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Un altro scandalo colpisce le forze di polizia impegnate nella guerra alla droga in Messico. Il quotidiano
Reforma ha ottenuto copia di numerosi documenti ufficiali rinvenuti nell'auto di un boss del narcotraffico. Questi documenti contengono informative segrete del Dipartimento di pubblica sicurezza, preziose informazioni che le organizzazioni criminali possono utilizzare per capire e sconfiggere le operazioni antidroga. Sarebbero coinvolti numerosi ufficiali delle forze di polizia e dell'esercito. Appaiono anche i nominativi di alcuni agenti della Dea, il dipartimento antidroga Usa, la cui identità avrebbe dovuto essere segreta.
La scoperta giunge dopo due anni dall'operazione "Casa pulita" che aveva portato all'arresto dello zar antidroga del Messico Noe Ramirez per i suoi favori ai narcotrafficanti. Un'operazione che evidentemente, suggerisce
Reforma, non ha risolto i grossi problemi di corruzione nelle forze dell'ordine in materia di droghe.
"L'operazione 'Casa pulita' era un segno che c'era qualcosa che non funzionava, e questo (ritrovamento) conferma che ancora non funziona", spiega Jorge Chabat, esperto sui cartelli messicani della droga.
La corruzione delle forze dell'ordine è una delle più devastanti conseguenze del proibizionismo. La guerra alla droga in Messico, lanciata due anni fa dal presidente Felipe Calderon alla fine del 2006, ha già causato oltre 20mila morti.