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Usa. Una nuova discriminazione, lontani dalle urne per una sigaretta di marijuana
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Articolo di Wálter Fanganiello Maierovitch *
20 ottobre 2004 19:03
 
Grazie alla War in drugs un milione di statunitensi non potra' votare per il presidente. Una sigaretta di marijuana puo' far perdere i diritti politici per sempre.
Secondo le denunce della Drug Policy Alliance, la morte civile e' stata imposta a piu' di un milione di nordamericani. Questi non potranno, infatti, votare per scegliere il prossimo presidente Usa. Inoltre, per tutta la vita non potranno neppure essere votati, visto che hanno perso la condizione di uguali agli altri.
Il francese Alexis de Tocqueville stara' rigirandosi nella tomba. Nel 1831, Tocqueville, che era giudice in Francia, venne invitato dal Governo nordamericano per studiare il sistema penitenziario. Fini' per l'appassionarsi non del sistema penitenziario, con la pena di morte e le condanne a vita, ma dal sistema democratico nordamericano.
L'esperienza nordamericana porto' Tocqueville a realizzare una nota opera: "De la Democratie en Amérique" (1835). Prestando attenzione ai valori e ai fattori che condizionano la democrazia, evidenzio' l'uguaglianza: "E' stata una irresistibile rivoluzione che e' avanzata attraverso i secoli superando tutti gli ostacoli". Si riferiva, sicuramente, alla Dichiarazione Inglese dei Diritti (Bill of Rights) del 1688, alla Dichiarazione dell'Indipendenza Americana del 1776 e alla Rivoluzione francese del 1789.
E' evidente che non si puo' pensare all'uguaglianza quando, in maniera discriminatoria, un milione di nordamericani viene escluso dalla scelta del presidente. Sono persone che godono della liberta' di movimento, lavorano ed hanno un ruolo sociale. Nel loro caso, l'impedimento decorre in seguito a delle condanne definitive per consumo di droghe illecite e reati connessi, senza uso di violenza o di gravi minacce.
Tradotto in parole povere, una sigaretta di marijuana puo' far perdere definitivamente i diritti politici, in particolare quello di scegliere i governanti. Questo significa perdere la cittadinanza.
Questa diseguaglianza di trattamento ha come fondamento le politiche della War on drugs e della Tolleranza zero, dei vecchi presidenti Richard Nixon e Ronald Reagan.
In effetti, l'esempio ateniese della democrazia, etimologicamente "governo del popolo", ha subito degli adattamenti nel corso dei secoli. Nel secolo XVIII, la democrazia diretta ha ceduto il passo a quella indiretta, in cui il popolo delega il Governo come rappresentante da lui stesso scelto. Tutte le mutazioni, comunque, non hanno colpito l'eredita' ateniese dell'uguaglianza democratica, del celebre discorso di Pericle, fatto in omaggio ai caduti nella guerra del Peloponneso.
In una societa' democratica, si limitano al minimo gli impedimenti, per raggiungere una giusta isonomia giuridica (nell'antica Grecia, uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge). Da cio', la conquista del voto per gli analfabeti e le restrizioni al voto colpiscono, solo, persone che hanno pochi anni di eta' o interdette, per disturbi mentali.
La preoccupazione nordamericana, al momento, non e' per il milione di impediti, ma per una eventuale frode elettorale nello Stato della California. In merito, l'ex presidente Jimmy Carter ha rinnovato le sue preoccupazioni rispetto alla Florida, dove per l'elezione di George W. Bush, c'e' stata frode. Nel riconteggio la differenza a favore dell'attuale presidente Bush fu di soli 537 voti.
Mentre Carter si preoccupa delle frodi elettorali e chiede osservatori internazionali per seguire le votazioni in Florida, la Drug Policy Alliance, tramite il suo presidente, Ethan Nedelmann si concentra sul denunciare la diseguaglianza dei diritti. Gli esclusi, sottolinea Nadelmann, "sono persone adulte che non hanno mai fatto del male a nessuno e che non hanno mai rubato. Sono persone che pagano le tasse e a loro e' stato levato il piu' fondamentale dei diritti democratici, grazie alla War on Drugs".
Secondo i dati di Nadelmann da 4 a 5 milioni non voteranno a causa di precedenti penali. Di questo universo, da un milione ad un milione e mezzo sono stati condannati per il possesso di droghe per uso personale o per crimini non violenti collegati alle droghe proibite.
Per un grammo di hashish e in un momento della vita, ci si carica un registro eterno di precedenti, fino a proibire il voto. Detto in altre parole, esiste una pena principale, carcere e multa, e un'altra accessoria e perpetua, con la perdita di votare e di essere votato. Tutto questo quadro ci riporta alla memoria i tempi del razzismo negli Usa. L'intolleranza dall'epoca di Jim Crown (personaggio teatrale del XIX secolo, il cui nome indicava le leggi segregazioniste degli Usa che servivano per eliminare i negri dai processi elettorali), inaugurata nel 1880. Quando gli Stati federati impugnarono le restrizioni ai negri e ai latini, non solo in relazione al voto.
Solo per ricordare, in Alabama, i negri non potevano viaggiare nei vagoni riservati ai bianchi. C'era la separazione degli alunni nelle scuole, anche le mense e i bagni erano diversi. I cosiddetti delinquenti giovani bianchi, in Florida, stavano in strutture diverse da quelle riservate a quelli negri, considerati piu' pericolosi solo per il colore della pelle.

* Gia' segretario antidroga del Brasile
 
 
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