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Usa. Ex-capo della polizia di Seattle: il proibizionismo sulle droghe e' immorale
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Articolo di Pietro Yates Moretti
19 aprile 2006 16:00
 
L'ex-capo della polizia di Seattle Norm Stamper ha definito senza mezzi termini la guerra contro le droghe come un terrificante fallimento. Dopo aver speso 1000 miliardi di dollari da quando Richard Nixon dichiaro' guerra alle droghe nel 1969, il problema delle droghe negli Stati Uniti e' solo peggiorato. Di questo ha incolpato tutte le amministrazioni che hanno seguito quella di Nixon per aver perseguito una politica immorale, inefficiente e anti-economica che corrompe le istituzioni, distrugge i quartieri e mette in pericolo i bambini.
Il proibizionismo corrente, ha detto Stamper ad un pranzo organizzato presso il Frasier Institute, e' mantenuto da una coalizione "industriale" a fini di lucro, tra cui il Presidente George W. Bush, la DEA, la FBI, qualche dipartimento di polizia, i produttori di vino e alcolici, ed il crimine organizzato. "Quando Nixon dichiaro' guerra alle droghe, in realta' ha dichiarato una guerra alla gente -le minoranze ed i giovani", ha ribadito Stamper, sottolineando la sproporzione di latino-americani e afro-americani che popolano le carceri del Paese. "Il proibizionismo centenario ha reso le droghe ancora piu' disponibili. Oggi i ragazzi possono trovarla facilmente. Ancora peggio, ogni grande scandalo di corruzione all'interno delle forze dell'ordine degli ultimi decenni ... ha le sue radici nei reparti anti-droga". Se il Governo regolamentasse le droghe, queste sarebbero meno disponibili, la loro purezza sarebbe assicurata, il crimine verrebbe ridotto, le comunita' sarebbero piu' sicure, i ragazzi sarebbero piu' protetti e le chance di allontanare la gente dall'abuso e anche dall'uso deleterio aumenterebbero. Come esempio l'ex-poliziotto cita il tabacco, il cui uso e' diminuito del 50% senza che nessuno finisse in carcere o fosse minacciato di denuncia. "L'educazione funziona", ha aggiunto. Con la regolamentazione al posto della proibizione, si potrebbero educare meglio i nostri figlio a fare scelte migliori senza la propaganda scellerata di Washington.
Stamper, che fa parte dell'associazione di agenti di polizia contro il proibizionismo, ha ricordato che oggi in carcere ci sono 2,2 milioni di americani e nei cinque anni passati circa 9 milioni sono i cittadini arrestati per reati non violenti legati alla droga. "Piu' e' pericolosa una droga, piu' c'e' ragione di legalizzarla e regolarla". Stamper ha espresso il desiderio che i 70 miliardi di dollari spesi ogni anno per la lotta alla droga negli Usa vengano dedicati all'educazione e alla prevenzione.
Fra i sostenitori della battaglia di Stamper figurano l'ex segretario di stato americano George Shultz, il celebre giornalista Walter Cronkite, gli iper-conservatori William F. Buckley ed l'economista e premio Nobel Milton Freedman. "Il proibizionismo semplicemente non funziona. Crea problemi inimmaginabili per la credibilita' del Governo e favorisce la corruzione della polizia. Parliamoci chiaro, gli spacciatori di droga andrebbero in bancarotta nel preciso istante in cui si secca l'inchiostro sulle pagine della gazzetta ufficiale se la legalizzazione passasse in Congresso".
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