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Usa. Dateci ancora tempo e, prima o poi, vedrete i risultati. parola di zar antidroga
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Articolo di Donatella Poretti
27 marzo 2004 18:15
 
Nonostante i ripetuti annunci sugli "ottimi" risultati che stanno dando il Plan Colombia e le distruzioni delle piantagioni di foglia di coca, sulle strade delle citta' statunitensi questi risultati ancora non si sono potuti verificare. La cocaina e' sempre disponibile in grande quantita' e neppure il prezzo ne avrebbe risentito un granche'. Come spiegarselo e soprattutto come spiegarlo ai contribuenti?
Su questo e' stato sentito dall'agenzia Reuters il responsabile della lotta alla droga della Casa Bianca John Walters: "l'enormita' di quello che sta accadendo in Colombia comincera' a dare i risultati nei prossimi 6-12 mesi".
Una previsione del genere era comunque gia' stata fatta dallo stesso Walters, lo scorso luglio.
Iniziato nel 2000, costato gia' oltre 2,5 miliardi di dollari, il Plan Colombia ancora non avrebbe prodotto i suoi effetti sul mercato dei consumatori. "Deve prodursi un impatto nelle strade degli Stati Uniti", sostiene quasi scaramanticamente Eric Akers, a capo della commissione antidroghe del Senato che ha spiegato come la pazienza dei parlamentari non e' ancora arrivata al limite. "Penso che passeranno 12 mesi prima che queste domande comincino ad avere una vera e propria risposta".
Ma Walters ha cercato di trovare delle prime risposte temporanee del perche' il mercato sembri non essere stato toccato dalla lotta alla droga portata avanti nel Paese primo produttore mondiale di cocaina. I narcotrafficanti potrebbero avere delle riserve di cocaina, e il fatto di non avere fatto salire il prezzo sarebbe una scelta per tenersi stretti i clienti. "Se si fa salire il prezzo di vendita a delle persone dipendenti, che gia' stanno spendendo la maggioranza delle loro entrate in droga, questi andranno in crisi e si potrebbero rivolgere ad un centro di riabilitazione per essere assistiti e allora li si perdono come clienti".
Ma le scorte finiscono e allora Walters sostiene: "Siamo fiduciosi che se si mantiene questo livello per altri due anni, sara' sufficiente per dare un colpo definitivo all'infrastruttura e far si' che la gente cambi attivita'. [.] Abbiamo visto gli effetti dentro la Colombia su alcuni gruppi, alcuni dei gruppi armati che fanno i soldi con questo, sono entrati in crisi. Non possiamo lasciare. dobbiamo continuare con questo sforzo, ma mai siamo stati nella migliore posizione per dare un colpo strategico alla minaccia della cocaina nel mondo di oggi. E questo e', in gran parte, il risultato di cio' che e' stato fatto dalla Colombia, e noi di questo siamo molto lieti".
E a proposito di Plan Colombia e di tempi che si allungano, gia' il presidente colombiano Alvaro Uribe avrebbe chiesto di prolungarlo fino al 2009. In questi giorni in cui Uribe e' negli Stati Uniti si e' tenuta una insolita cerimonia presso la residenza dell'ambasciatore colombiano a Washington D.C., quando il Dipartimento della Giustizia ha consegnato direttamente nelle mani del presidente un assegno di 13,3 milioni di dollari frutto del sequestro dei beni di un capo del narcotraffico, José Gonzalo Rodriguez Gacha. "Il denaro restituito oggi sara' impiegato a favore dei programmi per l'applicazione della legge in Colombia, comprendendo operazioni contro le droghe illecite, raffinazione, acquisto di nuove attrezzature e progetti di costruzione", recita un comunicato del Dipartimento della Giustizia. Nello staccare l'assegno il segretario aggiunto alla Giustizia Robert McCallum ha spiegato: "I trafficanti di droghe illecite, come Rodriguez Gacha, attaccano i nostri cittadini con la vendita delle droghe illecite che provocano i disastri nelle nostre comunita'. Usare i guadagni male ottenuti dai trafficanti di droghe illecite per rendere piu' effettivi i nostri sistemi di giustizia e' un atto ironico che provoca soddisfazione".
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