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Italia. Carceri: Firenze, anche Solliccianino dice no al "modello unico San Patrignano"
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Notizia 
1 febbraio 2002 20:03
 
Con una lettera -pubblicata dal quotidiano La Nazione- i detenuti della casa circondariale Mario Gozzini di Firenze e della casa circondariale femminile di Empoli hanno criticato il modello unico alla San Patrignano, proponendo la loro esperienza diretta come un'alternativa possibile al modello unico deciso dal Governo.
Come puo' San Patrignano rappresentare la sola riposta possibile al problema multiforme delle tossicodipendenze?


In virtu' della sensibilita' dimostrato dal Ministro sul tema della tossicodipendenza collegata all'esecuzione penale, vorremmo richiamare l'attenzione su una esperienza che esiste da circa 12 anni ed e' stata l'apripista per altre realta' dello stesso tipo: parliamo della Casa Circondariale a custodia attenuata Mario Gozzini, piu' comunemente nota come Solliccianino, dove abbiamo "l'opportunita'" di risiedere e che, ultimamente, e' strettamente legato da un rapporto di collaborazione con il suo "analogo" femminile, la Casa Circondariale a custodia attenuata di Empoli. Si tratta di due carceri che hanno come fine il pieno reinserimento nella societa' di soggetti giovani dai 18 ai 40 anni e con problemi relativi alla dipendenza da sostanze. Se il fine puo' sembrare scontato, non lo sono i risultati raggiunti nel corso degli anni. Qui si attua una politica di "attenzione alla persona" in perfetta controtendenza con la spersonalizzazione e deresponsabilizzazione imperanti negli Istituti ordinari. Il piano terapeutico si articola attraverso colloqui costanti con gli operatori, recupero scolastico, corsi di crescita culturale e professionale, eventuale indirizzo presso la Comunita' ritenuta piu' idonea oltre che sui normali percorsi di reinserimento penitenziario come l'art. 21, la semiliberta' e l'affidamento in prova. In pratica quello che dovrebbe essere, molto teoricamente purtroppo, il normale percorso di reinserimento nella vita sociale applicato in ogni penitenziario.
Quindi tra le molteplici obiezioni che si possono avanzare ad un'iniziativa che, di fatto, aprirebbe la strada alla privatizzazione delle carceri, c'e' anche quella che un progetto simile e concreto esiste gia'. Basta prenderne atto e cercare di migliorarlo. E se ad alcuni potesse sembrare eccessivo l'investimento di risorse rispetto ad un carcere ordinario, bisogna considerare che questo e' uno dei punti di forza del progetto. Una domanda: San Patrignano, senza nulla togliere all'importanza del suo intervento, come puo' essere designato come unico rappresentante di tutte le molteplici ed altrettanto valide comunita' presenti sul territorio italiano?


Un gruppo di detenuti di Solliccianino e della Casa Circondariale femminile di Empoli
 
 
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