Interpellata dal settimanale "le Nouvel Observateur" sulla raccomandazione espressa di recente dal Consiglio nazionale dell'Aids, ossia di depenalizzare l'uso personale delle droghe, Nicole Maestracci, che presiede la commissione ministeriale per la lotta alla droga e alla tossicodipendenza, spiega che i vincoli internazionali e la disarmonia legislativa nella Ue suggeriscono piuttosto interventi politici.
La sua impressione e' che attualmente ci siano tre idee attorno a cui esiste un largo consenso: il carcere non e' un luogo adatto per chi fa uso di droghe; la politica francese di prevenzione e' ancora inadeguata; per troppo tempo si e' sottovalutato il problema dei rischi legati all'alcool e al tabacco, e invece sopravvalutati quelli delle droghe illegali.
Ma la riflessione deve andare oltre: la vera posta in gioco dei prossimi anni sara' il diffondersi delle droghe chimiche e dell'uso improprio di farmaci, di fatto una nebulosa tra sostanze legali e no.
E' su questo che occorre riflettere per impostare una nuova legge. Che comunque non sara' mai risolutiva se non si basa su una larga adesione, o quanto meno sulla comprensione, dell'opinione pubblica.
Di sicuro, oggi si dispone di molte piu' conoscenze scientifiche di quando fu varata la legge del 1970. E cio' dovrebbe sbarazzare il campo da amalgama azzardati o da posizioni puramente ideologiche e manichee.