti motivi di disagio. Elevare il quantitativo di dose lecita per il consumo personale  non e' la migliore soluzione perche' rischia di far disperdere le capacita' di apprendimento dei ragazzi a scuola. Gli anni tra i 12 e i 18 infatti sono quelli della formazione della personalita' e, a prescindere dagli effetti collaterali negativi sulla salute, il consumo di cannabis potrebbe influire negativamente sui risultati scolastici rischiando di segnare la sorte futura di questi ragazzi'.

'A queste considerazioni  se ne aggiunge una meramente politica: il decreto ministeriale non e' per nulla motivato.
La stessa Commissione incaricata di fissare i quantitativi massimi per ogni sostanza stupefacente nell'allegato 8 della sua relazione ha dichiarato che rimangono margini di incertezza sugli effetti della cannabis in relazione alla frequenza della sua assunzione nel corso della giornata'.

AVVOCATURA STATO: DEVASTANTE ANNULLARE DECRETO TURCO 'Sarebbero devastanti le conseguenze dell'annullamento di un decreto come quello del ministro della Salute Livia Turco sul quantitativo massimo di cannabis per uso personale, che contiene in se' una fattispecie penale'. Questo il giudizio di Paolo Cosentino, legale dell'Avvocatura dello Stato, che questa mattina al Tar del Lazio si oppone al ricorso presentato dal Codacons.
Contrario alla sospensiva e' invece Cosentino, perche' cosi' si ripristina la normativa precedente.
Quanto poi alla mancanza di motivazione del decreto ministeriale invocata dal Codacons, Cosentino spiega che 'il danno esiste solo laddove esiste il consumo, quindi non per effetto della presenza del decreto che e' ampiamente motivato sulla base degli atti istruttori, e delle conclusioni della Commissione di studio. Oltre al fatto che era stato osservato - continua - come in un solo anno erano cresciute le denunce penali per reati legati al possesso di sostanze stupefacenti oltre la soglia consentita, reati che pero' non hanno una rilevanza penale cosi' grave'.
 
 
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