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Argentina. I cacerolazos e le bande della droga
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Notizia 
19 maggio 2002 21:42
 
Il quotidiano argentino "Clarin" pubblica oggi un'inchiesta, frutto di sette settimane di lavoro, dove ricostruisce i fatti del dicembre scorso che hanno portato alle manifestazione di piazza, i "cacerolazos", e alle dimissioni del presidente Fernando De La Rua.
Le migliaia di persone che Buenos Aires ha visto armate di pentole e coperchi protestare contro il "corralito" bancario, la chiusura dei conti e l'impossibilita' di ritirare il denaro, e piu' in generale contro la propria classe politica e giudiziaria, erano per lo piu' persone che spontaneamente erano scese per strada, e che poi saccheggiarono anche i negozi. Ma alcuni gruppi erano armati, e manipolati politicamente. Il Clarin dopo aver intervistato poliziotti, funzionari del Governo nazionale e provinciale, agenti segreti, commercianti saccheggiati e militanti politici, e' arrivato a stabilire dei punti fissi: molte azioni furono preparate e studiate a tavolino, in alcuni casi le televisioni furono avvertite di quali negozi stavano per essere assaltati con un anticipo tale che arrivarono prima le telecamere che i saccheggiatori, venivano riuniti gruppi di persone che poi venivano incitati a forzare negozi, personaggi, noti come peronisti, erano spesso presenti in questi aggruppamenti di persone.
Un ruolo importante negli avvenimenti di quei giorni caldi, che terminarono con i cinque morti di Plaza de Mayo e le dimissioni di De La Rua, secondo la ricostruzione del quotidiano argentino l'hanno avuta le piccole bande di giovani narcotrafficanti. Sono delle bande formate dai giovani della periferia, figli della disoccupazione fissa, dell'esclusione, della miseria e della mancanza del futuro, che si mantengono grazie alla droga, e che in questo commercio hanno trovato il loro futuro. Le giornate di dicembre per loro hanno significato qualcosa di piu', hanno fatto il loro ingresso nelle organizzazioni criminali, una sorta di prova del fuoco, di battesimo, proprio grazie ai saccheggi. Un poliziotto, che rimane anonimo, racconta come questi ragazzi sono stati utilizzati come punta di lancia, quelli che facevano il lavoro sudicio, armati dei loro fucili automatici, tutti i "guachitos" scesero per strada a rompere le vetrine, le saracinesche dei negozi, a rubare i prodotti piu' cari, assaltare gli automobilisti. "Questa e' una generazione che ha rotto tutti i "codici" dei quartieri: assaltano i propri vicini, non rispettano la gerarchia e non hanno limiti. Sono quelli che hanno violato "la regola" della vita: la rischiano in una assalto o uccidono senza interesse. Di nuovo questo Paese ha distrutto una generazione di giovani", assicura il poliziotto.
 
 
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