Le autorita' colombiane hanno le prove che si sono formati circa 162 nuovi gruppi di narcotrafficanti, che coinvolgono per lo meno quattromila persone all'interno del Paese, oltre ad avere legami con una quarantina di organizzazioni criminali internazionali. Come negli anni '80 e '90, i narcotrafficanti stanno cercando di infiltrare propri uomini nelle forze di sicurezza, denunciano i rapporti dei servizi segreti colombiani.
A questo e' da aggiungersi un'indagine che coinvolge 14 senatori e tre nuovi membri della Camera come "candidati eletti con presunti legami con il narcotraffico", eletti in ben 12 diversi dipartimenti del Paese. E questa indagine potrebbe essere la chiave per risolvere il caso dell'assassinio di monsignor Isaias Duarte Cancino, arcivescovo di Cali, che a una settimana dal voto aveva denunciato i legami tra la politica e il narcotraffico.
La Polizia colombiana descrive questa nuova mafia come formata da piccoli cartelli che hanno anche compiti diversi e specifici. Alcuni gestiscono la ricerca dei terreni per le piantagioni; altri hanno il compito di convogliare la base di coca nei grossi centri di produzione; altri infine devono trovare le rotte terrestri, aeree e marittime per spostare i quantitativi di stupefacenti.
Praticamente non esiste piu' un grande cartello, in quanto tale. Ora ci sono organizzazioni che gestiscono una sola tappa dell'affare del narcotraffico e poi si associano tra loro. Questo rende piu' difficile la loro individuazione, cosi' l'operazione e' economicamente piu' redditizia e, fattore non secondario, con meno rischi. I vecchi nomi del narcotraffico dei vecchi cartelli, molti dei quali arrestati e scappati dalle carceri, servono comunque come garanzia per i narcotrafficanti stranieri.
Questa e' la situazione che si trova di fronte Asa Hutchinson, direttore della Dea, l'antidroga statunitense, che da domani sara' in Colombia per studiare, con le autorita' del Paese, nuove strategie per combattere i traffici illegali.