Dopo la fine del processo di Pace decretata dal presidente colombiano, Andres Pastrana, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia hanno risposto alle accuse di narcotraffico con un comunicato: "Prendendo come pretesto il non avere portato a complimento accordi inesistenti, ci responsabilizzate di legami con il narcotraffico, quando il Paese e la comunita' internazionale hanno visto negli appuntamenti, come l'udienza pubblica internazionale sulle coltivazioni illegali e l'ambiente, o nelle discussioni del tavolo di pace, che queste coltivazioni appartengono ai campesinos poveri, storicamente dimenticati dallo Stato, che sono dovuti ricorrere a questa pratica come mezzo di sostentamento. Deliberatamente si ignora la proposta fatta dalle Farc sulla sostituzione delle coltivazioni illegali presentata nell'udienza internazionale".
Nel frattempo le Forze Militari sono entrate nella zona di distensione e hanno riconquistato la citta' di San Vicente del Caguán, centro strategico della zona di 42 mila chilometri quadrati che dal 1998 era stata affidata in gestione alle Farc. L'ingresso di 900 soldati era stato preceduto da una serie di bombardamenti della Forza Aerea che avevano distrutto accampamenti dei ribelli, depositi di armi e laboratori di raffinazione della cocaina. Tre civili sono morti a causa dei bombardamenti. Nell'entrare nella zona di distensione i militari hanno fra l'altro verificato che le strade di accesso sono disseminate di mine antiuomo.
La risposta militare delle Farc e' stata quella di una nuova serie di attentati alle infrastrutture energetiche e delle telecomunicazioni. Negli attentati e' stato registrato un morto tra i civili.
Ma l'attentato piu' grave realizzato dalle Farc e' quello all'acquedotto Pitalito, Huila (780 chilometri a sud di Bogota'), dove i 70 mila abitanti sono senza acqua dalle 22 di venerdi' per la presenza di una sostanza velenosa, non ancora identificata