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Usa. Rapporto Cfr: la politica antidroga andina e' destinata al fallimento
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Articolo di Donatella Poretti
9 gennaio 2004 16:16
 
La politica antidroga statunitense per la regione andina e' destinata al fallimento. Troppa attenzione all'aspetto militare e troppa poca ai temi socio-economici. Il rischio di un collasso regionale sarebbe, inoltre, "una seria minaccia all'obbiettivo americano di promuovere la democrazia, la prosperita' e la sicurezza nell'emisfero".
Questo il senso del rapporto "Andes 2020: A New Strategy for the Challenges of Colombia and the Region" stilato dal Council on Foreign Relations, centro di ricerche di politica internazionale, presentato giovedi' a Washington, e consultabile a questo indirizzo Internet: clicca qui.
Al centro delle critiche e' soprattutto il Plan Colombia, creato da Bill Clinton nel 2000, e in scadenza nel 2005, che costituisce l'asse della politica antidroga di George W. Bush all'estero. Dei 700 milioni di dollari che ogni anno gli Usa spendono per la regione andina, la fetta piu' grossa viene assorbita per l'assistenza militare destinata alle forze armate colombiane.
I funzionari statunitensi e colombiani sostengono che l'area dedicata alla coltivazione della foglia di coca si riduce sempre di piu', come pure diminuisce la violenza nel Paese, questo basta per sostenere che la politica di Washington sta dando i suoi frutti positivi; gli autori del rapporto spiegano come questa politica e' invece destinata al fallimento a lungo termine. La produzione di droghe sta infatti spostandosi nei Paesi vicini, in particolare in Bolivia, riproponendo cosi' la questione delle coltivazioni che migrano. Critico anche il rilievo sulle fumigazioni, una tecnica di distruggere le coltivazioni con l'aspersione aerea del potente erbicida glifosato che non trova un riscontro positivo, anche perche' non offre nessuna assicurazione che nelle stesse terre fumigate non vengano riseminate coltivazioni illecite. Una misura eccessivamente punitiva per i coltivatori, ma che non colpisce i narcotrafficanti, mentre in alcuni Paesi la priorita' sarebbe quella di una necessaria riforma agraria. In particolare viene segnalato il caso della Colombia in cui i gruppi armati delle Farc e delle Auc, da una parte e i narcotrafficanti dall'altra continuano ad impossessarsi di terre in maniera coercitiva.
"La politica degli Stati Uniti negli ultimi anni e' servita per spostare la produzione di droghe lungo la cordigliera andina", ha detto John G. Heimann, uno degli autori del rapporto e gia' Comptroller of the U.S. Treasury. Durante la conferenza di presentazione del rapporto Heimann ha evidenziato che temi come la sicurezza, la produzione di droghe, la corruzione, la distribuzione di terre e l'ingiustizia sociale devono trovare un approccio di tipo multilaterale. "Nella misura in cui noi, gli Stati Uniti, affrontiamo questi temi per un Paese alla volta, i nostri obbiettivi nella regione sono destinati al fallimento".
Lo studio suggerisce tre punti su cui concentrarsi per evitare il fallimento: la distribuzione in maniera piu' equa di risorse politiche ed economiche nella regione; la ricerca di un maggior coinvolgimento della comunita' internazionale; infine, stimolare i Paesi andini a intraprendere iniziative proprie.
"Un'azione determinata su questi tre obbiettivi strategici potra' ottenere un maggior progresso sostenibile in direzione degli obbiettivi politici, economici e di sicurezza regionale rispetto a cio' che sarebbe in grado di produrre una politica concentrata basilarmente nel combattere le droghe nelle loro zone di origine". "Le democrazie della regione andina -Colombia, Venezuela, Ecuador, Peru', Bolivia- sono ancora a rischio, e la prospettiva di un collasso regionale e' reale e pone una seria minaccia alle vite e agli interessi statunitensi", avverte infine il rapporto.
 
 
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