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Italia. Amato: gli italiani consumano quantita' gigantesche di cocaina
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Notizia 
2 febbraio 2007 12:01
 
In Italia c'e' 'un consumo gigantesco di cocaina, una spaventosa domanda di cocaina'. A lanciare l'allarme e' stato ieri il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, al termine degli incontri tenuti negli uffici della Prefettura di Napoli per verificare l'andamento del 'Piano Napoli' per la sicurezza. Ma il responsabile del Viminale ha parlato anche di possibili misure di controllo per sconfiggere la criminalita', che tenta di controllare anche gli appalti pubblici. Tra le misure ipotizzate c'e' quella della 'stazione appaltante unica'.
Per quanto attiene al consumo della droga il ministro ha ricordato che in Campania, in un anno, e' stata sequestrata una tonnellata di cocaina. 'Tutta questa cocaina forse non era destinata alla regione, ma vuol dire comunque che c'e' un consumo gigantesco nel Paese', ha spiegato il ministro. 'Non si puo' chiedere alle forze dell' ordine di contrastare se c'e' una tale domanda che viene dalle famiglie, dagli italiani adulti, dagli italiani giovani adulti'.
Un terreno, questo, ha detto Amato, in cui 'l'azione di contrasto si intreccia con le azioni di natura pubblica e privata, sulle quali e' bene che si rifletta'.
La diffusione della cocaina 'e' una delle attivita' che provoca piu' tensioni', ha aggiunto. E anche gli arresti effettuati non sono pochi, ma sono in crescita.
L'altro fronte e' quello della trasparenza degli appalti: per garantirla vanno fatti passi decisivi. Il primo potrebbe essere proprio quello di rafforzare le singole amministrazioni. Come?
La strada ipotizzata e' quella quella dell'istituzione di una 'stazione appaltante unica'. Per ora, ha detto il ministro, 'stiamo valutando provincialmente, non regionalmente. Nessuno impedisce ai comuni o ad un certo numero di comuni di convenire tra di loro che il conferimento dei loro appalti e, quindi, le loro gare, avviene avvalendosi di un unico, chiamiamolo ufficio, che e' la stazione appaltante'.
Riguardo all'attuazione del Piano Napoli per la sicurezza (sottoscritto lo scorso 3 novembre), che ha tenuto impegnato il ministro in una verifica con i vertici, Amato si e' detto 'soddisfatto'. Il responsabile del Viminale e' stato in trasferta a Napoli tre volte in pochi mesi, proprio per confrontarsi con i rappresentanti delle forze dell'ordine e delle istituzioni.
'Percepisco che e' cambiato il clima, c'e' la percezione di un'azione continua che, pezzo dopo pezzo, sta smontando situazioni di relativa impunita'. Naturalmente non mi azzardo a dire che la percezione che i napoletani hanno della sicurezza e' migliorata, perche' questo me lo devono dire loro, non lo devo dire io'. 'Spero che possa esserci anche questo - ha aggiunto - ma mi rendo conto che la percezione e' l'ultima a cambiare'.

PIU' DI 4,6 TONNELLATE DI COCAINA SEQUESTRATE NEL 2006 - Nel corso del 2006 sono stati sequestrati 4.624,763 chilogrammi di cocaina con un aumento del 5,74% rispetto ai 4.373,625 chilogrammi recuperati dalle forze dell'ordine nel corso del 2005. Sono le cifre diffuse dal ministero dell'Interno all'indomani delle dichiarazioni del ministro Giuliano Amato sul consumo di droga in Italia.
In calo, invece, i sequestri di eroina passati dal 2005 al 2006 da 1.373,763 chilogrammi a 1.325,628 (-3,5%). Fortissimo incremento per quanto riguarda i sequestri di marijuana, passati nell'arco di un anno da 2.484,598 chilogrammi a 5.445,906 chilogrammi. Le operazioni antidroga sono state lo scorso anno 20.580, in aumento (+3,7%) rispetto alle 19.845 dell'anno precedente.
Le persone segnalate all'autorita' giudiziaria sono state 32.807 nel 2006, mentre erano state 31.580 nel 2005.
Ha riguardato il contrasto del traffico di cocaina la maggior parte delle operazioni antidroga (6.451). Piu' di un terzo delle persone denunciate all'autorita' giudiziaria (12.471 su 32.807) e' stata coinvolta in un'operazione di polizia per il contrasto del traffico di cocaina. In termini assoluti, il quantitativo maggiore di droga sequestrata e' relativo all'hashish (19.207, 661 kg).
Nel complesso sono stati sequestrati nel 2006 33.135,097 kg di sostanze stupefacenti, con un aumento del 4,78% rispetto all'anno precedente. In calo i sequestri di droghe sintetiche (meno 59,54%) e di piante di cannabis (meno 32,60%). Oltre alla cocaina, le operazioni antidroga hanno riguardato in prevalenza l'hashish (6.297), l'eroina (3.477) e la marijuana (2.469).

COMMENTI

"Bisogna annullare il decreto del ministro della Salute Livia Turco che ha aumentato il quantitativo massimo di cannabis per uso personale in quanto si sta dimostrando un vero e proprio incentivo al consumo di droga". Lo dichiara il capogruppo vicario della Democrazia cristiana per le Autonomie alla Camera Giampiero Catone.
"Non sorprende quindi che il 30 per cento dichiara di aver fatto uso di cannabis se la domanda di sostanze stupefacenti e' aumentata lo si deve agli effetti anche psicologici che il decreto ha provocato, facendo passare il messaggio anostro avviso sbagliato che consumare droga si puo'. C'e' un vero e proprio allarme sociale nelle famiglie italiane - prosegue Catone - che vivono sempre di piu' il dramma pei i propri figli 'incentivati' al consumo di droghe. E che dire dell'immane lavoro delle forze dell'ordine, gia umiliate dal Governo con un'irrisorio aumento economico del contratto, costrette ad andare in giro con bilancini di precisione per verificare i quantitativi di droga personale, svolgendo controlli pericolosi, estenuanti e scoraggianti. Il raddoppio delle dosi personali ha solo innescato un raddoppio degli spacciatori, dei consumatori e aperto la strade al consumo anche di altre droghe".

Cosi' Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno:
Le dichiarazioni di ieri del ministro dell'Interno, Giuliano Amato, sull'eccessivo consumo di cocaina in Italia, hanno sollevato l'ennesimo allarme droga. E come nei precedenti teatrini, stanno arrivando puntuali commenti tipo: "lo sapevo", "tutta colpa della Turco che ha innalzato le tabelle" ecc... Per cui non e' male ricordare che il decreto del ministro della Salute, Livia Turco, ha aumentato il quantitativo massimo di cannabis per uso personale, ma la cannabis non e' cocaina, anche se la per la legge Fini-Giovanardi sono equiparate. Inoltre non esiste dimostrazione scientifica che il consumo di una induca al consumo dell'altra.
Non si puo' continuare a non guardare cosa succede al di là dei propri confini nazionali per accorgersi cosa succede in altri Paesi (Svizzera, Olanda ecc..) dove con legislazioni di tutt'altro tono si e' raggiunta una diminuzione di consumi e morti. In Italia per ora siamo fermi a guardare quello che succede, lasciando in mano alla malavita organizzata lo spaccio di droga, e nell'illegalita' milioni di persone che usufruiscono di sostanze stupefacenti. Il ministro della Solidarieta' Sociale Paolo Ferrero, rispondendo ad una mia interrogazione, mi ha rassicurato ma solo in parte. Non c'e' ancora un ddl del Governo in materia di droga, ma e' stato istituito un tavolo interministeriale per tracciare delle linee guida che dovrebbero prevedere la depenalizzazione del consumo come indicato dal referendum del 1993; l'eliminazione delle sanzioni amministrative e delle tabelle, affidando al giudice la scelta di distinguere tra consumo e spaccio e l'inquadramento del fenomeno dal punto di vista socio-sanitario e non di polizia.
L'allarme del ministro Giuliano Amato va letto anche in questo senso e la peggiore risposta sarebbe quella di aumentare la repressione e basta.

Secondo il sociologo Luigi Caramiello, autore del saggio 'La droga della modernità', l'8% degli studenti napoletani fa uso di cocaina. Caramiello ne ha parlato in un'intervista sul quotidiano napoletano 'Corriere del Mezzogiorno'.
"Ho coordinato una ricerca, che verrà pubblicata in primavera, su un campione di 500 studenti delle scuole medie ed è venuto fuori un dato molto impressionante: l'8% dei ragazzi fa uso di cocaina ed è altissima anche la percentuale di consumo tra gli adolescenti visto che il consumo di cocaina, a Napoli e in Campania, riguarda soprattutto i giovani (oltre 35 anni le statistiche crollano) bisogna chiedersi perché questo accada".
"A cavallo delle due rivoluzioni industriali gli operai europei erano dediti all'alcolismo distrutti dalla disperazione e dalla considerazione di essere l'anello più debole della catena, oggi, invece, la situazione si è ribaltata e a sentirsi deboli sono i giovani, anche per un cambiamento epocale". Prima c'erano quattro giovani per ogni anziano, ora il rapporto è esattamente capovolto e i giovani sono diventati una minoranza. "La nostra società è vecchia e si difende tenendo i giovani in panchina fino alla soglia della maturità. Un altro dato è la considerazione di cui godono i giovani: per il livello enormemente cresciuto delle conoscenze sono precocemente adulti, ma la società continua a considerarli come adolescenti visto che ormai la soglia di autonomia scatta non prima dei 35 anni".

"Le esternazioni d'allarme-cocaina di Amato,devono molto preoccupare.L'aumento e' figlio di una palese cultura dell'iresposabilita' di cui non e' immune nemmeno la televisone pubblica.Saggezza vorrebbe che la Turco prendesse atto della comportamento indirettamente indotto non solo dal suo decreto ma anche dalle irresponsabili e frequenti dichiarazioni di Ferero". Lo dice Luca Volonte' in una nota.
"Il Ministro degli Interni pero' non puo' limitarsi a denunciare la gravita' dei fatti, esca dal ruolo di commentatore! -esorta il capogruppo Udv alla Camera- Passi dalla denuncia all'azione. Agisca duramente contro questo fenomeno come contro la poligamia.Anche su questa piaga,si e' dimostrato un eccellente commentatore ma un inefficace Ministro".

"L'allarme lanciato da Amato sul consumo di cocaina in Italia da una parte allarma, ma dall'altra puo' costituire una buona occasione per riflettere sulle politiche di contrasto alla droga". E' quanto sostiene la deputata di Italia dei valori Silvana Mura. "La diffusione della cocaina, ma anche di altre droghe, va si' contrastata combattendo duramente l'importazione e lo spaccio, ma e' impossibile -aggiunge- rinunciare a misure disincentivanti che agiscano sui consumatori finali".
"Ho gia' avuto modo di esprimere le mie perplessita' sulla decisione del ministro Turco di innalzare i livelli consentiti sulla cannabis, ma su un punto -sottolinea Mura- sono assolutamente contraria, la totale depenalizzazione delle droghe, che pure alcuni vorrebbero. Se per le droghe leggere si giungesse ad eliminare qualsiasi sanzione, comprese quelle amministrative, equivarrebbe a lanciare un messaggio disastroso che invita a farne uso. La droga -conclude- deve rimanere vietata ed e' necessario prevedere una sanzione per chi ne fa uso".

"Se la cocaina e' diffusa in proporzioni spaventose, il ministro Amato ha un rimedio: chiamare la sua collega Turco e il suo collega Ferrero e invitarli a smettere di lanciare proclami devastanti per la societa'. Il governo Prodi sta drogando l'Italia. Mettano giu' le mani dalla legge Fini: drogarsi non e' un diritto, ma un delitto contro se stessi e contro la societa'". Lo dice il senatore di AN Francesco Storace.

"L'Italia e' veramente il Paeseà della meraviglia: si meraviglia oggi il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, scoprendo, a Napoli!, il gigantesco consumo di cocaina e la spaventosa domanda. Eppure, per capire il fenomeno basterebbe circoscrivere la propria attenzione nell'area di una decina di chilometri quadrati dove sono compresi i palazzi della Camera, del Senato e di alcuni ministeri". La provocazione arriva da Rita Bernardini, segretaria di Radicali italiani. "A parte le indagini a colpi di tampone delle Iene- prosegue Bernardini- si scoprirebbe la stranezza rilevata dal cittadino comune di sospetti e continui passaggi di proprieta' di locali commerciali come bar e ristoranti (ma non solo), ristrutturati da cima a fondo per tre volte nel giro di tre anni: che si tratti di fenomeni di riciclaggio di denaro sporco proveniente dal traffico di droga, sembra non chiederselo nessun abitante dei palazzi del potere, magistrati compresi".
Ancora piu' "stupefacente", per Bernardini, e' il fatto che non si riesca ad aprire e poi a tenere un serio e approfondito dibattito sui costi del proibizionismo sulle droghe. "C'e' da scommettere, invece- conclude la leader radicale- che nelle prossime ore si scateneranno i proibizionisti e punizionisti di ogni risma che invocheranno norme ancora piu' repressive di quelle vigenti per 'salvare' le giovani generazioni".

'Un Ministro della Repubblica non puo' dire che e' impossibile contrastare la droga se troppa gente la chiede'. Cosi' il presidente del Copaco, Claudio Scajola, nel suo discorso al convegno organizzato da Forza Italia a Napoli, ha commentato le dichiarazione del Ministro dell'Interno Giuliano Amato sulla diffusione della droga in Italia.
'La guerra contro la droga - ha poi aggiunto - non si vince solo stigmatizzando il consumo ma bensi' colpendo veramente l'immigrazione clandestina che campa con il traffico di stupefacenti'.
'Dobbiamo ricominciare a parlare di sicurezza - ha sottolineato ancora Scajola - e lo dico non per caso a Napoli, in una terra che ha conosciuto e conosce momenti di vera emergenza criminale. Non e' possibile rassegnarsi ad una vera e propria perdita del controllo del territorio, da parte delle forze dell'ordine, in interi quartieri di grandi citta' italiane. In tutt'Europa la sicurezza e il controllo della criminalita' diffusa - ha poi concluso - sono priorita' assolute, sono le precondizioni per un risanamento delle realta' piu' disgregate. Gli scippi e i furti a Napoli non possono essere ridotti a colore locali, gli omicidi a una tragica fatalita' ineluttabile'.

"Come si concilia l'allarme lanciato da Amato sul vero e proprio boom del consumo di sostanze stupefacenti con la volonta' del governo di fare strame della legge Fini e vararne una pro-droga?". A chiederlo e' Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia che spiega come "per troppo tempo si sono trasmessi ai giovani messaggi nocivi che hanno avuto effetti deleteri nella societa', il piu' inquietante dei quali e' stato l'assuefazione culturale alla droga". Quello che si realizzava era per il deputato di Alleanza nazionale "un vero e proprio 'droga pride' sulla pelle dei nostri figli, con i risultati che abbiamo ancora sotto gli occhi".
Attraverso la legge Fini "abbiamo quindi voluto porre in essere una grande opera di delegittimazione culturale della droga, che ne presentasse l'uso come un grave disvalore, meritevole della piu' chiara riprovazione sociale, una vera e propria controffensiva ad ampio respiro, basata sulla convinzione che e' la cultura della droga che va combattuta se si vuole sconfiggere il flagello della tossicodipendenza". Il dramma "e' che ora tutta questa operazione e' messa in discussione e minata dalle fondamenta- conclude l'esponente di An- dal governo Prodi, al quale Amato, se fosse coerente e conseguente, dovrebbe dire: giu' le mani dalla legge Fini".

"Aumento della cocaina? Cari Scajola, Storace, Pedrizzi questi sono 'fatti' vostri". Lo dichiara Francesco Piobbichi, responsabile droghe del Prc.
"Banalizzazione del fenomeno droghe equiparate tutte sullo stesso piano, spacciatori che rischiano la stessa sanzione sia che spacciano droghe pesanti che leggere, raddoppio dei consumi di cocaina nei 5 anni del governo Berlusconi, frammentazioni delle azioni delle forze dell'ordine, indirizzati ad inseguire i piccoli consumatori anziche' le reti criminali, inefficacia delle sanzioni amministrative come deterrente contro il consumo, inefficacia delle politiche preventive nelle scuole, rarefazione dei servizi di assistenza e di riduzione del danno, incapacita' di dotare il nostro paese di un piano d'azione sulle droghe come nel resto dell'Europa (solo l'Italia e Malta non hanno un piano d'azione sulle droghe). Potrei continuare ancora a lungo per evidenziare il fallimento delle politiche del centro destra sulle droghe in questi anni, cari Scajola, Storace e Pedrizzi che urlate alla luna, questi sono 'fatti vostri'".
E' necessario invece, conclude Piobbichi, che "l'Unione avvii al piu' presto la discussione per una nuova legge non ideologica in grado di costruire consapevolezza e porre rimedio agli effetti nefasti delle politiche del centro destra".

L'allarme sulla diffusione della cocaina dimostrano il 'fallimento delle politiche proibizioniste' e in particolare della legge Fini-Giovanardi: lo afferma il ministro della solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, che giovedi' prossimo, in commissione sanita' del Senato, illustrera' le linee con cui 'superare' l'attuale legge sulle tossicodipendenze.
'Come la Bossi-Fini non ha ridotto ma ha anzi contribuito a far crescere il fenomeno della clandestinita' tra gli immigrati - spiega Ferrero - anche la Fini-Giovanardi non ha in alcun modo ridimensionato la diffusione di una sostanza come la cocaina, il cui consumo e', come indica anche la relazione annuale che abbiamo fatto al Parlamento, addirittura raddoppiato negli ultimi anni'. 'I numeri assunti dal fenomeno nel nostro paese - continua il ministro - indicano tutto il fallimento delle politiche proibizioniste attuate dalle destre e la necessita' che si intervenga con decisione sulla prevenzione, distinguendo nettamente tra spaccio e consumo anche per poter meglio consentire alle forze dell'ordine di svolgere un efficace contrasto al narcotraffico'.
'Per questo - conclude - l'8 febbraio presentero' alla Commissione Sanita' del Senato le linee con cui superare la Fini-Giovanardi'.

'Al ministro Amato diciamo che condividiamo pienamente il suo grido di dolore sul consumo di cocaina, ma molto di questo e' figlio di una cultura del permissivismo che ignora come 4,5 mln di italiani siano arrivati a consumare hascisc e cannabis: in pratica, per alcune fasce d'eta' il rapporto e' superiore addirittura al 50%'.
E' quanto affermano, in una nota congiunta, i senatori di Fi Maria Burani Procaccini, responsabile del dipartimento Famiglia e minori del partito e Antonio Gentile, segretario della Commissione parlamentare antimafia.
'Si tratta di un giro di affari complessivo - sostengono Burani e Gentile - che frutta alla mafia, alla camorra, alla 'ndrangheta ed alla Sacra Corona Unita, solo per l'Italia, almeno 2 mld di dollari annui. Il rapporto fra droghe cosidette leggere e droghe pesanti e', ormai, di concatenazione e seppure, fortunatamente, non tutti i consumatori di hascisc passano alla cocaina e' assolutamente certo che tutti i consumatori di cocaina sono passati dall' hascisc.
Per Burani e Gentile 'la presenza nella maggioranza di forze politiche cosidette antiproibizioniste rischia di vanificare l'allarme di Amato, che merita, invece, un approfondimento serio e responsabile del Parlamento, per difendere la vita e per contrastare un largo consumo di droghe che e' sinonimo di aberrazione'.

Nei centri che si occupano di tossicodipendenze il fenomeno cocaina e' avvertito in maniera molto seria. Non solo. Nell'esperienza di uno degli ospedali maggiori di Roma, il Policlinico 'Gemelli', la percezione della gravita' della situazione e' anche piu' marcata rispetto ai dati emersi ieri a Napoli e commentati con allarmismo dal ministro degli Interni, Amato. "I casi di dipendenza da cocaina che vediamo quotidianamente sono molto piu' che raddoppiati", spiega Luigi Janiri, docente di psichiatria e responsabile dell'unita' di Alcologia e tossicodipendenze nel Day hospital del Policlinico capitolino. "I pazienti con questo problema, e che si rivolgono a noi, sono aumentati di quattro, cinque volte di piu' rispetto a cinque anni fa. Prima vedevamo molti eroinomani puri o poli-tossicodipendenti, ora senz'altro i cocainomani sono moltissimi".
Le cifre che sono state diffuse, che indicano in 700 mila i consumatori abituali della polvere bianca, sembrano, in questo caso, molto al di sotto della realta' del fenomeno. Questo nonostante la pericolosita', anche questa sottovalutata, della cocaina. "E'una droga molto pericolosa sia dal punto di vista delle complicanze somatiche, perche' puo' dare problemi cardiovascolari importanti, come infarto e ictus, sia dal punto di vista neurologico, perche' puo' indurre crisi epilettiche- sottolinea Janiri-. Da un punto di vista psichiatrico, inoltre, puo' provocare anche fenomeni importanti, come la psicosi paranoideia".
Per diventare dipendenti ci vuole poco tempo. Con 'sniffate' da 0,5 o 1 grammo al giorno, in tre, quattro mesi, si raggiunge una situazione di intossicazione cronica. "Per lo sviluppo dei sintomi di dipendenza psichica bastano invece pochi giorni. Il fenomeno del 'craving', l'intenso desiderio compulsivo della sostanza, si manifesta entro brevissimo tempo". Le crisi di astinenza da cocaina possono essere "molto pericolosa perche'- prosegue Janiri- si possono verificare suicidi con una frequenza molto maggiore, accompagnata o meno da depressione". La terapia oggi e' insufficiente, perche' non ci sono al momento farmaci specifici per bloccare l'effetto di questo tipo di droga. "Si usano psicofarmaci e antidepressivi uniti a sedativi e neurolettici per curare i sintomi di tipo psicotico, a questi si aggiungono anche stabilizzatori dell'umore perche' aiutano a normalizzare gli sbalzi indotti farmacologicamente dalla droga, oltre alla psicoterapia".
Oggi una speranza allo studio, per contrastare il fenomeno, e' offerta dai vaccini, gia' utilizzati in altri Paesi, che creano anticorpi contro la cocaina. Ma uscire dalla dipendenza e' molto difficile, il rischio e' che almeno 1 su 4 ricada nella dipendenza. L'Italia dimostra di non essere attrezzata per affrontare le conseguenze sulle persone di questa ondata di cocaina.
"Non ci sono centri specializzati il precedente governo aveva indicato la necessita' di individuare riferimenti adatti per la cura di questa dipendenza, ma nulla poi e' avvenuto". Non si e' preparati da nessun punto di vista, ne' terapeutico, ne' culturale: "Anche la maggior parte degli psichiatri oggi ha difficolta' ad individuare una terapia specifica per affrontare i problemi della cocaina. C'e' molta strada da fare".

"Il problema della cocaina e' complesso, da un lato soddisfa il bisogno di efficienza e rapidita' di oggi, dall'altro c'e' anche un'offerta abnorme che ha permesso un abbassamento del prezzo e, quindi, un aumento dei consumatori".
Cosi' Piergiorgio Zuccaro, direttore dell'Osservatorio 'Fumo, alcol e droga' dell'Istituto superiore di sanita', spiega il fenomeno che sta dilagando nel nostro Paese. E' stato proprio il suo centro di ricerca ad evidenziare il fatto che dal 2001 al 2005 i consumatori di cocaina sono raddoppiati, da 350 mila a 700 mila, e a lanciare l'allarme. "Questo e' in linea anche con l'incremento dei sequestri che vengono fatti dalle forze dell'ordine", sottolinea Zuccaro.
I consumatori non sono solo i giovani, "che restano comunque particolarmente interessati", sottolinea il dirigente Iss.
"Mentre per altre sostanze d'abuso come ecstasi ed eroina ci sono piu' acquirenti nella fascia d'eta' 15-24- spiega Zuccaro- la cocaina risulta essere l'unica sostanza d'abuso con una percentuale d'utilizzo simile nella fascia 24-35 anni, che riguarda i piu' adulti e inseriti nel mondo del lavoro". Non e' piu', inoltre, e' l'analisi dell'Iss, una droga che riguarda solo alcune fasce sociali, quelle alte, ma, grazie al basso costo, ora e' utilizzata da tutti. "Questo crea ulteriore allarme- aggiunge Zuccaro- perche' e' una droga che nel tempo non si riesce ad abbandonare: non e' come la cannabis, legata ad un periodo dell'esistenza, ma comincia a far parte dello stile di vita, con conseguenze nel tempo estremamente pericolose".
Ma l'Italia non appare in grado di affrontare l'emergenza cocaina. "I consumi non sono aumentati solo in Italia- specifica Zuccaro- ma nel mondo. Questo fa capire che le campagne non hanno funzionato, dovremmo cercare di cambiare e di studiare cosa fare per la prevenzione". Dopo diversi anni che consumano la 'polvere bianca', le persone cominciano ad avere problemi cardiaci e di dipendenza. "Dobbiamo prepararci ad aiutarli- aggiunge a questo proposito il dirigente- ma non solo mandandoli nei servizi pubblici, che fanno un ottimo lavoro, bensi' cercando di aiutarli tramite la rete dei medici di famiglia e inserendo le tossicodipendenze, soprattutto da cocaina, tra le patologia che vano affrontate con metodo".
Si prevede un aumento del fenomeno? "Non ci sara' un grosso aumento nei prossimi anni- risponde Zuccaro- anche perche' il 'grande salto' gia' c'e' stato". La tendenza sembra essere quella "di un consolidamento del mercato", mentre la produzione mondiale non salira' di molto. "E' aumentata negli ultimi ani grazie alle nuove tecniche di coltivazione- conclude Zuccaro- perche', Colombia in primis, i Paesi produttori hanno ridotto le aree di coltivazione di piante aumentando la percentuale attiva della droga. Questo grazie all'ingegneria genetica: si produce molta piu' cocaina con molte meno piante".

'Oggi la cocaina non e' piu' percepita come droga, e' diventata un bene di consumo come un altro, una merce che serve a migliorare le proprie prestazioni sessuali o sportive, a vincere le proprie paure e la solitudine in cui lasciamo vivere i giovani'. Lo afferma il responsabile della comunita' di San Patrignano, Andrea Muccioli, che parla di una 'emergenza annunciata'. Per recuperare le persone dalla cocaina, 'ultima prevista e annunciata emergenza - sottolinea - servono le comunita' residenziali educative di lungo periodo, senza alcun utilizzo di droghe sostitutive. Cioe' quelle serie, le comunita' che educano e ti riconsegnano alla tua vita'.
'La nostra societa' ha sdoganato gli stupefacenti. Cosi' il consumo e il mercato della coca si allargano esponenzialmente', continua Muccioli sottolineando che questo e' confermato anche dai dati degli ingressi in comunita' di nuovi ospiti nel periodo 2002-2006, anni in cui sono state accolte 3mila persone. Nel 2002 solo il 28% dichiarava di non avere mai usato stupefacenti per via iniettiva. La percentuale sale al 34% nel 2003, aumenta fino al 40% nel corso del 2004, mentre si stabilizza su piu' di meta' della popolazione della comunita', il 59%, nel biennio 2005-2006. Per questo 59% gli stupefacenti di uso primario erano cocaina e ecstasy. All'eroina, semplicemente fumata o inalata - spiega ancora Muccioli - si approdava solo al termine del percorso di tossicodipendenza, per ridurre effetti stimolanti ed eccitanti delle altre sostanze. 'In questa situazione - conclude il responsabile di Sanpa - abbiamo bisogno di seri interventi di prevenzione, non certo di decreti che raddoppino la quantita' di spinelli che un ragazzo puo' tenersi in tasca e fumare'.

"Dobbiamo lottare perche' un giovane non si droghi e diffondere dalle scuole l'amore e il rispetto nei confronti della famiglia". Aniceto, uno dei dj italiani piu' impegnati nel sociale, da' ragione al ministro dell'Interno, Giuliano Amato.
"Imperversa dappertutto -ricorda Aniceto- e nelle discoteche te la puoi procurare facilmente. Da un paio di anni, gira una specie di inno 'dance', il brano intitolato 'Rum e cocaina', un campione della canzone 'Maracaibo' di diversi anni fa di cui riprende solo il ritornello. E' impressionante vedere i ragazzi che riempiono la pista alzare le braccia e cantare a squarciagola 'rum e cocaina'. Se togli il disco, loro continuano...". Lanciato da Piero Chiambretti nel programma "Markette", Aniceto e' stato testimonial di una campagna anti-ecstasy su Rai 3 ed online, patrocinata dalla regione Campania, nonche' promotore di feste in discoteca contro la droga e per la sicurezza stradale.
"Dovrebbe esserci il divieto di suonare certi brani -prosegue il dj- e occorre censurare alcuni media. Perche' molti, specie al sud, sniffano per scimmiottare un'atteggiamento da vip, quelli che loro considerano 'arrivati'. Per alcuni ventenni si tratta di esempi da imitare. Non farei differenza nemmeno tra droghe leggere e pesanti: 'servono' tutte a rovinare la vita di un ragazzo. Bisogna fare presto.
Dopo, quando ci sono di mezzo i morti, non serve essere duri".

'Invece che attaccare ogni giorno l'equilibrata legge in vigore, il Governo Prodi ci dica che cosa intende fare per prevenire e reprimere lo spaccio della cocaina'. Lo ha detto, parlando a Udine a una manifestazione del'Udc, Carlo Giovanardi, che nel Governo Berlusconi era ministro con delega alle tossicodipendenze.
'Ricordo che due progetti speciali, che avevamo messo in campo e finanziato lo scorso anno con il Governo Berlusconi - ha detto Giovanardi - riguardavano proprio la prevenzione in famiglia e il recupero dei cocainomani. Di questi progetti non abbiamo piu' avuto notizia, mentre purtroppo il Governo Prodi ha come primo atto azzerato il dipartimento delle tossicodipendenze presso la presidenza del Consiglio e moltiplicato i segnali di benevolenza verso l'uso degli stupefacenti'.

"Il Governo Prodi è proprio 'stupefacente': dopo aver attaccato con forza la legge Fini, il ministro Amato ha incredibilmente scoperto che la droga è un problema e non un diritto. Peccato che per un ministro che si sveglia dal letargo, ce ne sono altri che non perdono l'occasione per strumentalizzare il dramma della tossicodipendenza, per questioni di target elettorale interno". Lo afferma Giorgia Meloni (An), vicepresidente della Camera.
"Siamo sempre più convinti - aggiunge - che l'unico modo per sconfiggere quella che viene considerata una delle piaghe sociali più gravi del nostro tempo, sia percorrere la strada della prevenzione e della cura e non quella liberalizzazione, professata dalle compagini più radicali ed estreme dell'Unione.
Non ci aspettiamo però proposte ragionevoli da una maggioranza che porta avanti la cultura dell'illegalità, con esponenti che si vantano per aver piantato marijuana nei vasi di Montecitorio, propone l'innalzamento delle dosi di detenzione ad uso personale di droghe e parla di istituzione delle stanze del buco".

'Prendo atto della celerita' con cui il ministro Ferrero seguita a sfornare idee, per rimanere in tema stupefacenti. Dopo aver prospettato un superamento della Bossi-Fini con l'apertura indiscriminata ai clandestini, tramite brillanti soluzioni come la non obbligatorieta' del permesso di soggiorno per periodi inferiori a tre mesi, ora annuncia che vuole superare il proibizionismo spalancando le porte all'internazionale dei tossicodipendenti'. Lo dichiara il deputato di An e vicesindaco di Milano Riccardo De Corato.
'Invito il ministro Ferrero, che scopre oggi il problema cocaina - aggiunge De Corato - a fare un tour panoramico lungo viale Monza. Se vuole mettero' a sua disposizione un mezzo ad hoc per una osservazione in tutta sicurezza. Li' potra' constatare che l'antiproibizionismo e' gia' in atto, con spaccio sulle strade in pieno giorno e a cielo aperto. Sarebbe interessante che il ministro spiegasse ai residenti, alle mamme dei tanti ragazzi del quartiere, la sua proposta. Sono curioso di sapere come verrebbe accolta'.

'Dopo quella per la cocaina, la prossima emergenza sara' per il crack, come e' gia avvenuto negli Stati Uniti e in Inghilterra'. A sostenerlo e' il direttore dell'Osservatorio sulle dipendenze della Regione del Veneto, Giovanni Serpelloni, che ha commentato con i giornalisti l'allarme lanciato dal ministro Giuliano Amato sul 'consumo gigantesco di cocaina' che si sta registrando attualmente in Italia.
'Come Osservatorio e' un allarme che avevamo gia' previsto due anni fa. Basta guardare i dati dei sequestri di droga e il trend dei soggetti che si recano ai servizi di assistenza'. La grande offerta di cocaina, ha detto ancora il direttore dell'Osservatorio, ha consentito di abbassare i prezzi fino a farla costare come l'eroina: 'Ma ora sul mercato si trovano pezzature anche da 10 euro'. La facilita' di reperimento di questa droga e di assunzione (non servono siringhe, ne' altri strumenti), l'hanno fatta diventare una sostanza di uso trasversale, sia come fasce di eta' che come fasce sociali: 'Ma la lotta contro la cocaina sara' molto piu' difficile della battaglia contro l'eroina' perche' chi ne fa uso arriva piu' tardi ai Sert ed e' piu' integrato nella societa', quindi piu' difficile da individuare e 'agganciare'- 'Invece di meravigliarsi per questa emergenza -ha commentato da parte sua l'assessore alle Politiche sociali della Regione del Veneto Antonio Valdegamberi- il ministro Amato farebbe meglio a parlare con la sua collega Livia Turco, che ha fatto la 'scelta fortemente dannosa' di aver innalzato la quantita' per uso personale di sostanze stupefacenti'.

'L'allarme sui consumi di cocaina esiste gia' da tempo, ci meravigliamo della meraviglia del ministro': cosi' Federica Massobrio, portavoce della Fict (Federazione italiana comunita' terapeutiche), una delle realta' piu' importanti del mondo dei servizi per le tossicodipendenze, commenta le parole del ministro dell'interno.
Oggi, spiega, la cocaina 'rappresenta purtroppo uno stile di vita diffuso, un modus vivendi, e chi la usa non si considera certo malato'. C'e' quindi una grande difficolta', da parte dei servizi, ad 'agganciare' i consumatori, che raramente vivono l'assunzione di cocaina come un problema: arrivano a farsi curare 'solo quando sopraggiunge una patologia fisica' come ad esempio un problema cardiaco. 'Stiamo studiando le strategie migliori - afferma Massobrio - per recuperare la domanda prima che le persone la formulino'. Come arrivano, dunque, i cocainomani ai centri Fict? 'Al momento - spiega - sono i familiari del consumatore che si rivolgono ai nostri centri e insieme si studia una strategia per agganciare il parente'.
La Fict dispone di una ventina di centri terapeutici, su tutto il territorio nazionale, specializzati nel trattamento dei cocainomani. 'Sono strutture ambulatoriali - precisa Massobrio - che lavorano in stretto contatto con le Prefetture, che svolgono essenzialmente programmi di consulenza psicosociale e che all'occorrenza funzionano anche di sera o nei fine settimana, come questo speciale tipo di utenza spesso richiede.
Alle persone viene garantito l'anonimato, e vengono aiutate anche a prendere periodi di aspettativa dal lavoro per curarsi'. I costi, al momento, non vengono riconosciuti dal Ssn. C'e' anche un sito, 'Drogaonline', sorta di sportello gratuito al quale ci si puo' rivolgere. 'Ci stiamo inoltre occupando - aggiunge - della prevenzione che riguarda gli stili di vita. Stiamo studiando con gli psicologi i modi per far capire, ad esempio, che il piacere che procura la cocaina si puo' ottenere in maniera diversa'. La novita' e' infatti questa: che 'si tratta di una droga che non e' usata, come accadeva per l'eroina, per alleviare una sofferenza, ma per aumentare il piacere e le proprie performance'.

 "Il ministro Amato in fondo ha ragione, una cosa vera l'ha lasciata intendere: un Governo che raddoppia la dose minima di cannabis consentita per uso personale, che abbatte tutte le barriere possibili all'immigrazione, che come prima azione di politica giudiziaria concede l'indulto, non ha alcuna possibilita' di contrastare efficacemente il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti'. Lo dichiara Roberto Cota, vice presidente della Lega Nord alla Camera. 'Di questo passo -conclude Cota- il nostro Paese sara' presto la Mecca dello spaccio'.

'Giusta la decisione di Luca Pancalli di sospendere il campionato di calcio, ma la classe dirigente politica eviti di sommergerci con la solita valanga di ipocrisia'. Lo afferma il deputato di Forza Italia Francesco Giro.
'Di fronte ai ripetuti episodi di violenza di cui si rendono protagonisti sempre piu' spesso giovani e giovanissimi - sostiene Giro, consigliere politico di Sandro Bondi - la politica dovrebbe reagire con risposte precise e tempestive e invece e' prevalsa l'indifferenza e il lassismo. E' di oggi l'allarme del ministro dell'Interno Amato sulla diffusione impressionante della droga fra i giovani e il governo aumenta le dosi minime consentite per uso personale quando si sa che l'abuso degli stupefacenti e' una delle cause scatenanti della violenza di gruppo, perche' la rabbia che anche stasera abbiamo visto non puo' che essere prodotta da una massa di teppisti esaltati e gia' predeterminati alla violenza'.
'Di fronte a questi fenomeni - prosegue il deputato di Forza Italia - non bastano le belle parole. Occorre reagire e dimostrare tolleranza zero. A questo si dovra' aggiungere una politica che dimostri cura e premura per il disagio giovanile, nella scuola, in famiglia e invece non si fa e non si sta facendo niente, ma proprio nulla e tutto si riversa nel calcio che diventa un prodigioso bacino sociale di tensioni, di rabbia, di dolore'.
 
 
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