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Usa. Piu' test che dimostrino la validita' del fumo della marijuana
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Articolo di a cura di Katia Moscano
30 luglio 2003 17:26
 
Riportiamo uno stralcio dell'articolo scritto per il Los Angeles Times dal professore Andrea Barthwell del White House Office of National Drug Control.

Come medico, con piu' di 20 anni di esperienza con i tossicodipendenti, mi viene, molto spesso, rivolta la domanda: "Quali sono le ragioni mediche per fumare la marijuana?". Per rispondere, devo prima svolgere delle premesse.
Oggi gli americani hanno il piu' efficace sistema al mondo di pratica medica, basato su un processo di ricerca scientifica, test e lungimiranza che sono ineguagliati. Prima dell'approvazione del Pure Food and Drug Act del 1907, gli americani erano esposti a una pletora di medicinali alternativi, brevettati con la pretesa di curare tutto: dalla piu' semplice mistura vegetale a pericolosi cocktail di morfine. Il maggior componente di quei medicinali era l'alcool, inutile dire che i benefici erano alquanto bizzarri.
La marijuana e' inebriante e non sorprende che le persone traggano giovamento dal fumo. Ma il punto importante e' la differenza tra sentirsi meglio e realmente migliorare la propria condizione. La medicina moderna sta cercando di determinare questa differenza. Il dibattito sulla marijuana terapeutica attrae l'attenzione dei media, ma c'e' molta disinformazione. Qualcuno avra' letto che fumare la marijuana rappresenti la corrente principale dell'opinione medica, ma vediamo di fare chiarezza su questa diffusissima idea. Non ci sono prove scientifiche che qualifichino la marijuana come medicinale; non c'e' alcuna letteratura medica che preveda che la marijuana, cosi' come altre medicine, possa essere fumata. Il danno alla salute e' maggiore del beneficio.
I sostenitori della marijuana spesso citano il National Academy of Science's Institute of Medicine che nel 1999 confermo' l'uso medico della marijuana. Ma, infatti, il giudizio finale di quell'organo fu che la marijuana "non e' una medicina moderna". L'istituto fu particolarmente preoccupato della opinione che la marijuana grezza potesse essere fumata dai malati, e defini' la pratica "Un sistema pericoloso di somministrare la droga". Medesime preoccupazioni ha avuto la Food and Drug Administration, l'agenzia che deve approvare il consumo delle medicine. Proprio la FDA ha recentemente dichiarato "Mentre non ci sono prove sui benefici del fumo della marijuana, sono chiari i molti rischi -nel breve e lungo periodo- associato ad esso". I composti della marijuana potrebbero avere, potenzialmente, valore medico: un componente e' gia' somministrato contro la nausea per i pazienti in chemioterapia e per l'anoressia dei malati con l'AIDS. Pero' tali rimedi hanno dei limiti. I ricercatori stanno studiando un inalatore simile a quello dei pazienti con l'asma, come alternativa al fumo.
La scienza medica non teme alcun composto, se una sostanza dimostra di avere proprieta' medicinali, essa l'accetta. Questo si puo' notare dall'uso di una sostanza pericolosa qual'e' l'oppio, i cui derivati sono utilizzati nelle morfine, nel Demerol e nell'OxyContin. La chiave e' provare la validita'. Solo se la marijuana dimostrasse scientificamente le proprie potenzialita', sarebbe ammessa nel prontuario delle medicine moderne. Tutte le droghe devono essere sottoposte a test rigorosi prima di essere immesse sul mercato. Il motto e' "Primo, che non faccia male". Per questo il fumo della marijuana difficilmente potra' essere ammesso.
 
 
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