Per il presidente della decima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, Gianni Di Cagno, l'Albania sta per diventare anche la base "del traffico internazionale di cocaina che segue la triangolazione Sudamerica-Albania-Italia". Un traffico di enormi quantitativi di droga che si aggiungera' agli "ingentissimi quantitativi di eroina" e di marijuana gia' introdotti dai trafficanti albanesi sul mercato italiano e internazionale.
Di Cagno ne ha parlato nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine della due-giorni di audizioni compiute a Lecce e Bari per esaminare la situazione nei distretti delle due Corti d'Appello e per raffrontare gli organici dei magistrati con i fenomeni di criminalita' organizzata su cui si concentrano le indagini. Dopo aver evidenziato il "pericolo" albanese, il Di cagno ha detto che sarebbe opportuno a livello politico "migliorare il rapporto di collaborazione" tra Italia e Albania. "A fronte di una norma generale che vieta all'Albania di estradare i cittadini albanesi, questa norma ha trovato deroga nei rapporti tra Usa e Albania con una legge ad hoc", a seguito della quale gli statunitensi hanno ottenuto dal governo di Tirana l'estradizione dei cittadini albanesi. "Per l'Italia questo non succede: una piu' incisiva azione delle autorita' italiane potrebbe portare a superare questo gravissimo problema".
Preoccupato dall'andamento dei traffici illeciti gestiti dalla mafia albanese si e' detto anche il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Emilio Marzano, che, a margine dell'audizione, ha affermato che la criminalita' organizzata albanese "ormai lavora in proprio: ha punti di partenza in Albania e referenti non solo in Puglia ma anche in altri territori", ed e' "interessata alle zone di Roma e di Firenze". Il magistrato ha poi sottolineato che, dopo la sconfitta delle organizzazioni che gestivano i traffici di sigarette di contrabbando, si e' avuto un aumento dei traffici di sostanze stupefacenti.