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Brasile. Trafficanti come guerriglieri e consumatori come malati
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Notizia 
21 ottobre 2001 16:27
 
In una intervista pubblicata oggi dal quotidiano O Globo, Marcelo Itagiba, comandante della Superintendência della Polizia Federale, fa il punto sulla situazione della criminalita' carioca. La popolazione delle favelas e' compromessa con i trafficanti che "operano con tattiche e con armamenti da guerriglia" ammette Itagiba. L'assenza dello Stato dentro le favelas -che non favorisce forme adeguate di educazione, salute e sicurezza- crea le condizioni perche' le squadriglie organizzate lo sostituiscano nelle sue funzioni, anche se in modo violento.
"Le armi non creano i criminali, sono i criminali che si procurano le armi", un concetto che secondo Itagiba e' valido anche per le droghe: "la droga non crea il trafficante, e' il trafficante che procura la droga". La legge 6368 considera tre situazioni penali: il consumatore, il trafficante e l'associazione per spaccio. "Il consumatore e' certamente una vittima. La dipendenza chimica, come l'alcoolismo, e' una malattia e come tale deve essere trattata" secondo Itagiba.
Alla domanda se la decriminalizzazione della droga puo' essere considerata un'alternativa all'attuale politica sulle droghe, Itagiba analizza che quando la droga stava lontana dalle classi dirigenti c'era una maggiore esigenza di criminalizzare, oggi che e' molto piu' vicina, inizia a farsi strada una campagna per la sua decriminalizzazione. "Ci sono piu' aspetti da prendere in considerazione, ma se domani il Congresso Nazionale dice che la droga non e' piu' crimine, noi applicheremo la legge" conclude il comandante della Polizia Federale.
 
 
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