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Usa. Droga e Rock'n'roll? Roba dell'altro ieri
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Articolo di Alessandro Garzi
27 ottobre 2003 18:58
 
Nonostante quello che pensano alcuni politici, la musica pop e rock non ha piu' niente a che vedere con la "propaganda della droga" da un bel pezzo.
E' questo quello che emerge da una ricerca condotta da John Markert per la University of Texas e pubblicata sul quotidiano britannico "The Guardian".
Secondo l'autore della ricerca, condotta analizzando circa 784 brani dagli anni '60 ad oggi, la tendenza e' sempre stata, in genere, quella di demonizzare comunque l'uso delle droghe pesanti, come l'eroina, mentre, piu' recentemente, sono aumentati anche i "messaggi negativi" contro le sostanze come cannabis e Lsd, rispetto ad una trentina di anni fa.
In ogni modo, brani che avevano a che fare con le droghe, sono sempre esistiti da quando si hanno le tracce discografiche: negli anni '30 Fats Weller sognava uno spinello lungo un metro e mezzo in Viper's Drag, ma l'abitudine e' esplosa soprattutto nella seconda meta' degli anni '60.
Markert ha trovato circa un centinaio di brani (tra quelli piu' conosciuti) che trattano il tema dell'eroina (tra i pezzi piu' noti "heroin" dei Velvet Underground e "the needle and the damage done" di Neil Young), e, contrariamente a quello che si puo' pensare, la maggior parte di questi risale agli anni '90. Circa 200 sono invece i brani che trattano l'argomento cocaina. L'atteggiamento e' sempre stato negativo, dai tempi dei Grateful Dead (fine anni '60), fino alla nota "cocaine" di JJ Cale (resa famosa da Eric Clapton). Ma e' soprattutto negli anni '90, con il fenomeno "gangsta-rap", che si moltiplicano gli appelli contro l'uso di cocaina, specialmente sotto forma di crack, vista come "droga da perdenti".
Diverso e' il discorso sugli allucinogeni, apertamente "propagandati" negli anni '60, da "white rabbit" dei Jefferson Airplane (un inno agli allucinogeni), a "Lucy in the Sky with Diamonds" dei Beatles, "equivoca" anche nel titolo, (le iniziali formano L-S-D, per i quattro che ancora non ne fossero ancora al corrente), e dove si tratta di "ragazze con occhi color caleidoscopio", fino a "Purple Haze" di Jimi Hendrix, ma i quattro-quinti delle canzoni che citano l'LSD sono nate dopo il 1980 e vanno a criticare sia la sostanza, sia la cultura che la aveva resa "popolare".
Se c'e' stata qualche "apertura" nei confronti delle sostanze illegali, c'e' stata nei confronti della sola marijuana (che come abbiamo visto, mette le radici molto piu' indietro del "rock'n'roll"), che prende la stragrande maggioranza dei brani presi in esame. Anche se poche canzoni degli anni '60 ne parlano apertamente (la parola era "censurata" in radio), comunque l'approccio verso l'"erba" e' se non positivo, almeno di non condanna. Anche negli ultimi anni, alcuni musicisti non piu' giovanissimi come Tom Petty e lo stesso JJ Cale hanno trattato l'argomento in termini positivi. Ma non stiamo piu' parlando di "idoli dei teen-agers", bensi' di artisti "maturi" che si rivolgono ad un pubblico altrettanto "maturo" sulla questione. Basterebbe una brevissima indagine per capire quanti adolescenti di oggi sappiano chi sia JJ Cale, e di conseguenza quanto questo possa "influenzarne il comportamento".
Che poi il fatto che "i cantanti sono dei modelli" per i giovani e debbano dare "comportamenti positivi", sia una cazzata terrificante, va da se'. Se questo fosse vero, oggi, la maggior parte dei "giovani" maschi da almeno tre generazioni a questa parte, sarebbero sposati con una fotografa giapponese.
 
 
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