"La Colombia ha vissuto due ere: prima e dopo il narcotraffico", cosi' ieri l'ex capo della Polizia colombiana, il generale Jose' Rosso Serrano, a Panama alla conferenza sul narcotraffico e i delitti correlati, promossa dall'Assemblea legislativa panamense.
Serrano davanti ad una platea di circa 500 persone tra diplomatici, funzionari di sicurezza civili e militari e politici, ha detto che prima del narcotraffico in Colombia c'era il rispetto della legge, si lavorava con onesta', si rispettavano i valori e c'era una criminalita' "maneggevole", ma poi "abbiamo perso i valori e tutti i principi morali per un fenomeno che ci ha soggiogato".
Il narcotraffico, ha proseguito Serrano, e' iniziato 30 anni fa con la marijuana, che si consumava principalmente negli Stati Uniti e in Olanda, e' stata questa "foglia" che ha introdotto poi il flagello della cocaina, che si e' trasferita dalla Bolivia e dal Peru' in Colombia. Le conseguenze di questa droga sono state quelle di penetrare dentro la Polizia, il Governo, i tribunali fino a "costare la vita di quattro candidati alla presidenza, diversi magistrati, giudici, capi della polizia e di molti altri che sono morti lottando per il ritorno del Paese alla decenza". Serrano ha ricordato anche gli anni dei grossi cartelli, Pablo Escobar Gaviria, uno dei narcotrafficanti piu' potenti che ha visto la Colombia e che fu eliminato dalla Polizia nel 1992, ha ucciso il maggior numero di agenti nella storia del Paese. In quel periodo, i "narcoterroristi" arrivarono ad uccidere una media di tre poliziotti al giorno per 3 mila dollari l'uno, pagati dalla mafia.
Serrano, prosegue nel suo racconto della Colombia, parlando delle Farc, che all'inizio vigilavano solo sulle piantagioni, in seguito iniziarono ad associarsi al narcotraffico per finanziare la loro guerra e i loro atti terroristi che ancora oggi vengono commessi contro la popolazione.