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Afghanistan. Continua l'azione del Governo contro il papavero da oppio
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Notizia 
23 aprile 2002 10:43
 
Blitz di uomini della sicurezza afghana nel piu' grosso mercato dell'oppio dell'Afghanistan, quello di Ghani Khel (est): requisite ieri, senza colpo ferire, quattro tonnellate di sostanza stupefacente pronta ad essere smerciata, riporta oggi l'Aip, agenzia di stampa afghana con base in Pakistan.
Uomini armati fedeli al governo di Ahmid Karzai hanno fatto incursione nel mercato di Ghani Khel (distretto di Shinwar, 45 km a sudest di Jalalabad, provincia orientale di Nanrhar) e hanno confiscato 600 sacchi contententi ciascuno 7 kg di droga pronta ad essere smerciata.
L'azione ha colto tutti di sorpresa, trafficanti, spacciatori e acquirenti, e cosi' gli agenti governativi non hanno incontrato resistenza, e nessuna violenza si e' verificata.
Ghani Khel e' il serbatorio di oppio delle aree tribali dell'Afghanistan, al confine con il Pakistan, ed e' ritenuto anche un punto nodale nel percorso degli stupefacenti verso l'Asia centrale.
Continua, dunque, l'offensiva del Governo di Ahmid Karzai sia al papavero da oppio, cioe' alla sua coltivazione, che alle due sostanze stupefacenti che da questo si ricavano, l'oppio e l'eroina. Quest'anno il raccolto -ha annunciato il Governo nei giorni scorsi- sara' tra le 1.900 e le 2.700 tonnellate, lontano dalle cifre degli "anni d'oro" per i trafficanti internazionali, quando il Paese immetteva sul mercato decine di migliaia di tonnellate di droga. I Taliban, infatti, ne hanno vietato la coltivazione solo nel 2000, alla ricerca di consenso internazionale. E cosi' la produzione del 2001 era stata ridotta.
Ora Kabul, anche per le pressioni internazionali, ha dichiarato definitivamente guerra all'oppio, l'8 aprile scorso. Da allora, secondo dati ufficiali, il Governo ha distrutto 100 tonnellate di oppio.
E' una lotta difficilissima e dura, sottolineano in continuazione i responsabili governativi, che hanno chiesto l'aiuto e la cooperazione internazionale. La cosa piu' difficile e' persuadere i coltivatori a cambiare colture, dando un risarcimento di 350 Usd per acro: la loro resistenza e' violenta, e finora ci sono stati una decina di morti.
 
 
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