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Italia. Belluno. Canapa, tradizione atavica: un processo discusso
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9 novembre 2001 19:58
 
Cinque chili e mezzo di foglie di canapa sequestrate nel 1998. Il processo, a distanza di quasi tre anni dal "misfatto", continua a vedere le perizie affrontarsi senza un esito, tanto che il giudice ha deciso di rinviarlo al 18 luglio 2002.
Plinio De Toffol, di 47 anni, pare un ottimo conoscitore di canapa indiana, la utilizza per piu' scopi seguendo la tradizione contadina che ne faceva una risorsa a 360°. Cio' che si discute e' se vi siano possibilita' che la sostanza rinvenuta nella cantina di De Toffol sia stata coltivata per i sui effetti stupefacenti. Il perito dell'accusa -Paolo Maschio, ex responsabile del laboratorio chimico dell'Usl- ha stabilito che la canapa era "Con basso contenuto di Thc", per ottenerne un effetto inebriante De Toffol avrebbe dovuto fumarne notevoli quantita', in un solo giorno e in rapida successione. I confronti verbali fra il difensore -Fabio Valcanover- e Maschio sono basati sulle quantita' di sostanza attiva, sulle modalita' del prelievo e delle analisi che sarebbero avvenuti in contrasto con le disposizioni comunitarie in materia.
L'imputato ha risposto sempre fieramente che il suo uso e' a scopo terapeutico: "Le foglie mescolate al the hanno effetto espettorante e contro il raffreddore". La tradizione atavica della canapa indiana, canef come si chiama in trentino, terra di De Toffol, era stata portata avanti dalla sua famiglia fino al 1977, lui ha proseguito la consuetudine di famiglia continuando ad usare la pianta a tavola come nei campi assicurando un'ottima funzione antiparassitaria.
 
 
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