Gli elementi che sono stati portati a un comitato del Senato canadese, potrebbero far pensare almeno ad una possibile decrimininalizzazione della marijuana. Il comitato e' stato formato per rivedere le leggi canadesi sulla cannabis, e terra' una serie di audizioni pubbliche, prima di stilare le raccomandazioni al Parlamento in agosto.
Il primo punto che il comitato ha preso in considerazione e' stato l'effetto che le leggi sulla cannabis (proibizioniste come ovunque) hanno rispetto ai giovani canadesi. Il risultato e' che l'uso di cannabis non e' mai stato cosi' elevato, con percentuali che vanno dal 30% al 50% nei giovani tra i 15 e i 24 anni. Secondo Clude Nilin, presidente del comitato, "ci dobbiamo rendere conto che queste leggi non hanno alcun effetto, la psicologia di questi adolescenti sembra non prendere in considerazione cio' che dice la legge in materia".
Dal punto di vista "sanitario", il comitato fa riferimento alla marijuana come a un sostanza "relativamente non tossica", visto anche che le stesse leggi federali ne ammettono l'uso "medico". Il comitato, comunque, consiglia di non farne uso, in quanto si tratta di una sostanza con effetti psicoattivi. "Ma questo e' vero anche per lo scotch", ha aggiunto il senatore Tommy Banks, dell'Alberta. Per quanto riguarda la possibilita' che la cannabis provochi il cancro ai polmoni, i ricercatori non sono in grado di distinguere i danni portati dalla cannabis e dal tabacco.
In ogni caso, la cannabis non puo' essere considerata una "droga d'ingresso", e farne uso non porta a commettere dei crimini (a queste conclusioni, comunque, c'era arrivato anche il rapporto LaGuardia negli anni'40...).
Decriminalizzare il possesso almeno di piccole quantita' di marijuana, secondo il parlamentare Keith Martin, della Canadian Alliance, che ha fatto una proposta di legge in materia, potrebbe liberare moltissime risorse per la lotta alla criminalita' organizzata.