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Per l'ex deputato e leader dei cocaleros Evo Morales l'accordo raggiunto con il ritiro del decreto che vietava la commercializzazione della foglia di coca, e' un trionfo popolare e una sconfitta del Governo e dell'Ambasciata Usa. Morales ha infatti sottolineato che il Governo si e' impegnato a rispettare la produzione di coca del Dipartimento del Chapare, e al tempo stesso, la sua commercializzazione nei mercati legali.
Per quanto riguarda la questione del suo "licenziamento" dalla Camera e la richiesta per una sua riammissione, Morales ha aggiunto che "personalmente non insistero' piu', ma lavorero' perche' la nuova legislatura abbia non un solo Evo ma 80 Evo e Felipe" (Felipe Quispe, detto El Malku, leader dei campesinos, ndr). La battaglia e' costata "sangue, dolore e lacrime" e "per i prossimi giorni seguiremo le nostre tradizioni e festeggeremo il carnevale andino".
Nonostante la gioia manifestata da Morales, non e' ancora tutto risolto, infatti proprio Felipe Quispe ha detto che non accetta l'accordo raggiunto con il Governo e annuncia che proseguiranno i blocchi stradali. Quispe ha precisato che non trattera' sopra i suoi morti, il ritiro del decreto non lo soddisfa affatto, visto che si tratta solo di una revisione: "loro ci uccidono, perseguitano i nostri dirigenti e i loro carri armati vanno avanti. Nel frattempo il popolo soffre la fame e la miseria".